Arrow Stagione 3 – Recensione

Pubblicato il 1 Luglio 2015 alle 12:10

“Il mio nome è Oliver Queen, dopo cinque anni all’inferno sono tornato con un solo obiettivo: salvare la mia città. Altri si sono uniti alla mia crociata, per loro sono Oliver Queen ma per il resto di Starling City sono qualcun’altro, sono qualcos’altro”

Con queste parole inizia solitamente ogni puntata di Arrow, che ci ha tenuto compagnia ogni martedì notte fin da gennaio. La serie di Arrow, nata nel 2012, ha avuto un ruolo determinante nel successivo sviluppo di tutte quelle serie tv sui supereroi iniziate poi negli anni successivi o in partenza a breve, tre le quali Supergirl e Legends of Tomorrow solo per citarne alcune; è stato una sorta di apripista per la successiva “invasione” televisiva dei supereroi DC Comics e anche Marvel.

Chi segue la serie dal principio si è ormai quasi sicuramente affezionato alla serie stessa oltre che ai vari personaggi che la affollano. Partita appunto tre anni fa con il botto, perchè risultava essere comunque qualcosa di nuovo e fresco nel panorama delle serie tv, ha sin da subito conquistato la sua folta schiera di fan pronti a difenderla a spada tratta oltre che, com’è naturale, coloro a cui non è andata giù fin da quella sua prima stagione. Pro o contro la serie è indiscutibile che questa abbia avuto i suoi alti e bassi in questi anni; si diceva di una buona partenza, per poi giungere a una sempre più che buona seconda stagione, per poi giungere a un calo fisiologico con questa terza stagione.

La stagione inizia con un avvenimento ben preciso che sarà il cardine dell’intera vicenda sviluppata in ben 23 episodi (troppi? forse) e che porterà tutti i protagonisti a scontrarsi tra loro nel bene o nel male, con vecchie conoscenze che faranno il loro ritorno in città. Il solito Stephen Amell guiderà il suo gruppo di sempre con interessanti nuove aggiunte fino allo scontro con il vero villain della stagione, Ra’s al Ghul.

Quello che manca in questo scontro fisico e psicologico e all’intera stagione è un’anima. Senza contare la vicenda ambientata nel passato, durante i 5 anni “d’inferno”, raccontata male e in modo assolutamente confusionario e quasi incomprensibile che non riesce a catturare l’attenzione dello spettatore praticamente mai. S

i diceva che al tutto manca originalità e freschezza, proprio fattori determinanti nella riuscita delle prime due stagioni, questo è senz’altro dovuto anche alla presenza di personaggi deboli dal punto di vista narrativo; un esempio su tutti è il personaggio di Ra’s al Ghul che avrebbe dovuto svettare sugli altri proprio per l’importante nome che si porta dietro e che invece cade vittima della sua stessa prolissa retorica lasciando quel poco di spettacolarità allo scontro tra lui e Oliver a metà di stagione, e che in ogni caso non riesce a competere con il Deathstroke della seconda stagione.

Unico personaggio veramente fresco e interessante è, un pò a sorpresa, Ray Palmer (Brandon Routh) aka Atom, che riesce a divertire e interessare fin dalle sua prime apparizioni con continui scambi di battute irriverenti e ben riuscite con Felicity Smoak (Emily Bett Rickards). Nota importante anche per Thea Queen (Willa Holland) che durante l’arco narrativo subisce una evoluzione del suo personaggio abbastanza interessante.

Questo anche grazie al ritorno in scena in grande stile di Marlom Merlyn (John Barrowman), l’Arciere Oscuro che entra ed esce di scena in maniera accattivante e coinvolgente.

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Oltretutto in questa stagione manca una minima varietà delle ambientazioni, c’è molta meno città per esempio, Starling City passa in secondo piano e il tutto si svolge in una manciata di location che dopo poco tempo perdono di interesse senza contare l’utilizzo di una CG visibilmente scadente con cui vengono rappresentate determinate scene.

La stagione resta comunque interessante, più che altro per chi ormai, come si diceva in precedenza, si è affezionato alla serie ispirata al supereroe Freccia Verde, e la segue fin dal principio perchè difficilmente partendo da quest’ultima serie ci si potrà affezionare o farsi intrigare dalla vicenda più di un certo tanto.

Non resta dunque, anche visto il finale, che attendere la quarta stagione di Arrow in partenza a ottobre, sperando che si torni a un maggiore coinvolgimento.

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