Recensione: Wonder Woman – La Notte Più Profonda

Pubblicato il 11 Gennaio 2011 alle 12:00

Autori: Greg Rucka (testi), Nicola Scott, Eduardo Pansica (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 4,95, 16,8 x 25,7, pp. 80


Al pari di Superman e Batman, Wonder Woman è un personaggio storico del fumetto americano, se non altro poiché la splendida amazzone è stata la prima super-eroina del comicdom. Creata da William Moulton Marston, la principessa Diana è a tutt’oggi l’unico character femminile ad aver ottenuto un successo duraturo. Forse il motivo è proprio dovuto alla sua importanza storica o forse ci sono altre ragioni, più complesse, che ovviamente non posso analizzare nello spazio ristretto di una recensione.

E, come nel caso di Supes e Bats, anche il comic-book di Wonder Woman, nel corso dei decenni, ha subito alti e bassi qualitativi e la stessa eroina è andata incontro a numerose modifiche. Tra le tante versioni dell’amazzone, a parte la classica, va ricordata quella di Ross Andru negli anni settanta, in cui la super donna perdeva i poteri e agiva in un contesto urbano alla stregua di una detective. E non bisogna scordarsi della stupenda lettura post-Crisis del grande George Perez.

Perez, in particolare, inserì prepotentemente nelle avventure di Wonder Woman gli elementi mitologici (alla maniera, facendo le debite proporzioni, del Thor marvelliano) che, di fatto, erano sempre stati presenti anche nelle run precedenti; tuttavia, Perez insisté su questo aspetto molto di più rispetto ai suoi predecessori, rendendo il serial di Diana un piacevole esempio di fantasy con venature super-eroiche.

Wonder Woman riveste un ruolo cruciale nel DC Universe e, come è facile intuire, non poteva non essere coinvolta negli avvenimenti di Blackest Night, il meraviglioso cross-over di Geoff Johns giunto a conclusione pure in Italia. E il volume Wonder Woman – La Notte Più Profonda presenta, appunto, le vicende di Diana che si collegano alla saga, originariamente pubblicate in America nella miniserie di tre numeri Blackest Night: Wonder Woman, scritta da Greg Rucka e disegnata da Nicola Scott (con l’aggiunta di Eduardo Pansica nel secondo capitolo).

Rucka non ha bisogno di presentazioni e ha all’attivo lavori per Marvel e DC e, pur trovandolo discontinuo e più adatto a delineare trame noir e hard-boiled, devo ammettere che con Wonder Woman, nello specifico di questa uscita, ha realizzato un buon prodotto. Peraltro, la battaglia dell’amazzone con le terribili Lanterne Nere è descritta dall’autore in maniera poco edulcorata e inusuale per un fumetto mainstream: ci sono infatti teste mozzate, sangue, mutilazioni (basta ragionare sulla sequenza di Wonder Girl alla quale viene strappato il cuore!) e una generale atmosfera horror, a tratti splatter.

Come per ogni fumetto di super-eroi che si rispetti, non mancano le guest star: Mera, la principessa Ippolita, Maxwell Lord, Wonder Girl, Batman; e i testi di Rucka, caratterizzati da monologhi interiori dalla struttura frammentaria, sono efficaci. Per giunta, lo scrittore riesce a svolgere una interessante analisi psicologica di Diana, collegandosi ai colori delle varie Lanterne che, come sanno i fans di Hal Jordan, rappresentano differenti stati emotivi.

E qual è quello preponderante di Wonder Woman? L’azzurro (l’anelito alla pace)? Il giallo (la paura)? Il rosso (la rabbia)? Zaffiro Stellare, character spesso presente in Green Lantern, fornirà la risposta. Se i testi sono validi, lo stesso dicasi per gli ottimi disegni di Nicola Scott, rivelazione del comicdom americano degli ultimi tempi. Il lay-out delle pagine è strepitoso, così come la visualizzazione degli orrori collegati alle Lanterne Nere o della sensuale bellezza fisica della protagonista. Per concludere, Wonder Woman – La Notte Più Profonda non è un fumetto innovativo o rivoluzionario ma un tipico prodotto da entertainment; però c’è qualità ed è realizzato con professionismo. E tanto basti.


Voto: 8

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