Recensione: Almanacco del West 2011
Pubblicato il 24 Gennaio 2011 alle 11:01
Autori: Mauro Boselli (testi) Giacomo Danubio (disegni)
Casa Editrice: Sergio Bonelli Editore
Provenienza: Italia
Prezzo: € 5,70, 16 x 21, 176 pp.
Nell’avventura che occupa 110 pagine dell’almanacco del west di quest’anno, Tex e i suoi pards entrano due volte a Waco, la cittadina dov’è stato ucciso il giovane Corvo Nero, figlio di Freccia Spezzata, capo della tribù Navajo che vive nei caldi territori del New Mexico. La prima è per arrestare il ricco Frank Mason, l’assassino del ragazzo, e avviene in un’atmosfera silenziosa e sospesa, tanto tranquilla da apparire irreale. La seconda è invece per mettere le mani su Daniel Mason, il fratello, e si verifica in una situazione radicalmente diversa: caotica, rumorosa, quasi epica. Sono queste la cifre caratteristiche de La città del male, l’irruenza e la decisione con le quali il ranger e i suoi compagni si oppongono e respingono la laida moralità che regna nel piccolo insediamento, dominato dai due biechi fratelli. In realtà gran parte della storia si svolge fuori dai confini di Waco, nel viaggio che porta l’imputato al suo processo, nella città di Gallup, ma il tentativo di risolvere la questione con la giustizia viene mandato all’aria dai banditi. E quando Tex perde le staffe, dopo l’ennesimo scontro e l’ennesima vittima, abbandona la strada della legge per schiacciare con forza il male che si insinua nella cittadina, usufruendo della collaudata cura del piombo.
Come citato nell’introduzione, è probabile che Lo straniero senza nome, il secondo film diretto da Clint Eastwood nel 1973, sia stata una fonte di ispirazione per Mauro Boselli, il quale ha scritto con la solita dimestichezza ed esperienza questa storia, che riconferma la sua attitudine alla coralità e al coinvolgimento di tutti i comprimari.
I disegni dell’esordiente Giacomo Danubio sono istantaneamente classici, perfetti nella rappresentazione dei personaggi e dell’ambientazione western. Il suo tratto è pulito, la sua linea delicata e lo story-telling sempre chiaro e preciso. Sa rendere molto bene sia le fasi di dialogo che le concitate scene di sparatorie o d’azione, come l’emozionante scontro corpo a corpo che vede protagonista Tiger Jack.
Il resto dell’albo è come di consueto accompagnato da articoli e dossier inerenti al genere. Risultano molto interessanti tutti gli approfondimenti: sui Tortilla-western, gli umoristi della frontiera, e la leggendaria figura di Wild Bill Hickok, mentre la rassegna su film, libri e videogiochi dell’anno risulta essere soltanto una veloce panoramica, priva appunto di qualsiasi pretesa di esaustività. Si parla fra le altre cose dell’apprezzato videogioco Red Dead Redemption, degli attesi film Il Grinta dei fratelli Coen e Machete di Robert Rodgriguez ed Ethan Maniquis, e di tutte le interessanti ultime proposte in ambito saggistico e letterario, fra cui un finora inedito romanzo western di Georges Simenon: Il ranch della giumenta perduta . Un box sui fumetti è presente, ma considerata la grande quantità e varietà di proposte oggi in circolazione, avrebbe potuto essere più ampio e completo.
In definitiva l’almanacco del west si riconferma anche questa volta, come tutti gli anni, un gradito e intelligente appuntamento, poiché unisce la solita lettura d’intrattenimento di casa Bonelli ad articoli e curiosità che fanno la felicità dei molti appassionati di storie e leggende della vecchia frontiera. Meglio di molte riviste.
Voto: 8