Inside Out – Recensione
Pubblicato il 27 Luglio 2015 alle 23:13
All’interno della mente dell’undicenne Riley, le emozioni Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura collaborano per garantirle stabilità interiore e preservare l’integrità dei diversi aspetti della sua personalità. Quando si trasferisce con i genitori dal Minnesota a San Francisco, Riley vive un catastrofico terremoto emotivo lasciando che Paura, Rabbia e Disgusto prendano il sopravvento. Relegate in un angolo remoto della mente della ragazzina, Gioia e Tristezza dovranno collaborare intraprendendo un avventuroso viaggio per tornare al Quartier Generale.
Una seduta di psicanalisi mascherata da avventuroso film d’animazione. Solo la Pixar poteva osare tanto. Il regista e sceneggiatore Pete Docter sembra proseguire un suo personale studio sulla crescita dell’individuo iniziata dalle paure infantili della piccola Boo, due anni, in Monsters & Co., proseguita con la solitudine del boy-scout Russell, otto anni, in Up per arrivare al rito di passaggio adolescenziale dell’undicenne Riley in questo Inside Out, un’opera che si presterebbe a numerosi livelli di lettura proprio nello stesso modo in cui si potrebbe analizzare la psiche umana.
Come nei migliori film Pixar, Inside Out esce dalle convenzioni buoniste che glassano la maggior parte dei prodotti animati odierni e scava con onestà nel profondo della sfera emotiva sfiorando con delicatezza le corde della malinconia che vibrano riverberando nel pubblico onde di commozione. Sentimenti e stati d’animo, basilari e semplici durante l’infanzia, diventano più complessi durante la crescita, il cambiamento e la maturazione intellettuale ed emotiva dell’individuo. E’ questo lo spunto da cui parte la storia.
Sono quindi fondamentali le interazioni tra le Emozioni che vivono nella mente della giovane Riley, cinque personaggi frutto di un magistrale capolavoro di design concettuale, caratterizzati dai colori che simboleggiano i rispettivi umori e da una mimica corporea altamente espressiva che denota le diverse sfaccettature psicologiche. I dialoghi esilaranti e le gag visive a cui danno vita le Emozioni sdrammatizzano le più serie ripercussioni che avranno nella condotta di Riley alle prese con un momento difficile della sua adolescenza.
Gioia, leader delle Emozioni, non riesce ad evitare il catastrofico terremoto interiore che porterà all’annientamento di alcuni aspetti della personalità della ragazzina. Il rapporto di Gioia con Tristezza è quello di una madre con la figlia depressa, un parallelismo sottile ed azzeccato con la relazione tra Riley e i suoi genitori che le caricano erroneamente sulle spalle il peso di dover essere il sostegno emotivo della famiglia. Con Gioia e Tristezza scacciate dal Centro di Controllo, al comando restano Emozioni più impulsive e negative quali Rabbia, Disgusto e Paura che condurranno Riley a prendere decisioni sbagliate.
Gioia e Tristezza devono quindi cercare una simbolica cooperazione nel tentativo di tornare alla base, un rocambolesco, travagliato viaggio nella personalità di Riley e nelle suggestioni di un’infanzia che ormai si fa sempre più sfocata, dal simpatico amico immaginario Bing Bong, che regala alcuni dei momenti più divertenti e toccanti del film, al mostruoso clown, paura fanciullesca che rimanda appunto a Monsters & Co..
La natura metanarrativa del film raggiunge trovate visive assolutamente geniali. Ad esempio, percorrendo lo spazio del pensiero astratto, Gioia e Tristezza diventano appunto figure astratte che si destrutturano diventando prima bidimensionali e poi elementari. Pazzesco. Ma c’è anche una chiave di lettura metacinematografica. Le Emozioni seguono e dirigono la vita di Riley attraverso uno schermo, esattamente come se si trattasse di un film. La creazione dei sogni della ragazza, viene poi rappresentata proprio come un set cinematografico. Film e dimensione onirica si assomigliano come mondi immaginari in cui la realtà viene distorta.
La sceneggiatura concede alcuni momenti di satira pungente sulle nevrosi quotidiane, la vita coniugale e gli attuali modelli per teenager. In tal senso è irresistibile la sequenza durante i titoli di coda. Delicato il tema portante al pianoforte di Michael Giacchino, uno dei compositori contemporanei più bravi nell’esprimere pura potenza emotiva con le sue colonne sonore. Pregevole anche il cortometraggio Lava, storia d’amore di un vulcano vivente, che sarà proiettato nelle sale insieme al film
La Pixar torna ad altissimi livelli, forse mai raggiunti prima, dopo prove come Cars 2, Brave e Monsters University che non hanno riservato i picchi di genialità a cui John Lasseter e compagni ci avevano abituati. Accettare il cambiamento e il dolore per crescere e andare avanti senza costringersi con ipocrisia ad essere felici. Questa la lezione di vita di Inside Out, un capolavoro che travolge con l’intensità delle sue emozioni.