Marvel Masterworks – Hulk vol. 3
Pubblicato il 27 Giugno 2015 alle 11:10
Arriva il terzo Marvel Masterwork dedicato all’Incredibile Hulk! Non perdete gli storici episodi di Stan Lee tratti dalla collana Tales to Astonish, illustrati da autentiche leggende del calibro di Jack Kirby, Bill Everett, Gil Kane e Marie Severin!
Quando Hulk apparve per la prima volta non ebbe subito un grande riscontro commerciale. I lettori dei primi anni sessanta, infatti, lo considerarono un tipico mostro dei fumetti e non un supereroe. In realtà, il geniale Stan Lee ebbe l’intrigante idea di utilizzare un personaggio somigliante nel look ai protagonisti dei comic-book horror della Golden Age, nelle vesti di supereroe, appunto. L’operazione era stata anticipata con la Cosa dei Fantastici Quattro ma nel caso del tormentato Golia Verde il Sorridente si spinse oltre.
La prima serie di Hulk durò pochi numeri ma Lee, convinto delle sue potenzialità, lo fece apparire spesso in Fantastic Four e soprattutto in Avengers, facendo chiaramente capire che era parte integrante del nascente Marvel Universe. Le sue ripetute apparizioni suscitarono quindi l’interesse dei lettori e a un certo punto Lee ricominciò a narrare le gesta di Hulk con il mensile Tales to Astonish.
L’albo presentava due episodi di una decina di pagine dedicati rispettivamente a Hulk e a Sub-Mariner. Nell’ambito di quello spazio ristretto, Stan realizzò tuttavia storie che erano un capolavoro di sintesi, contrassegnate da un ritmo indiavolato e da un numero enorme di idee. L’impatto di questi lavori fu notevole e Hulk ottenne il successo che non aveva immediatamente avuto, e in seguito la Marvel varò il mensile Incredible Hulk, ancora oggi uno dei più importanti della casa editrice.
In questo terzo Masterwork dedicato al Golia Verde avrete modo di leggere le storie tratte dai nn. 80-100 di Tales to Astonish. Ma è pure incluso l’episodio speciale del n. 101, più lungo e incentrato su Hulk e Namor. Dal n. 102, anch’esso presente nel volume, la testata cambia nome e diviene Incredible Hulk. Si tratta perciò di materiale che definire storico è un eufemismo.
Come avrete modo di vedere, Lee cambia costantemente lo status del personaggio. All’inizio, per esempio, nessuno sa che Hulk è lo scienziato Bruce Banner; ma nel giro di poco tempo, il collerico generale Ross, sua figlia Betty e il maggiore Glenn Talbot scoprono la verità, con conseguenze devastanti. E presto anche l’opinione pubblica sarà al corrente della cosa. Lee si concentra sul triangolo Bruce/Betty/Glenn senza però insistere sulle atmosfere da soap opera. Anzi, l’azione adrenalinica è dominante e il mostro è costretto ad affrontare minacce in continuazione.
Stan si sbizzarrisce con le invenzioni, introducendo il letale Boomerang, al soldo dell’Impero Segreto; recuperando l’alieno Straniero; facendo scontrare Hulk con Silver Surfer in episodi che fungono da premessa alle future vicende dei Difensori; utilizzando l’Alto Evoluzionario e i Cavalieri di Wundagore e inventando l’orribile Abominio, terza creatura creata dai raggi gamma dopo Hulk e il Capo. I testi a distanza di tanti anni risultano verbosi, sebbene ironici, ma le atmosfere delle storie sono intriganti e hanno un fascino piacevolmente vintage.
Per quanto riguarda i disegnatori, abbiamo a che fare con autentiche leggende non solo della Marvel ma del fumetto americano in generale. Il Re Jack Kirby si occupa degli schizzi dei primi episodi, rifiniti dal maestro Bill Everett, inventore di Sub-Mariner e primo penciler di Devil. Non si può poi non citare il grande John Buscema, qui al suo esordio alla Marvel, impegnato a illustrare una lotta tra Hulk e un gigantesco robot. Impossibile poi trascurare il sommo Gil Kane, colui che realizzò una delle versioni più convincenti del personaggio e che raffigura la nascita dell’orripilante Abominio con un talento mozzafiato. Ci sono inoltre i primi episodi firmati da Marie Severin, la cui interpretazione visiva del pelleverde fu per parecchio tempo considerata canonica.
La storia del n. 102, che segna il cambio del titolo della collana, vede Gary Friedrich ai testi, uno degli sceneggiatori di punta della Marvel dei seventies, che fa finire il mostro su Asgard, situazione per lui inconsueta, con tanto di Loki, Incantatrice ed Esecutore a complicare tutto. Insomma, questo Masterwork presenta materiale di grande rilevanza. Non perdetelo.