Top & Flop Anime: Seraph of The End, Arslan Senki, DanMachi
Pubblicato il 5 Giugno 2015 alle 15:00
A un mese dall’inizio della stagione estiva vediamo come stanno proseguendo alcune delle tante proposte disponibili in streaming legale sottotitolato in italiano.
‘È sbagliato cercare di incontrare ragazze in un dungeon?’ è l’adattamento animato della serie di light novel ‘Dungeon ni Deai o Motomeru no wa Machigatteiru Daro ka’ di Oumori e Yasuda prodotta dallo studio J.C. Staff per la regia di Yoshiki Yamakana. In Italia è stata acquistata da Yamato e diffusa sul canale YouTube Yamato Animation.
La storia è ambientata nel mondo immaginario di Orario, nel quale c’è il Dungeon, una torre infestata da creature mostruose dalla cui uccisione gli avventurieri ricavano pietre preziose. Gli abitanti di Orario, sono riuniti in gruppi chiamati Familia guidati da un dio o una dea. Protagonista è Bell Cranel, un ragazzo di quattordici anni, protetto dalla divinità Estia. Il giovane è salvato da morte certa durante una delle sue avventure nel dungeon dalla bellissima Aiz Wallenstein della famiglia Loki, soprannominata per la sua bravura la “Principessa della spada”. È amore a prima vista e da quel momento Bell si ripromette di raggiungere lo stesso livello di abilità della giovane. Grazie all’aiuto di Estia, palesemente innamorata di lui, e di un talento innato, Bell riesce presto a scalare i piani del Dungeon, acquistando sempre più potere.
DanMachi è una serie che fa l’occhiolino a SAO e Log Horizon, ma che ha un approccio tutto nuovo nella conquista al dungeon( di cui Magi ne è l’emblema) prediligendo spesso la crudezza dei toni e delle immagini. L’innamoramento è reso in modo sensuale, diversi i siparietti sexy tra i protagonisti che non sconfinano tuttavia mai nel volgare. La serie risulta efficace perché ambientata in un vero regno di fantasia, e non in una realtà alternativa o frutto di un videogame. Bell si migliora puntata dopo puntata: non è un supereroe dotato chissà di quali poteri, ma le sue abilità e il suo carattere si forgeranno col sacrificio, la costanza e la motivazione. Se c’è un insegnamento che la serie prova a dare è proprio quello che dietro una vittoria si celano sempre giuste motivazioni e duro lavoro. Animazione spesso eccellente, DanMachi è promossa.
Voto 7
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Seraph of the End è l’adattamento animato del manga di genere soprannaturale scritto da Takaya Kagami e illustrato da Yamato Yamamoto, prodotto dallo Studio Wit per la regia di Daisuke Tokudo, concesso in licenza alla Dynit e trasmesso in streaming con sottotitoli in italiano su VVVVID.
Nel 2012 la razza umana è infettata da un virus che la decima risparmiando i bambini al di sotto dei tredici anni. I vampiri approfittano di questa ecatombe per portare al sicuro i sopravvissuti nel loro mondo sotterraneo, qui però i bambini non diventano che “bestiame” da utilizzare per mantenere in vita le creature soprannaturali. Yuchiro e Mikaela, i due protagonisti, non riuscendo a rassegnarsi al loro infame destino di provviste di sangue, progettano un piano per evadere insieme agli altri bambini che vivono con loro. Ma la tragedia è dietro l’angolo: solo Yu riesce a riemergere nel mondo esterno, accolto subito dal colonnello Guren Ichinose, dell’armata imperiale giapponese demoniaca, che lo definisce il compimento della profezia. Da quel momento in poi Yu crescerà animato dal desiderio di sterminare fino all’ultimo dei vampiri per ottenere la sua vendetta personale e giustizia.
