Kriminal vol. 20 – Recensione ultimo volume edizione Omnibus
Pubblicato il 22 Luglio 2015 alle 15:10
Arriva l’ultimo volume dell’Edizione Omnibus di Kriminal proposta da Mondadori Comics! E quest’ultima sorprendente uscita è dedicata alle meravigliose copertine realizzate da Luigi Corteggi, Magnus e altri ottimi autori!
Nell’ambito dell’editoria, le copertine dei libri, delle riviste e dei fumetti hanno un’importanza fondamentale e a volte si tende a ignorare questo aspetto. E’ vero che un’opera non va giudicata dalla copertina ma dal contenuto però è innegabile che un’immagine esterna di grande impatto visivo cattura l’attenzione.
Personalmente, non sono mai stato un estimatore dei libri che includono solo cover, più che altro perché, per ciò che concerne i fumetti, preferisco leggere un testo e non solamente osservare un disegno.
Tuttavia, il ventesimo volume dell’Edizione Omnibus di Kriminal, gioiello noir di Luciano Secchi, è senz’altro pregevole. Come sanno coloro che hanno seguito l’attuale riedizione, con l’uscita precedente Mondadori Comics ha di fatto terminato la riproposta degli episodi più rappresentativi del Re del Delitto.
Questo numero, però, si concentra appunto sulle mitiche copertine della serie. Sono incluse tutte, a cominciare da quella del leggendario numero uno fino a quella del n. 419. Ma non mancano quelle dei nn. 1 e 4 di Max Graphic Novel, sempre incentrate su Kriminal, e quella del n. 1 di Le Monografie.
E specifico subito che, dal punto di vista visuale, il libro è eccellente e le copertine sono un capolavoro di grafica pop, inventive, spiazzanti, coloratissime, ricche di prospettive inusuali e di sperimentazioni estetiche sorprendenti se si pensa che furono concepite in anni in cui la grafica computerizzata non esisteva. La maggior parte delle cover fu ideata dal bravissimo Luigi Corteggi, in pratica colui che ebbe il non facile compito di incuriosire il potenziale lettore.
Definire l’arte di Corteggi è impresa ardua e credo che sia sufficiente dare un’occhiata alle sue splendide visioni per comprenderne il talento. In Corteggi si mixano stilemi pittorici, suggestioni mutuate dal design e dalla grafica pubblicitaria, riferimenti all’estetica pop warholiana di impronta sixties, incredibili collages e curiosi effetti tipografici che hanno reso queste opere ambiti oggetti di collezione. Bisogna poi prendere in considerazione il particolare logo della testata di Kriminal, concepito proprio da Corteggi.
Ciò che più colpisce è l’aspetto cromatico. I colori sono vividi, abbaglianti, in contrasto con il bianco e nero delle matite di Magnus all’interno degli albi. Nello stesso tempo, però, Corteggi riesce ad evocare in maniera efficace l’atmosfera macabra e mortifera delle vicende di Anthony Logan.
Corteggi concluse il suo incarico con il n. 359. Dal n. 360 giunse Magnus con la tipica commistione di realismo e grottesco. Le sue cover sono eccellenti ma forse meno suggestive e più convenzionali di quelle di Corteggi. Anche l’impostazione generale cambia e si allinea allo stile dell’Editoriale Corno dei primi anni settanta. Ce ne sono poi altre di Giovanni Romanini, Angelo Raimondi, Franco Scargiali, Franco Verola e di nuovo di Corteggi che però in questa seconda fase abbandona l’attitudine pittorica che l’aveva reso celebre.
E sono altresì incluse le più recenti di Dario Perucca e Pino Rinaldi. Sfogliando il volume dall’inizio alla fine, oltre a poter ammirare autentici capolavori, avrete quindi modo di osservare l’evoluzione visiva del fumetto nero nel corso degli anni. Da non perdere.