Recensione Uno zoo d’inverno – Rizzoli/lizard

Pubblicato il 20 Marzo 2010 alle 11:55

Autori Jiro Taniguchi
Casa Editrice Rizzoli/Lizard
Provenienza Giappone
Prezzo € 17,00
A cura di Giorgio “brother jojo” Longobardi


Lungo una carriera pluritrentennale, Jiro Taniguchi ha dimostrato più volte il suo talento versatile caratterizzato dalla profonda passione per il mondo dei fumetti, giapponesi e non. Quella stessa passione che nel 1970 lo spinse a trasferirsi a Tokyo, dopo aver conseguito il diploma liceale e aver intrapreso un modesto lavoro impiegatizio, per diventare un semplice assistente alle dipendenze di un mangaka affermato come Kyota Yoshikawa. Questa gavetta è l’incipit principale del suo ultimo lavoro, Uno zoo d’inverno. Un’opera volutamente autobiografica  che viaggia sul filo delle emozioni.

Il protagonista indiscusso è Hamaguchi, giovane fattorino presso una piccola ditta tessile del suo paesino, Tottori – cittadina natale di Taniguchi. Ragazzo ingenuo ed estremamente timido, Hamaguchi ama rifugiarsi nel suo piccolo mondo fatto di paesaggi illustrati. Il disegno è la sua vera ragione di vita, e non appena gli si presenta l’occasione decide di licenziarsi e partire alla volta di Tokyo. Lì incontrerà un contesto nettamente diverso, più affine alle sue capacità. Il periodo in cui si svolge il racconto, tra il 1966 e il 1970,  è quello della rivoluzione culturale e della netta apertura verso il mondo occidentale. Sono gli anni dove nascono magazine come Garo per dare visibilità al fumetto alternativo. Gli anni dove autori come Shotaro Ishimori e Osamu Tezuka salgono alla ribalta dando la concezione definitiva del manga moderno. Questo turbinio di nuove esperienze formeranno il giovane Hamaguchi, e gli daranno la consapevolezza del suo sogno oltre lo scetticismo familiare.

Il titolo si dipana attraverso sette capitoli che mostrano la narrazione classica di Taniguchi: dialoghi elaborati; sequenze ricche di particolari e dal taglio tipico giapponese; personaggi con un’ottima caratterizzazione. Nonostante si tratti di un racconto che vede come punto focale la crescita personale, c’è spazio anche per altri temi, su tutti l’amore. Un radioso sole che scalderà il cuore del protagonista dandogli la massima ispirazione per uscire dall’inverno della sua vita. La parte grafica rispecchia il profondo intimismo dell’autore, e ci regala uno storyboard in continuo movimento. Il lettore viene trascinato e partecipa in prima persona agli eventi salienti, dal lavoro certosino dello staff del fumettista Kondo alle uscite serali di Hamaguchi a base di alcol. I disegni sono atipici e mai banali, godendo di uno stile che richiama il fumetto occidentale.

Nella norma l’edizione presentata dalla casa editrice milanese Rizzoli/Lizard. Volume brossurato con alette, formato tipico da libreria, e utilizzo di una carta buona ma non priva di trasparenze. Traduzione e lettering ottimi, mentre si avverte la mancanza di un redazionale più approfondito sulla carriera di Jiro Taniguchi, utile ad avvicinare coloro che non hanno ancora avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo.


VOTO 8

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