Accostato da molti al celebre L’Attacco dei giganti per alcune similarità nella trama e nella caratterizzazione dei protagonisti, Seraph of the End, in realtà si discosta quasi subito dalla celebre opera di Hajime Isayama, tracciando un proprio percorso ed esplorando la pista a lungo battuta del genere vampiresco con una nuova chiave di lettura. Quella che può sembrare l’ennesima interpretazione della lotta tra uomini e vampiri, in realtà racconta molto di più. Perché a un certo punto della storia stabilire da quale parte sta il male non sarà più molto scontato. Il protagonista Yu, è l’asse portante di tutta l’opera, e al contrario di Eren (Attacco dei Giganti) al quale viene indegnamente accostato, è dotato di una forza di volontà che non rimane parola, ma si fa spada e potere.
Lotta in nome della vendetta, ma guidato dall’amore per la sua famiglia e per Mikaela al quale,come si scoprirà presto, è stato riservato un destino ancora più crudele della morte. La storia partita con una prima puntata eccezionale dal punto di vista grafico e col botto di stragi e atmosfere gotiche, episodio dopo episodio si è assestata su un binario sicuro, molto lungo da percorrere, perdendo un po’ di mordente e di qualità. Le tre puntate che mancano alla sua conclusione promettono comunque scintille. Sarà dura aspettare il secondo cour a Ottobre!
Promossa.
Voto 8
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La leggenda di Arslan è l’ennesima trasposizione animata, dopo i precedenti due film d’animazione e 4 OVA delle serie di light novel fantasy di Yoshiki Tanaka. Prodotta dallo studio Lidens Films per la regia di Noriyuki Abe, i diritti della serie sono stati acquistati dalla Dynit ed è trasmessa in streaming con sottotitoli in italiano su VVVVID.
La storia delle eroiche avventure dell’erede al trono di Ectabana, capitale del regno immaginario di Pars, è densa di personaggi, intrighi politici e avvenimenti. Arslan è figlio del potentissimo re Andragoras più un guerriero che un leader di stato. Il regno è assediato dai fanatici religiosi della nazione confinante di Lusitania che sta portando avanti una guerra santa contro i Parsiani che considerano non credenti. Arslan cresce a cappa e spada, protetto dal fedele Daryun e da una schiera di cavalieri fedeli al re, finché il suo battesimo di fuoco sul campo non corrisponde alla prima sconfitta dell’esercito di Andragoras. Il tradimento di uno dei generali di Pars che si allea con l’esercito lusitano capeggiato da un misterioso uomo mascherato, mette in ginocchio le truppe parsiane, e lascia Arslan nella posizione di dover combattere per reclamare il suo posto legittimo come sovrano di Pars. Ectabana brucia, messa a ferro e fuoco dall’esercito lusitano e Innocentis VII siede sul trono mentre Andragoras, a cui viene risparmiata la vita, è fatto prigioniero. Arslan nel suo viaggio alla riconquista del trono viene affiancato oltre che da Daryun, dal poliedrico Narsus, dal servo di lui Elam, dalla bellissima Falangies, sacerdotessa del culto di Mithra e dal simpaticissimo arciere Gieve.
La leggenda di Arslan è una perla nell’universo degli anime giapponesi. Trama complessa ma ben articolata, trova il suo punto di forza nelle questioni etico – sociali che solleva. In primo luogo l’arma a doppio taglio della concessione della libertà agli schiavi che sottolinea il labile confine tra la responsabilità e la dipendenza. Quindi il fanatismo religioso, usato come strumento per muovere le masse: la guerra santa è guerra di conquista schermata dall’uso conveniente del suo aggettivo. Le tattiche infernali e a volte abiette usate in guerra, le torture, i tradimenti, i legami tra amici a volte più forti di quelli di sangue: Arslan è tutto questo e anche di più. Un fantasy non convenzionale che al di là degli stereotipi offre una trama vivace e adulta, nonché un’ottima caratterizzazione dei protagonisti. Ogni puntata è un gioiello: dai dialoghi, alle animazioni, con scenari che si alternano dal blu cobalto di notti stellate al rosso acceso del sangue e della disperazione. Promosso a pieni voti.
Voto 9