Recensione: Green Hornet 1 – I Peccati del Padre

Pubblicato il 28 Gennaio 2011 alle 10:29

Autori: Kevin Smith (testi), Phil Hester, Jonathan Lau (disegni)
Casa editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 12,00, 17 x 26, 128 pp.


Mi sento in dovere di fare una premessa: Kevin Smith non mi piace. Come regista, francamente, non mi dice nulla. E per ciò che concerne la sua attività di sceneggiatore di comics, le sue opere, come le celebrate Guardian Devil e Spiderman/Black Cat o la sua amata run di Green Arrow, in tutta onestà, non mi hanno entusiasmato.

Lo ritengo capace di scrivere una storia con esiti, tutto sommato, accettabili; però, insieme a Stracszynsky e a Whedon, altri autori che, come lui, provengono dagli ambiti cinematografici e televisivi, non mi pare che abbia fatto molto per discostarsi dai canoni espressivi dei comics USA né che abbia rappresentato una particolare innovazione, limitandosi a riproporre le consuete convenzioni narrative dei fumetti supereroistici. Di conseguenza, quando ho a che fare con un’opera scritta da Kevin Smith, in genere tendo a girare al largo.

Però, come ho scritto nella recensione di Buck Rogers, ho da sempre un debole per i personaggi legati all’immaginario pulp dei primi decenni del Novecento, nati sulle pagine delle riviste di narrativa popolare o nei programmi radiofonici, come nel caso di Green Hornet. E ho anche un debole per la Dynamite, questa intraprendente etichetta che sta proponendo versioni aggiornate di alcuni characters di questo tipo, con prodotti di qualità.

Green Hornet è un serial imperniato sul Calabrone Verde, giustiziere mascherato (che può far pensare allo Spirit di Will Eisner o a Batman), creato da Trendle e Striker nel 1936 per un serial radiofonico. Successivamente ci furono versioni a fumetti dell’eroe e la più famosa, e duratura, è stata quella realizzata dalla Harvey Comics. Green Hornet, comunque, fu pure protagonista di un telefilm degli anni sessanta, analogo a quello di Batman, ed è ricordato perché ad interpretare l’orientale Kato, assistente di Green Hornet, fu chiamato il leggendario Bruce Lee.

Il Calabrone Verde, dunque, difensore di Century City, ritorna nel comicdom grazie alla Dynamite, con un serial scritto da Kevin Smith, i cui primi cinque numeri vengono ora pubblicati da Panini Comics. E mi sono incuriosito. L’ho letto. E devo ammettere che mi è piaciuto e che Smith ha fatto un buon lavoro. Lo scrittore, però, dopo aver introdotto il classico personaggio, presenta una nuova versione dell’eroe mascherato. Le avventure del comic-book, infatti, sono imperniate sul figlio dell’originale Green Hornet che ha, peraltro, un rapporto tormentato con il genitore.

E la tematica delle relazioni padri/figli è predominante in questa story-line iniziale e coinvolge non solo Green Hornet ma altri characters, compresi alcuni degli avversari che tormentano Century City con le loro attività criminose. La storia è divertente. I testi sono ironici e i dialoghi hanno una vivacità e una efficacia notevoli. Non si tratta, intendiamoci, di un’opera rivoluzionaria; ma di un classico fumetto di intrattenimento che riesce a distrarre piacevolmente il lettore, con un riuscito mix di azione adrenalinica e introspezione psicologica.

Anche la parte grafica non è da trascurare. Il penciler regolare è il filippino Jonathan Lau, che rifinisce e completa gli schizzi di Phil Hester, già in passato, a livello fumettistico, collaboratore di Smith su Green Arrow. Malgrado alcune incertezze, Lau è bravo, specie nelle sequenze di lotta, dimostrandosi abile nell’impostazione del lay-out. Insomma, nel complesso Green Hornet promette bene e, secondo me, vale un tentativo. Inoltre, se il Calabrone Verde di Smith è nuovo, lo stesso dicasi per l’assistente Kato: stavolta avremo a che fare con una fascinosa, sexy e letale ragazza orientale. Il volume, inoltre, è da segnalare per la stupenda cover gallery ad opera di artisti del calibro di Alex Ross e John Cassaday.


Voto: 7 ½

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