Cotto a puntino, di Guillaume Long – recensione

Pubblicato il 29 Luglio 2015 alle 11:30

Direttamente dalla Francia arriva una simpatica e gustosa raccolta di vignette incentrate sulla cucina.

Ricette culinarie! Ricette culinarie ovunque!! Da qualche anno a questa parte la cucina è diventata uno dei maggiori centri di interesse per grandi e piccini, diventando oggetto di innumerevoli programmi televisivi, riviste, libri e, ultimi ma non ultimi, i blog su internet. Perché è esploso questo fenomeno?

Beh, sicuramente la cucina ha acquisito con il tempo una propria dignità artistica rispettabile; è un aspetto della nostra vita quotidiana sinonimo di creatività e fantasia, un mero pretesto per mettersi in gioco e poter dire con una punta di orgoglio: “Sì, l’ho cucinato io questo piatto. Lo so, è immangiabile ma l’ho cucinato io!

Sulla scia di questo autentico boom della gastronomia, il fumettista e giornalista Guillaume Long ha acquisito grande notorietà in Francia grazie al suo blog a fumetti sul sito di Le Monde a tema culinario, à boire et à manger , in cui tra una ricetta e l’altra racconta in maniera scanzonata e leggera la sua grande passione per la cucina.

Il volume Cotto a Puntino – appunti per una cucina migliore, edito in Italia da Bao Publishing, è una raccolta delle migliori vignette realizzate da Long per il suo blog, che si propone di divertire e stuzzicare palati di tutti coloro che sono incuriositi dalla gastronomia e dal “mangiar bene”.


Nelle sue vignette il gastro-blogger francese infonde tutto il suo amore per l’arte culinaria, molto più vicino a quello di un umile buongustaio che vuole mangiare un piatto consistente e saporito, piuttosto che a quello per la nouvelle cuisine magra e raffinata.

Long sa che il suo pubblico è per lo più composto da persone che hanno difficoltà a cucinarsi anche una frittata: per questo tutte le ricette inserite vengono spiegate in modo semplice e colloquiale, senza mai dare nulla per scontato.

Circa 6 tipi di insalate, tra cui quelle con il dente di leone e il leggendario aglio orsino, come preparare le uova, ogni tipo di pesce di mare o fiume esistente, invitanti paste fresche (molte di provenienza italiana), l’immancabile torta al cioccolato fondente 3.0( una versione perfezionata dopo svariati tentativi) e persino corvi in brodo: queste ed altre pietanze, suddivise in base alle quattro stagioni, hanno una realizzazione accessibile quasi a tutti ( a parte l’inquietante ricetta dei corvi in brodo tramandata dal padre di Long), e l’ironia, senza pretese e mai fuori luogo,con cui sono descritte rende tutto più appassionante ed esilarante.

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L’autore fotografa in maniera realistica e irriverente le situazioni comuni con cui la maggior parte delle persone ha avuto a che fare a proposito di cibo: tipo la difficoltà nel saper distinguere e scegliere il tipo di pesce da comprare; l’impresa del “buongustaio solitario” di saper resistere alle tentazioni dei vari kebab e polli arrosto durante una passeggiata; i falsi apprezzamenti dei parenti ai piatti incommestibili da noi preparati; le differenze tra le colazioni semi-leggere consumate a casa propria e quelle esageratamente abbondanti in hotel; fino ai piccoli ostacoli per la prima preparazione di un comunissimo caffè. In soccorso di tutti i principianti Long prepara simpatiche mini-guide, tra cui quella indispensabile per “riconoscere il pesce quando non ha la forma di un pesce e stupire così il vostro pescivendolo” e quella sugli utensili da avere assolutamente in una cucina.

A proposito di caffè, si può apprezzare un sincero e vivace omaggio del fumettista francese alla cucina italiana: dalle lodi alle caffettiere e al caffè in generale (“perfetto perfino negli autogrill”), alla passione per le orecchiette pugliesi, la pasta all’amatriciana e quella aglio e olio, fino ai pomodori di Sardegna. Fatta eccezione per il pane, di cui viene riconosciuta la superiorità francese, si nota come Guillaume Long sia un vero intenditore dei prodotti del nostro bel Paese. Vive l’Italie!

Particolarmente piacevoli risultano i racconti dei viaggi enogastronomici effettuati dall’autore a Budapest, Losanna e Venezia, in cui, tra disavventure culinarie e gustose scoperte, vengono consigliati i prodotti locali da provare e i locali da visitare, il tutto con un gradevole stile autoironico e confidenziale.


Sul lato umoristico, la narrazione punta molto su gag e piccoli tormentoni che riescono a strappare un sorriso a fasi alterne, come quelli sul trita aglio, “il santo graal di tutti i cuochi, sul tanto odiato pesce impanato e sui “buoni consigli di Beppe Roni”, quest’ultimi basati sui giochi di parole francesi. Non si disdegna, comunque, qualche punta delicata di nostalgia, soprattutto in occasione di quei piatti che riescono a rievocare il ricordo di una persona cara.

La genuinità dei testi la si ritrova anche nei disegni a matita, con uno stile grafico asciutto, schematico e caricaturale. Dal pesce all’insalata, anche le pietanze dal nome più strano, pur senza essere rappresentate in maniera fotorealistica, riescono a far venire l’acquolina in bocca.

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Le tavole in cui sono illustrati i viaggi, a differenza delle altre vignette, si contraddistinguono per una monocromia beige retro e un’assenza quasi totale della griglia piuttosto confusionaria.

Cotto a puntino non ha la presunzione di essere un godibile fumetto umoristico, né un curatissimo manuale di cucina, ma incredibilmente dimostra di essere entrambe le cose, grazie ad un fumettista come Guillaume Long, che si fa apprezzare per la spontaneità, la simpatia e la trasparenza con cui confida al lettore la sua passione.

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