Recensione: Marvel Collection n. 5 – Il Mitico Thor n. 1
Pubblicato il 17 Gennaio 2011 alle 10:19
Autori: Stan Lee (testi), Jack Kirby (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 6,00, 17 x 26, pp. 144
Come nel caso del Cap di Lee e Kirby o del Silver Surfer di Lee e Buscema, questo quinto numero della collana Marvel Collection della Panini Comics può essere definito con un termine: storico. D’altronde, quando si ha a che fare con un’opera scritta da Stan Lee e disegnata da Jack Kirby, in pratica due autori che hanno profondamente caratterizzato (e innovato) i fumetti statunitensi, è impossibile utilizzare aggettivi differenti.
Ma l’aggettivo in questione è, a maggior ragione, appropriato, se si prende in considerazione il protagonista di queste storie: il mitico Thor, il Dio del Tuono, apparso originariamente nella gloriosa rivista Journey Into Mystery, character fondamentale del Marvel Universe e ancora oggi rilevante nell’economia narrativa della Casa delle Idee.
Come i lettori più attenti hanno avuto modo di notare, i primi episodi del Dio del Tuono sono stati pubblicati nel Marvel Masterworks a lui dedicato; su Marvel Collection, invece, a partire da questa quinta uscita, si possono leggere le storie successive a quelle del suddetto Masterworks, e la cosa andrà avanti fino al numero otto.
Comunque, questi episodi non sono di poco conto: furono realizzati negli anni 1964/65, cruciali per la Marvel. Lee e i pencilers che lo coadiuvarono nei primi pionieristici inizi della Marvel avevano creato super-eroi rivoluzionari per gli standard dell’epoca: i Fantastici 4, l’Uomo Ragno, Hulk, lo stesso Thor, Iron Man, e altri. Tuttavia, a un certo punto Lee si accorse che essi, pur basandosi su idee azzeccate, erano rimasti gli stessi: Peter Parker era sempre lo studente che andava al liceo; Reed Richards non si decideva a dichiarare i suoi sentimenti a Sue Storm; e così via.
Le situazioni narrative rischiavano di diventare ripetitive. E allora Lee decise di inserire lo scorrere del tempo nel Marvel Universe. Ciò implicava numerose modifiche: di colpo, quindi, Peter Parker si diploma e va all’università; Sue Storm, prima indecisa tra Reed e Sub-Mariner, si fidanza con il primo… e Don Blake, alter ego mortale di Thor, rivela la sua vera identità all’amata Jane Foster!
Nel caso specifico di Thor, inoltre, il biennio 1964/65 fu importante anche per un’altra ragione. Fino a quel momento, infatti, Thor era stato una specie di Superman della Marvel e, in principio, Lee gli aveva fatto affrontare minacce alla Superman, appunto, trascurando il ricco pantheon divino che, in seguito, sarebbe stato fondamentale per il serial. Lentamente, quindi, e proprio con queste storie, Odino, Balder, il perfido Loki e gli abitanti della favolosa Asgard incominciano ad avere un ruolo prevalente nelle story-line e Journey Into Mystery si avvicinerà a lidi narrativi fantasy che diventeranno il marchio di fabbrica del serial.
In questo numero siamo ancora in una situazione che è una via di mezzo tra le due tendenze e Thor dovrà affrontare il perfido fratellastro Loki, Odino sarà molto presente, e così anche Balder. Ma non mancano characters meno ‘mitologici’ come l’Uomo Assorbente, Gargoyle, Hulk, i Vendicatori, Magneto, Sub-Mariner, il Cobra e Mister Hyde.
I testi di Lee, pur datati, risultano efficaci; e i disegni di Kirby sono perfetti, anche se inchiostrati da Chic Stone che non rese giustizia, a differenza del grande Joe Sinnott, al suo tratto grafico. A un lettore odierno lo stile kirbyano potrà sembrare trascurabile; ma vi invito ad osservare il fluire dinamico dell’azione e dei movimenti da una vignetta alla successiva per comprendere la grandezza di colui che, al pari di Will Eisner, ha inventato gli stilemi della narrativa disegnata del comic-book statunitense. Questa è storia, ragazzi. E c’è il sapore di un’epoca, gli anni sessanta, che stava radicalmente modificando ogni aspetto della società americana, fiction fumettistica compresa.
Voto: 8