Josif-1957, di Davide Barzi e Fabiano Ambu – una recensione

Pubblicato il 15 Giugno 2015 alle 11:30

Un piccolo passo per un uomo…un gigantesco balzo per un gorilla!!

Prima che Jurij Gagarin varcasse l’Ultima Frontiera, prima che la bandiera a stelle e strisce sventolasse sulla faccia della Luna, vi fu un altro eroe, ingiustamente dimenticato, che volò verso le stelle: Josif, il gorilla astronauta!

Corre l’anno 1957. Da pochi giorni, la capsula che ha portato in orbita la cagnetta Laika ha fatto ritorno sulla Terra, ma l’animale non ce l’ha fatta: la temperatura interna del veivolo spaziale è improvvisamente schizzata a quarantuno gradi, causandone la morte prematura. È un grave smacco per gli alti dirigenti dell’Unione Sovietica, che vedono, nella gara per la conquista dello spazio, l’opportunità di surclassare ed umiliare il nemico capitalista. Bisogna rimediare al più presto al fallimento di Laika e, per farlo, l’amministrazione russa concentra tutti i propri sforzi su una nuova missione, ancora più ambiziosa: portare oltre l’atmosfera terrestre una creatura ben più potente ed impressionante, il cui patrimonio genetico combacia per il 97% con quello del suo cugino bipede.

Josif – 1957, scritto da Davide Barzi e disegnato da Fabiano Ambu per Lineachiara, è il racconto, ibrido tra creazione fantascientifica e rievocazione storica, dell’impresa compiuta, o, per meglio dire, subita, da Josif Vissarionovic Dzugasvili, gorilla congolese nato il giorno stesso dell’emorragia cerebrale che causò la morte del dittatore comunista. Cresciuto dalla Dottoressa Ozimov, allevato e plagiato dal folle Dottor Pavlov, il gigante peloso verrà imbaracato, suo malgrado, in una navicella diretta verso lo spazio profondo, come parte di un segretissimo e visionario progetto sovietico. Ma gli stessi uomini che avevano pensato di piegare le forze della natura selvaggia ai loro meschini interessi, impareranno a loro spese che Josif non è tipo da prendere ordini e che, ad un posto nella storia della Grande Madre Russia, preferisce di gran lunga l’ombra di un banano nella foresta pluviale della sua amata e mai conosciuta Africa.

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Accompagnato da alcuni estratti del documentario preparato dal giornalista scientifico Luigi Bignami sulle zone d’ombra del programma spaziale sovietico, il fumetto firmato dalla coppia Barzi-Ambu si muove, per tutta la durata dei suoi quattro travolgenti ed elettrizzanti capitoli, in un surreale clima di cronaca storica e sfrenata allucinazione fantascientifica e fantapolitica.

Con il fumetto […] realtà e fantascienza

si incontrano e, quando necessario, l’una sa

esaltare la verità dell’altra e viceversa.

Conclude Luigi Bignami nella sua introduzione all’opera. Ed è una profonda verità che l’arte della vignetta, quando sceglie di raccontare i fatti e le idee della Storia, riesce a conferire loro una vivacità ed un’immediatezza impensabili ad un semplice resoconto oggettivo della realtà. La fantasia irrompe spesso nella vicenda del gorilla astronauta, ma è più che reale l’atmosfera di competizione, spesso immorale e sfrenata, di quegli anni in cui le due superpotenze mondiali si ergevano entrambe a guida e a stella polare non solo del pianeta, ma dell’intero universo.

C’era tanto da raccontare in una storia come quella di Josif, ma non facile era farlo senza cadere in rozzi semplicismi. Davide Barzi vi è riuscito con il suo spirito indipendente e critico, irriverente e anticonformista. Quello stesso carattere che gli consente di saltare da titoli come Don Camillo agli Almanacchi Bonelli, dal mondo di Diabolik alle strisce comiche di Ernesto, senza mai perdere la propria sincerità e originalità.

Il modus narrandi di Barzi, diretto, articolato e preciso, accompagna il lettore all’interno dei segreti di stato sovietici, rivelandone i tratti più violenti, macabri e spietati, presentandoci personaggi di alti ufficiali russi senza alcuno scrupolo né limite morale, pronti a sbarazzarsi dei nemici del regime tanto quanto dei suoi devoti collaboratori. Avvalendosi di balzi temporali che ricostruiscono la storia tragica del protagonista, l’autore di Josif-1957 compone un’opera di indagine storica che a tratti appare perfettamente plausibile. E non saremmo più di tanto stupiti se lo fosse, abituati come siamo alle più scabrose rivelazioni, capaci di gettare nel fango miti, grandi nomi o interi governi e nazioni. Da questo Barzi vuole metterci in guardia: forse non tutto nella storia del gorilla astronauta corrisponde a realtà, ma è certo che molto ci è ancora nascosto, sull’uno e l’altro versante della cortina di ferro, che sembra essere oggi più fitta che mai.

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L’invito, quindi, è quello a pensare e riflettere su ogni racconto, su ogni notizia, usando la propria testa e in piena coscienza e concedendo la nostra fiducia con massima cautela.

Dal punto di vista grafico, cupi sono i colori di Rosa Puglisi, tagliati spesso dal bianco della pagina, e forti e dense le chine di Fabiano Ambu, docente presso il WOW, Museo di fumetto di Milano, e la scuola Comixrevolution di Bergamo. Insieme, formano quadri di forte impatto, che esplodono nelle scene di furia del gorilla, sfruttato, imprigionato, torturato. È un grido contro l’arroganza e la superbia dell’uomo, quello di Josif, tanto forte in quell’epoca di sfruttamento incontrollato delle risorse del nostro pianeta, quanto ai giorni in cui viviamo, che di quel tempo sono figli e nipoti.

Il risultato di questo sodalizio artistico e scientifico, di questo progetto nato quasi per scherzo, nato per dare un nome, una storia, un passato al primate protagonista del manifesto ideato da Fabiano Ambu per l’edizione 2014 di Cartoomics, è un poker di fumetti dall’alto contenuto provocatorio, il racconto di un volo spaziale le prove della cui esistenza stanno venendo a galla dopo oltre mezzo secolo, che odora di guerre di spie, laboratori nascosti e complotti ad alto potenziale radioattivo.

La Guerra Fredda è ancora, storicamente parlando, un mare di nebbia. Ma, finalmente, qualcosa sembra emergere alla luce del giudizio del popolo sovrano. Ancora ombre confuse, tuttavia, che giustificano le interpretazioni più audaci, come quella che vuole che si sia udito, in quegli anni di avvenimenti terribili e straordinari, pure un ruggito di gorilla giungere dallo spazio.

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