XIII vol. 3 – recensione
Pubblicato il 18 Giugno 2015 alle 15:10
Le complesse e intricate vicende di XIII, l’eccezionale spy story di Vance e Van Hamme, continuano e arrivano le prime risposte ai tanti misteri! Ma nascono nuovi dubbi di non facile risoluzione! Non perdete questo nuovo avvincente capitolo del capolavoro spionistico del fumetto francofono!
Chiunque conosca XIII usa il termine capolavoro per definirlo e nel suo genere può senza dubbio essere considerato tale. La vicenda del tormentato Steve Rowland, accusato di essere l’assassino del Presidente degli Stati Uniti, al centro di innumerevoli intrighi e complotti di non facile risoluzione, ha entusiasmato tantissimi lettori e la decisione di Mondadori Comics di proporre la saga nella sua completezza in una veste grafica ed editoriale eccellente è stata giustamente salutata con favore.
Lo sceneggiatore Jean Van Hamme ha avuto il merito non solo di concepire una story-line appassionante e ricca di continui colpi di scena ma anche di descrivere un mondo di ambiguità morale che, al di là del contesto di una fiction, non è poi molto dissimile dalla nostra realtà. XIII è innanzitutto un’incisiva analisi della mancanza di scrupoli del potere politico, finanziario e militare. In questo ambito da realpolitik nessuno è innocente né può essere descritto con i termini semplicistici di buono o cattivo. Ed è forse questo aspetto ad aver intrigato molti.
XIII inoltre contiene echi di avvenimenti veramente accaduti come, per esempio, l’omicidio di Kennedy e tanti personaggi della saga fanno pensare a controverse figure reali. E’ il caso di un alto rappresentante del governo statunitense che in questo terzo volume assume un ruolo rilevante e ricorda in maniera evidente il discusso Henry Kissinger. L’opera è piena di dettagli di questo tipo e l’atmosfera cospiratoria che quasi anticipa il clima da guerra di civiltà dei nostri giorni è onnipresente.
Anche in questa terza uscita il protagonista Steve Rowland non ha recuperato la memoria ma è ormai chiaro che la sua identità è fittizia. E’ esistito quindi uno Steve Rowland? E se è così, che fine ha fatto? E chi è realmente l’uomo che ne ha preso il nome (e peraltro non è nemmeno l’unico)? In questa story-line Van Hamme fornisce alcune risposte. La diabolica organizzazione eversiva che intende provocare una Terza Guerra Mondiale farà la sua mossa e scopriremo che alcuni dei character finora apparsi sono in combutta con essa. Non mancherà nemmeno il terribile killer denominato Mangusta, i cui intenti sono però ancora sconosciuti.
Un ruolo fondamentale nella trama lo giocherà l’avvenente tenente Jones che forse persegue obiettivi personali. E viene introdotta Betty, un altro intrigante personaggio femminile che incontrerà Steve e finirà coinvolta, suo malgrado, nelle macchinazioni ai suoi danni. Ma, come ho già scritto, arriveranno pure alcune risposte che tuttavia daranno vita a nuove, inquietanti domande. La saga complessa di XIII è dunque lungi dall’essersi conclusa.
I testi e i dialoghi di Van Hamme sono secchi e incisivi, hard-boiled nell’impostazione, e risentono della laconicità espressiva di autori di spy story come LeCarré. Per quanto riguarda i disegni, l’ottimo William Vance fa un lavoro sopraffino, come è lecito aspettarsi da un penciler del suo livello. Il tratto è naturalistico, accurato, e le tavole sono piene di dettagli infinitesimali che rafforzano l’autenticità della storia. Vance utilizza inquadrature dal taglio cinematografico e primi piani che servono ad evocare le violente emozioni che animano i protagonisti. Innegabile è poi la dinamicità delle sequenze d’azione.
XIII è una serie da tenere d’occhio e rappresenta il fumetto, inteso come forma espressiva, al meglio delle sue possibilità. Coloro che già la conoscono sanno bene di cosa si tratta. Chi invece ancora non l’avesse letta, dovrebbe farlo perché è un’opera di grande qualità che non può assolutamente essere trascurata.