Hulk n.8: Omega Hulk – Recensione
Pubblicato il 22 Luglio 2015 alle 11:10
Dopo essere stato curato con il virus Extremis da Tony Stark e suo fratello Arno, Hulk si è trasformato in Doc Green: un ammasso di muscoli verde e super-intelligente, deciso a eliminare qualsiasi traccia di radiazioni gamma sulla Terra… ad eccezione di se stesso !!! Gerry Duggan e Mark Bagley ci mostrano una nuova, inquietante, versione del Gigante di Giada !!!
Hulk è un personaggio che ha subito nel corso degli anni numerose trasformazioni, a volte anche cromatiche, passando dal grigio al verde e viceversa, ma generalmente si è trattato di veri e propri cambi di personalità. Il “Frankenstein” rabbioso e sgrammaticato degli esordi, infatti, non era in grado di stare al passo coi tempi e con la continua evoluzione del mondo dei comics, sempre più all’avanguardia e pronti ad andare incontro alle esigenze di lettori sempre più smaliziati ed esigenti.
Ecco perché si è sentita la necessità di rendere più complessa e articolata la figura del Golia Verde, ormai troppo stretta nel ruolo dell’essere mostruoso buono solo a sfasciare tutto, e iniziare quindi a sfruttare lo spiccato intelletto dello scienziato Bruce Banner fondendolo con la forza irrefrenabile di Hulk. In questo modo si aveva a disposizione un personaggio incredibilmente potente, ma allo stesso tempo in grado di ragionare e d’interagire tranquillamente con gli altri, formulando frasi di senso compiuto e non più sgangherate esclamazioni in terza persona.
Questa scelta ha permesso a grandi autori come Peter David, Paul Jenkins e Bruce Jones di ridare nuova linfa al personaggio e di renderlo appetibile a una fascia di pubblico sempre più vasta, grazie ad interpretazioni più mature complesse, che hanno messo in luce tante diverse sfaccettature del carattere di Banner, riflesse nel suo mastodontico alter-ego.
In tempi recenti Hulk è diventato addirittura una sorta di agente S.H.I.E.L.D. con tanto di corazza, nel rilancio Marvel NOW! scritto da Mark Waid. Questo ciclo si concludeva in maniera scioccante, con Bruce Banner riverso a terra in una pozza di sangue dopo aver ricevuto due colpi di pistola alla nuca, e nella successiva fase All-New Marvel NOW! sempre Waid ci ha raccontato il disperato tentativo di salvarlo dei suoi compagni Vendicatori. L’unica soluzione per recuperare il cervello di Banner sembrò essere il virus Extremis di Tony Stark/Iron Man, che decise così d’inserirlo chirurgicamente dentro il cranio dello scienziato, con la speranza che guarisse la profonda lesione subita dal suo cervello.
I risultati in effetti sono stati strepitosi e immediati, ma ben presto si scoprirà che Extremis ha modificato ( e amplificato ) fin troppo la mente di Hulk, al punto da reprimere completamente il suo alter-ego umano, persino sotto minaccia. Il suo intelletto ormai non conosce limiti, per cui in poco tempo riesce a mettere su un avanzato laboratorio scientifico e a creare, con l’aiuto di alcuni fidati assistenti, dei sieri specifici che possano “curare” le persone gamma-irradiate, in quanto il primo problema da affrontare secondo lui è proprio la pericolosità delle radiazioni gamma, che devono scomparire completamente dalla faccia della Terra. L’unica eccezione ( guarda caso ) sarà proprio lui stesso….!
Quest’ambiziosa crociata del nuovo Hulk sarà di fatto l’occasione per sfoltire un po’ la gamma-family, che in effetti negli ultimi tempi era cresciuta parecchio, soprattutto dopo l’amata/odiata gestione di Jeph Loeb sulla testata del Pelleverde. Rick Jones/Bomba-A, Skaar e Betty Ross/She-Hulk Rossa saranno i primi a farne le spese, con reazioni e conseguenze non sempre scontate, mentre il combattivo Thunderbolt Ross/Hulk Rosso sarà ovviamente quello che darà più filo da torcere al nostro “Omega Hulk”, con uno scontro roboante e violentissimo, di sicuro molto atteso dai fan, che finalmente possono rivedere i due colossi darsele di santa ragione, dopo un lungo periodo di tregua.
Gerry Duggan, scrittore sempre più lanciato nel mondo dei comics, dopo aver fatto faville con il mercenario chiacchierone riesce a prendere saldamente in mano anche le redini della testata del Golia Verde, nonostante Waid gli avesse lasciato una bella patata bollente alla fine della sua gestione. Con estrema disinvoltura Duggan riesce a tratteggiare una versione di Hulk completamente inedita, fredda e calcolatrice, quasi inquietante nella sua lucidità e determinazione. Lo stesso appellativo di Hulk ormai gli resta stretto, in quanto appartiene a un passato con cui non vuole più avere niente a che fare, per cui preferisce ( anzi, esige ! ) di farsi chiamare Dottor Green, in linea con la sua nuova attitudine scientifica e rigorosa.
Di fatto quello di Duggan potrebbe tranquillamente essere definito un “Superior Hulk”, vista la deriva ambigua ed estrema che ha preso il personaggio, ma lo scrittore ha preferito non accodarsi ad altri suoi colleghi, privilegiando invece citazioni pop di vario tipo, soprattutto cinematografico. L’Omega Hulk del titolo infatti s’ispira al film con Charlton Heston The Omega Man, tratto dal famoso romanzo di Richard Matheson Io sono leggenda, mentre formidabile è l’omaggio a Shining presente proprio in questo numero.
Nonostante l’impostazione del racconto possa sembrare schematica ( Hulk che raggiunge ogni singolo membro della gamma-family e lo affronta per “guarirlo” ) Duggan riesce a rendere sempre avvincente la narrazione, grazie a una scrittura agile e ben calibrata, che contorna le immancabili super-scazzottate con elementi introspettivi o di mistero, incentrati soprattutto su questa nuova evoluzione del Pelleverde. Non mancano inoltre comparsate di personaggi noti come Matt Murdock/Devil, Hulkling degli Young Avengers e Kitty Pride degli X-Men, e riferimenti a saghe storiche del personaggio come Futuro Imperfetto di Peter David.
Se a tutto questo aggiungiamo anche le debordanti tavole di Mark Bagley, che dà sempre il meglio di sé quando si tratta di raffigurare colossi ipertrofici in vena di menar le mani, con tavole dinamiche e di grande impatto, direi che i fan del Gigante di Giada avranno pane per i loro denti, visto che gli elementi per una buona saga di Hulk qua ci sono tutti. Il formato a 48 pagine del mensile Panini, poi, permette di seguire unicamente la serie del Pelleverde, senza l’aggiunta di comprimari inutili o poco interessanti.