Marvel Omnibus Fantastici Quattro di John Byrne vol. 3: Recensione

Pubblicato il 5 Agosto 2015 alle 11:20

Arriva il terzo Omnibus dei Fantastici Quattro di John Byrne! Non perdete le storie leggendarie che riportarono il Favoloso Quartetto agli antichi fasti, realizzate da uno dei maestri indiscussi del fumetto americano!

Panini Comics ha deciso di riproporre tutte le storie dei Fantastici Quattro realizzate dal grande John Byrne e questo terzo mastodontico Omnibus include le sequenze finali della sua acclamata run di Fantastic Four. Fedele al motto ‘back to the basics’, Byrne riportò Reed, Sue, Ben e Johnny alle origini, concentrandosi sulle dinamiche affettive e psicologiche che facevano dei quattro una vera e propria famiglia.

Allo stesso tempo, però, delineò avvincenti trame dai toni cosmici e fantascientifici al livello di quelle leggendarie di Lee e Kirby. E non rinunciò ad inserire cambiamenti come, per esempio, l’imprevedibile love story tra Johnny e Alicia e l’ingresso nel gruppo della splendida She-Hulk al posto della Cosa, rimasto nel pianeta dell’Arcano in seguito agli eventi della maxiserie Secret Wars.

Questo libro include i nn. 275-295 di Fantastic Four, in pratica gli ultimi della sua gestione, conclusa in maniera affrettata a causa dei sempre più frequenti dissapori che John aveva con l’allora editor in chief Jim Shooter. Le situazioni immaginate da Byrne sono entusiasmanti e uno dei suoi meriti fu quello di giocare con atmosfere narrative sempre mutevoli e mai scontate. Si inizia per esempio con l’episodio del n. 275 che potremmo definire comico, incentrato sull’avvenente She-Hulk che viene fotografata senza veli e rischia di vedere la foto stampata su una rivista porno.

Ma poi Byrne si scatena utilizzando classici villain marvelliani come, per esempio, il diabolico Mefisto che prende di mira Reed, Sue e il piccolo Franklyn. E non è che il preludio a una sequenza relativa a Kristoff, il rivale del Dr. Destino, e alle macchinazioni del terribile Psycho-Man e dell’inquietante Seminatore d’Odio. E’ qui peraltro che Byrne affronta il tema importante del razzismo e fa esordire Malice, il lato negativo, malvagio e sexy della Donna Invisibile, con conseguenze allucinanti.

Da segnalare il n. 285, riguardante la Torcia Umana alle prese con un bambino che si è dato fuoco per imitare il suo idolo. E’ da annoverare tra le storie più belle, malinconiche e struggenti di Fantastic Four, inserita nel contesto di Secret Wars II. E non si può non citare quella del n. 286 in cui Byrne fa ritornare ufficialmente nel Marvel Universe l’amatissima Jean Grey degli X-Men, ritenuta morta, impostando le premesse per il serial X-Factor.

Byrne gioca con il Marvel Universe nel suo complesso, utilizzando una pletora di character e di villain che hanno reso Fantastic Four una delle serie fondamentali della Casa delle Idee: preparatevi quindi a vedere la Principessa Pearla, il Dr. Destino, Blaastar, Annihilus in episodi caratterizzati da azione, ritmo indiavolato e atmosfere visionarie e fantascientifiche degne del Re Jack Kirby che Byrne spesso omaggia. Immagina addirittura uno sconvolgente viaggio nel tempo di Nick Fury, giunto nella Germania del Terzo Reich con l’obiettivo di uccidere Hitler.

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L’inventiva di Byrne è ai massimi livelli e il suo tratto è fluido, plastico, dinamico e dettagliato. Basta osservare le caratterizzazioni dei personaggi, le ambientazioni siderali perfette per un film di George Lucas e l’impostazione cinetica del lay-out per accorgersene. Gli ultimi episodi sono scritti in collaborazione con Roger Stern e disegnati dall’ottimo Jerry Ordway di Superman e costituiscono l’addio di Byrne a Fantastic Four, essendo ormai in rotta con Shooter e in procinto di occuparsi dell’Uomo d’Acciaio. Anche in questo caso si tratta di un’avventura dai toni sci-fi.

Ma questo Omnibus contiene altro importante materiale. C’è il diciannovesimo annual di Fantastic Four e il quattordicesimo di Avengers, entrambi illustrati da Byrne. John e Roger Stern, che scrive i testi dei Vendicatori, narrano un incontro tra i due team alle prese con i mutaforma Skrull e le storie fungono da prologo a quella del ritorno di Jean Grey.

C’è poi il n. 7 di The Thing, comic-book dedicato alla Cosa sempre scritto da Byrne e disegnato da un non eccelso Ron Wilson, che presenta un curioso scontro tra Ben e il farsesco Goody-Two-Shoes. E c’è pure il delizioso n. 7 di What If?, in cui John immagina cosa sarebbe accaduto se Reed e soci non avessero avuto superpoteri. In pratica sarebbero stati la versione Marvel degli Esploratori dell’Ignoto, gruppo creato da Kirby e considerato in effetti antesignano del Quartetto.

Il libro è poi completato dai contributi ironici che Byrne diede a What The?! e dalle splendide illustrazioni di Fantastic Four Special Edition. In pratica, questa proposta è un must per gli estimatori della Marvel, dei Fantastici Quattro e di John Byrne. Da non perdere.

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