Historica vol. 32, La Grande Guerra 14 – 18 – Recensione
Pubblicato il 19 Giugno 2015 alle 15:10
Inizia 14-18, straordinaria opera di area francofona incentrata sulle drammatiche vicissitudini di un gruppo di soldati durante la Prima Guerra Mondiale! Non perdete il nuovo capolavoro della collana Historica di Mondadori Comics!
Gli autori di fumetti hanno spesso ragionato sull’orrore della guerra realizzando opere straordinarie con intenti di denuncia. In effetti questa forma espressiva, grazie alla sua immediatezza, è perfetta per la rappresentazione delle brutture e delle tragedie che ogni conflitto purtroppo comporta. Un esempio di ciò è il meraviglioso affresco corale di 14-18, saga ambientata durante i cupi anni della Prima Guerra Mondiale che Mondadori Comics propone in questo volume della collana Historica.
Il libro include i tre capitoli iniziali e si tratta di una lettura coinvolgente. A scrivere la sceneggiatura è il bravissimo Corbeyran, già noto per il controverso 9/11, e i disegni sono dell’ottimo Etienne Le Roux. Il livello qualitativo è dunque elevato e la vicenda ha la profondità e la complessità di un romanzo, grazie alla vastità dell’universo narrativo concepito dallo scrittore. Il fumetto è impostato alla stregua, appunto, dei romanzi storici, con vicende di personaggi fittizi situati però in un ambito realistico e storicamente accurato.
Del resto, è più facile comprendere gli avvenimenti storici concentrandosi sulle esistenze della gente comune. Nel caso specifico delle guerre, poi, sono queste ultime a farle, loro malgrado, poiché vittime della follia e dei calcoli dei potenti. Vale per i protagonisti di 14-18. Sono otto giovani amici che vivono una vita non dissimile da quelle dei loro coetanei. Escono insieme, giocano, bevono, si divertono e, non appena ne hanno la possibilità, amoreggiano con le rispettive fidanzate. Niente di straordinario, insomma. Ma tutto cambia quando la Francia entra in guerra e i ragazzi sono costretti ad arruolarsi.
Dovranno quindi abbandonare i loro affetti, spostarsi verso la frontiera e combattere contro i tedeschi, rischiando di perdere la vita in qualsiasi istante. Sperimenteranno l’incubo dei bombardamenti, vedranno morire i commilitoni, osserveranno corpi smembrati e mutilati; in poche parole, entreranno nel ‘cuore di tenebra’, per usare un’espressione conradiana, scaturito dalle peggiori pulsioni dell’animo umano. E va da sé che le terribili esperienze li segneranno per sempre, muteranno i loro rapporti, faranno emergere antichi dissapori e porteranno alla luce segreti inconfessabili: il fatto che uno di loro ha avuto un rapporto con la fidanzata di un amico; o che un altro ha sempre represso una latente omosessualità e così via.
L’analisi psicologica dei personaggi è accurata e la trama caratterizzata da un perfetto equilibrio di azione e introspezione. Ci sono elementi importanti che assumono una valenza simbolica: per esempio, i disegni di uno dei ragazzi, giovane artista sensibile, che rappresentano la memoria di queste esperienze dolorose; il soldatino di piombo perduto da un ragazzino, metafora dell’innocenza stravolta dall’insensatezza bellica. 14-18 è pieno di dettagli di questo tipo che contribuiscono a rendere intrigante la lettura. Corbeyran descrive inoltre la mancanza di scrupoli dei superiori, disposti a sacrificare i soldati per meri calcoli strategici, e la contrapposizione gerarchica tra questi ultimi e i protagonisti è una delle tematiche essenziali della trama.
I testi sono intensi e i dialoghi hanno un’espressività notevole, tanto che sarebbero perfetti per un film e forniscono molti spunti di riflessione. La struttura del plot è inventiva e la narrazione non ha una precisa linearità cronologica. L’inizio di ogni capitolo, infatti, è situato nel periodo successivo al 1918, in un momento in cui dunque la guerra si è ormai conclusa. Con tale escamotage, Corbeyran introduce però informazioni che verranno poi spiegate e analizzate procedendo a ritroso, in una specie di flashback. L’autore perciò crea parecchia suspense e stimola il desiderio del lettore di saperne di più.
In 14-18, tuttavia, sono importanti anche le donne, a loro volta protagoniste e vittime della guerra. Costrette a vivere in un costante stato d’ansia, torturate da angosciose domande sul destino del marito o del fidanzato, sono attrici di un dramma parallelo fatto di dolori e rimpianti. Insomma, 14-18 è realmente un esito creativo pregevole. E la qualità è data anche dai disegni di Le Rouax.
Il penciler ha un tratto naturalistico, appropriato per il tipo di storia raccontata, e dimostra un’attenzione maniacale nei confronti dei particolari. Le divise, le armi, le trincee piene di fango, i campi di battaglia insanguinati, l’architettura parigina e i paesaggi bucolici dei villaggi dell’entroterra francese sono raffigurati con una cura e un’eleganza incredibili. Ogni personaggio è ben caratterizzato e Le Roux esprime i proteiformi sentimenti dei protagonisti insistendo sulle espressioni facciali e sugli sguardi, spesso ricorrendo a un lay-out creativo. Insomma, 14-18 è l’ennesimo gioiello della collana Historica. Non perdetelo.