Alan Moore Presenta Spawn: Violator, in una nuova edizione – Recensione

Pubblicato il 4 Agosto 2015 alle 11:20

Chi è Violator? Uno dei peggiori demoni di Malebolge nonché avversario del tenebroso Spawn! E cosa succede quando uno dei personaggi più inquietanti dell’Image finisce nelle mani del Bardo di Northampton, il solo e unico Alan Moore? La risposta è in questo volume!

Quando nei primi anni novanta Todd McFarlane, Rob Liefield e altri transfughi della Marvel abbandonarono la casa editrice per fondare l’Image, le polemiche non mancarono. I cartoonist coinvolti in questa operazione non furono solo spinti da motivazioni economiche ma intendevano avere maggiore libertà espressiva e il copyright dei personaggi da essi creati. L’altro importante obiettivo fu quello di far diventare la neonata etichetta una major alla stregua della Marvel e della DC (cosa che, con il senno di poi, è accaduta).

Compra: Spawn Violator di Alan Moore

Molti non apprezzarono l’atteggiamento di McFarlane e soci e, con la sola eccezione di Spawn, i fumetti Image non furono accolti con entusiasmo dalla critica che nella maggior parte dei casi li reputò brutte copie degli albi Marvel e DC. Parecchie di queste collane ebbero un buon riscontro di vendite ma McFarlane, sensibile ai giudizi negativi, riuscì a coinvolgere in diverse occasioni autori del calibro di Grant Morrison, Neil Gaiman e addirittura il rissoso Dave Sim. Ma ciò che fece più scalpore fu l’arrivo in casa Image nientemeno che di Alan Moore, il leggendario scrittore di Swamp Thing, Watchmen, V for Vendetta e altri capolavori.

In quel periodo il Magus aveva abbandonato sia i supereroi sia le case editrici mainstream e di conseguenza il suo apporto al n. 8 di Spawn suscitò stupore. Alan collaborò ancora con l’Image e realizzò anche la miniserie Violator, imperniata su un demone arcinemico di Spawn, da lui già analizzato proprio in quel n. 8. Tutto il materiale è ora incluso in questo volume Panini Comics che costituisce un’ottima proposta per i fan del cupo signor Moore.

Ora parliamoci chiaro: Alan si è costruito un’immagine di assoluta integrità, tutto sommato autentica. Ma al di là del suo ostentato disprezzo nei confronti dei supereroi e delle case editrici generaliste, di tanto in tanto qualche marchetta l’ha fatta, per ragioni di vil pecunia. Il fallimento della sua etichetta lo mise in una posizione difficile e accettò gli incarichi Image per pagare i debiti. Moore, inoltre, si adattò allo stile adrenalinico della casa editrice e perciò coloro che in Violator si attendono la liricità, la poesia e la profondità tipica dei suoi testi rimarranno delusi.

Violator, infatti, non è niente di tutto questo. E’ un’opera sopra le righe, sarcastica, pulp e splatter nei toni, con dialoghi spassosi e comici. Sì, Violator è un fumetto divertente che non ha nulla a che fare con Miracleman o Swamp Thing. Ma non significa che si tratti di un comic-book di scarsa qualità. Il volume si apre quindi con il n. 8 di Spawn, in cui Alan descrive l’esperienza allucinante di alcuni individui finiti in un inferno che sembra uscito dai deliri di un surrealista sotto l’effetto dell’acido. E c’è pure il terribile Violator. Le orribili ambientazioni delle Malebolge fanno pensare alle analoghe dimensioni oniriche già descritte da Moore in Swamp Thing ma qui tutto si gioca sui registri del sarcasmo e dell’ironia.

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E l’ironia è altresì presente nella miniserie Violator. I tre fratelli del demone hanno parecchi motivi di odio nei suoi confronti e decidono di colpirlo, spinti da vecchi rancori. Ma Violator si trova nel nostro mondo e per una serie di circostanze è finito sulla lista nera di un mafioso che intende farlo fuori e assolda a tale scopo un killer, l’Ammonitore. Da questo momento l’esistenza di Violator si trasforma in un incubo caotico fatto di inseguimenti, sparatorie, arti e teste mozzate, visioni infernali e mostruosità assortite. E non manca nemmeno l’apparizione di Spawn.

Testi e dialoghi sono volutamente demenziali e Moore prende in giro non solo i fumetti all action della stessa Image ma pure quelli Marvel con una cattiveria estrema (in fondo, l’Ammonitore è una palese caricatura del Punitore). Lo ribadisco: Violator è una marchetta e Alan ne era consapevole. Ma è una marchetta d’autore che piacerà ai fan del Magus.

E per ciò che riguarda i disegni, il tp è strepitoso. L’episodio di Spawn è illustrato dal grande McFarlane con il tratto aggressivo e d’impatto tanto caro ai suoi estimatori. La miniserie è invece appannaggio dei bravissimi Bart Sears e Greg Capullo che si collegano ai canoni Image degli inizi e realizzano tavole visionarie e rutilanti con un lay-out inventivo. I colori vividi di Steve Oliffe fanno poi la differenza, contribuendo a rendere ancora più efficaci le matite dei penciler. Insomma, Violator è un prodotto da tenere d’occhio.

Violator-Panini-Comics-cover

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