I Pesci Non Hanno Sentimenti, di Michele Petrucci: Recensione
Pubblicato il 29 Giugno 2015 alle 11:10
La storia di Rino, un ragazzo in cerca di se stesso in un mondo sempre più alienante: una storia intima sulle difficoltà del mondo moderno!
Coconino Press si è sempre distinta per dare spazio a voci indipendenti del fumetto, che raccontano storie magari fuori dai grandi circuiti commerciali, ma di autori che sanno interpretare la realtà moderna. I Pesci Non Hanno Sentimenti, del bravo Michele Petrucci, è la storia di Rino: un ragazzo come tanti, che dopo i suoi studi di grafica si trova a lavorare per un’azienda di fotoriproduzioni per lapidi. Insomma, non di certo l’occupazione dei suoi sogni: sostanzialmente Rino ogni giorno deve modificare facce di persone defunte.
Rino non sembra essere integrato nell’ufficio, ne sembra volerlo fare: le chiacchere intorno scandiscono il ritmo serrato della vita lavorativa, interrotto solo dalle famose “pause caffè”, ma il ragazzo non sembra assolutamente a proprio agio nell’ambiente lavorativo.
Stando a contatto con tutti quei visi, Rino lentamente comincia ad ossessionarsi con Cesare Lombroso, il famoso studioso che pretendeva di individuare i criminali in base ai tratti del loro volto. Una sorta di alienazione che viene rappresentata in maniera molto efficace da Petrucci: è come se entrassimo nelle divagazioni dei pensieri di Rino, la cui mente lentamente si perde da un volto al PC per andare a visualizzare delle sorte di riassunti grafici delle teorie dello studioso.
Rino non ha una situazione familiare facile: la madre è da poco morta di malattia, e il rapporto con il padre non è dei migliori. Il padre di Rino era un pilota e venne rapito durante una guerra: al ritorno dalla prigionia cominciò a manifestare una serie di ossessioni, come quella per il cibo sano. Questa ossessione ha molte ripercussioni su Rino, che all’inizio del volume racconta del suo amore per cibi esotici e assurdi, ovviamente una forma di ribellione verso la figura paterna.
Il cibo è molto importante nel fumetto: il miglior amico di Rino, Jonathan, è un alternativo che si ciba solamente di pasti recuperati nella spazzatura, buttati perché vicino alla scadenza. Lentamente, Rino si fa coinvolgere dalle teorie di Jonathan, ispirate a nuove correnti di pensiero.
Jonathan ha deciso di andare a vivere nella comunità anti-consumista e semi-nomade Piccola Terra: e Rino deciderà di seguirlo, dopo aver avuto una sorta di esaurimento nervoso sul posto di lavoro.
Comincia così la seconda parte del fumetto, ambientata nella comunità: chi si aspetta una dicotomia netta tra mondo moderno e questa comunità auto-sufficiente rimarrà deluso: anche qui, dopo l’entusiasmo iniziale, cominceranno ad emergere le prime contraddizioni e difficoltà per Rino, che sembra integrarsi, avvicinandosi anche ad una ragazza, ma senza aver calcolato quanto possano essere complicate anche le altre persone.
I Pesci Non Hanno Sentimenti è un fumetto molto piacevole nella lettura: nonostante l’argomento possa sembrare ostico, non è mai volgare o crudo nella narrazione e nelle immagini, regnano più che altro i momenti di estraniazione di Rino, che sempre di più comincerà a classificare i volti come un moderno Lombroso, scomponendoli nei loro tratti.
I temi trattati sono molti, dal rapporto difficile con il padre, di cui non sappiamo in realtà molto ma è facile intuirne i tratti, al tema del cibo, ormai diventato simbolo di accettazione o rifiuto delle pratiche consumistiche. Ma come già detto, l’autore non si illude che basti scappare nel bosco per vivere felici e isolati, fuggendo dalla propria vita.
Il finale del fumetto ha delle tavole in realtà piuttosto sorprendenti che sicuramente colpiranno il lettore, e apriranno altre domande nella sua testa. Il fumetto infatti non punta a dare delle risposte, quanto piuttosto porre alcuni interrogativi su dei quesiti sicuramente attuali.
La bicromia di Petrucci è molto piacevole da vedersi : le sue tavole a tutta pagina gestiscono lo spazio in maniera eccellente, i personaggi hanno una fisicità di certo non iper-realistica che ricorda un po’ quella di Gipi, anche se sicuramente meno cruda. Il tratto insomma appare originale e perfettamente adeguato al tono della storia.
In definitiva I Pesci Non Hanno Sentimenti è un fumetto molto interessante, piacevole dal punto di vista grafico e con una storia che riserva delle sorprese e sicuramente non annoia: a chi piace il fumetto indipendente, consiglio l’acquisto dell’opera di questo autore italiano con un’idea personale di fumetto molto valida.