Recensione: Shachi dell’orizzonte marino (vol. unico)
Pubblicato il 19 Gennaio 2011 alle 14:23
Autore: Kazuki Harumoto.
Casa editrice: Ronin Manga.
Provenienza: Giappone.
Prezzo: 6,90 Euro.
Note: 252 pagine, b/n, con sovracopertina.
Simpatica proposta questo Shachi dell’orizzonte marino , opera completa in un unico volume che si rifà al Conan della famosa serie tv Anni ’80 nel tratteggio del protagonista, e più vicino ai giorni nostri al best-seller One Piece di Eiichiro Oda per le atmosfere marine e piratesche (di cui l’autore è debitore anche nello stile del disegno, a cui evidentemente si rifà).
Il protagonista, un giovane scavezzacollo che in mare nuota più veloce di un pesce, armato del suo fido arpione (che tanto ricorda appunto quello del Conan dei bei tempi andati), è alla spasmodica ricerca di una prova dell’esistenza delle sirene, cosa per la quale è deriso da tutto il villaggio della sperduta isoletta su cui abita; in realtà, come scopriamo quasi subito (e come era anche facile da intuire), è lui stesso un essere mezzo anfibio, in quanto figlio del suo padre umano e proprio di una sirena.
Tenuto all’oscuro di questa sua caratteristica perché le sirene sono prede ambite soprattutto dai pirati, Shachi può ora gettarsi nel grande oceano azzurro alla ricerca delle sue origini, non prima di aver sistemato proprio una ciurma di pirati che aveva attaccato la gente del suo villaggio; gli toccherà poi vedersela con un grosso calamaro gigante, un’enorme creatura alata, e arriverà anche a salvare una vera sirena, ogni volta imparando qualche aspetto nuovo della vita.
La sua breve avventura, pur chiudendosi alla fine del volume, è in effetti ben lungi dal dirsi veramente conclusa, ma al contrario sembra aprirsi speranzosa a quel vastissimo orizzonte marino raffigurato nell’ultima pagina verso chissà quali seguiti (che purtroppo però non arriveranno mai).
Tuttavia, in questo finale aperto e in questa particolare incompiutezza sta forse un pregio di questo sfortunato personaggio e delle sue avventure, che di per sé non sono certo eccezionali o così memorabili; i protagonisti, per quanto anche simpatici, sono appena abbozzati, tratteggiati il necessario per poter svolgere la vicenda, e non potrebbe essere altrimenti vista la lunghezza complessiva dell’avventura che non va oltre questo singolo volume.
A cambiare un po’ le carte in tavola, e portare qualche consenso in più, soprattutto verso l’autore, sta la piccola storia in appendice di appena sei pagine, dove lo stesso Harumoto (qui, lo ricordiamo, al suo esordio), spiega in maniera sicuramente appassionata le diverse traversie che ha dovuto passare per arrivare a completare il volume; la verità infatti è che l’idea originale prevedeva una storia di più ampio respiro, per la quale si era oltretutto documentato e preparato lungamente (per quattro anni!), ma la chiusura improvvisa e inaspettata della rivista su cui doveva essere pubblicata troncò bruscamente sul nascere tutte le sue più rosee speranze.
Col morale a terra, pronto a buttare tutto via (e darsi all’alcol ^_^), venne risollevato in extremis quando il redattore con cui collaborava lo convinse a rivedere tutta la storia in modo da proporre una piccola miniserie (anche perchè, o così o non gli veniva pubblicato nulla); ripreso l’entusiasmo, forse in maniera pure troppo esagerata, eccolo quindi ripensare e ridurre a più modeste pretese l’avventura di Shachi raccolta poi in questo volume, a cui è mancato veramente lo spazio necessario per potersi sviluppare come pensato inizialmente.
Certo, forse non sarebbe stato chissà che capolavoro, ma chi può dirlo, rimane però la suggestione di ciò che sarebbe potuto essere ma che non è mai stato (e qui sta il bello); e restano anche i bei disegni (molto curati e gradevoli), gli ampi spazi descritti, e un anelito di libertà verso orizzonti sconfinati frustrato da una discreta dose di sfortuna (e per questo, tutta la mia solidarietà all’autore).
Voto: 6 e 1/2