Avengers Serie Oro vol. 6 – Le Notti di Wundagore – recensione

Pubblicato il 12 Giugno 2015 alle 11:10

Quali sono i membri dei Vendicatori dal passato più tormentato? La risposta è semplice: Quicksilver e Scarlet! Non perdete una delle saghe più memorabili degli Avengers incentrata sulla coppia di fratelli mutanti: Le Notti di Wundagore!

Nel corso dei decenni, la serie dei Vendicatori è risultata avvincente per gli avvenimenti che hanno coinvolto i numerosi componenti della squadra di supereroi più potente del Marvel Universe. Capitan America, Occhio di Falco, Hank Pym e tanti altri sono stati al centro di incredibili, spesso inaspettati, sviluppi narrativi. Ciò vale particolarmente per Quicksilver e Scarlet. Ogni Marvel fan sa che il passato drammatico dei due fratelli è uno degli elementi fondamentali delle avventure degli Avengers, degli X-Men, degli Inumani e di tante altre aree del vasto mondo supereroico creato da Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko.

Tuttavia, le origini di Wanda e Pietro sono state per parecchi anni complicate e contraddittorie (e ormai è risaputo che la Casa delle Idee ha deciso di modificarle ulteriormente) e questo numero della collana Avengers Serie Oro lo dimostra. Un ruolo fondamentale lo assumerà proprio il passato dei tormentati fratelli mutanti. Gli episodi sono tratti dai nn. 181-187 di Avengers e si collocano nel periodo successivo a quello della saga di Korvac ideata dal controverso Jim Shooter.

Alla fine di quella story-line i testi del mensile furono affidati a David Michelinie che decise di modificare la line-up della squadra. I ricorrenti cambiamenti di formazione non erano una novità e costituivano anzi una delle ragioni principali del successo degli Avengers. Ma in questo caso esistevano motivazioni narrative. Shooter, infatti, aveva ampliato i ranghi del team in maniera esagerata, inserendo Drago Luna, Capitan Marvel e addirittura i Guardiani della Galassia. Michelinie modifica dunque lo status quo. Per ottenere un’immunità diplomatica che consenta ai Vendicatori di agire, devono sottostare alla supervisione governativa, rappresentata dal rigido e scostante Henry Peter Gyrich.

Costui stabilisce che il team sarà composto solo da sette elementi e la scelta non verrà affidata a Cap o a Iron Man. Michelinie delinea una trama tipicamente supereroica, mainstream nell’impostazione e piuttosto tradizionale; comunque, divertente ed efficace. Steve Rogers e compagni dovranno vedersela con l’Uomo Assorbente, per esempio, e soprattutto con il misterioso Django Maximoff che afferma di essere il padre di Quicksilver e Scarlet (in quel periodo i due erano reputati figli di Miss America e Whizzer, gloriosi eroi Timely della Golden Age) e le cose per loro si faranno preoccupanti.

Michelinie usa abilmente i vari personaggi, giocando con svariate creazioni del Marvel Universe per poi lasciare le sceneggiature al compianto Mark Gruenwald e a Steven Grant. Il primo, in particolare, aveva una conoscenza maniacale dei trascorsi dei character e firma una storia ambientata a Wundagore, collegata a vecchie saghe di Thor e di Warlock. Fa apparire inoltre personaggi minori come il tenebroso Modred e gioca con atmosfere mistico/esoteriche utilizzando il libro del Darkhold e la terribile entità malefica Chthon che prende momentaneamente possesso della bella Wanda.

Alla loro uscita queste storie furono apprezzate ma non considerate memorabili. In realtà, con il senno di poi, hanno un’importanza indiscutibile, dal momento che negli anni ottanta un autore come John Byrne ne riprese alcuni elementi occupandosi di Scarlet. E lo stesso vale per Brian Michael Bendis. Senza spoilerare, mi limito ad affermare che le premesse di una sequenza come Vendicatori Divisi si trovano proprio in questi episodi.

I disegni sono di John Byrne, leggendario penciler di Uncanny X-Men, Fantastic Four, Superman e altri capolavori. Il suo stile è plastico e i personaggi sono caratterizzati in maniera egregia. Il dinamismo delle pagine è innegabile. Tuttavia, il tratto appare meno tridimensionale del solito, a causa degli inchiostratori che, come nel caso di Gene Day e Klaus Janson, smorzano la fluidità delle matite. Di conseguenza, Byrne è meno dirompente rispetto agli spettacolari albi degli X-Men. Ma il risultato complessivo è di qualità. Così come si può considerare di qualità questa sesta uscita di Avengers Serie Oro.

le notti di wundagore

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