Justice League: Gods and Monsters – Recensione

Pubblicato il 2 Agosto 2015 alle 23:55

In un DC Universe alternativo, la Justice League mantiene l’ordine con forza brutale e non esita ad uccidere. Il team è composto da Superman, alias Hernan Guerra, figlio del Generale Zod e superstite di Krypton cresciuto da due immigrati messicani; Batman, alias Kirk Langstrom, scienziato trasformato in un sanguinario vampiro; e Wonder Woman, alias Bekka dei Nuovi Dei. Quando alcuni eminenti scienziati vengono uccisi, i sospetti ricadono sulla Justice League.

Justice League Gods and Monsters

Il nuovo film d’animazione direct-to-video della collana DC Universe si propone di fare da apripista ad un progetto multimediale più ampio che comprende una serie animata realizzata per Machinima e disponibile su YouTube ed una serie a fumetti. Per questo motivo, quindi, il film sembra più un pilot che racconta la storia delle origini dei tre protagonisti.

La genesi di Superman, qui figlio del Generale Zod, presenta una semplice variazione rispetto alla versione classica ma getta uno sguardo più cinico e disilluso su Jor-El e Lara. La storia del Batman vampiro richiama alla mente i supereroi con superproblemi Marvel generati da esperimenti scientifici e fornisce al film un motore emotivo nel legame tra Kirk Langstrom e Will Magnus. La rilettura apportata sull’inventore dei Metal Men è probabilmente l’arco narrativo più interessante ed originale. Tipicamente shakespeariana la vicenda di Wonder Woman.

In veste di co-creatore e co-produttore troviamo Bruce Timm che ha legato il suo nome ad alcuni dei più amati prodotti animati DC, a cominciare dalla serie di Batman degli anni ’90. Il character design dell’autore è inconfondibile, il tratto stilizzato, i mascelloni granitici alla Jack Kirby, alla cui narrativa il film fa più volte riferimento, e le sinuose figure femminili con occhi ammalianti.

Sam Liu, che ha diretto altri titoli della collana tra cui All Star Superman e Batman – Year One, riesce ad imprimere buon ritmo alla narrazione bilanciando bene action ed intimismo. Le scene di combattimento non presentano grosse novità ma non risparmiano nulla sul piano della violenza. Purtroppo il film si perde nel finale scadendo in un buonismo che priva questa Justice League alternativa delle sue peculiarità, virando quindi alle convenzioni del genere.

Un elseworld di gradevole fruizione che ha come primo motivo d’interesse lo stile accattivante di Timm ma che si perde un po’ troppo nell’analizzare le origini dei protagonisti per poter lanciare gli spin-off multimediali e non ha il coraggio di mantenere fino in fondo un tono politicamente scorretto.

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