Marvel: 75 anni di Meraviglie – Recensione
Pubblicato il 6 Giugno 2015 alle 11:10
Nel 2014 la Marvel ha compiuto settantacinque anni! E’ arrivato il momento di celebrarla con un albo Panini Comics che rievoca i momenti più importanti della casa editrice con storie incentrate sugli amatissimi eroi dell’universo creato da Stan Lee, Jack Kirby e Steve Ditko!
Come sanno i fan, la Marvel ha una lunga e gloriosa storia alle spalle e i dirigenti dell’etichetta hanno deciso nel 2014 di celebrarne il settantacinquesimo anno di esistenza con una serie di interessanti iniziative. Di solito quando si parla della Casa delle Idee ci si concentra sul 1961, anno in cui fu pubblicato il primo numero di Fantastic Four, comic-book che diede il via al Marvel Universe così come oggi lo conosciamo. Ma bisogna ricordare che i supereroi erano già apparsi nel 1939, quando la casa editrice si chiamava Timely. Tra i character Golden Age si annoverano Sub-Mariner, Capitan America e la Torcia Umana che riapparvero poi in seguito, così come altri personaggi meno conosciuti.
Va poi tenuto in considerazione il fatto che la Marvel non ha solo pubblicato supereroi ma è stata attiva nell’ambito dell’horror, del western, della fantascienza e del romance. Molti di questi comics videro il coinvolgimento di Stan Lee, un uomo che fece la differenza. Fu Stan, infatti, a gettare le basi del Marvel Universe, con l’apporto imprescindibile dei leggendari Jack Kirby e Steve Ditko. E ancora oggi molte idee e situazioni narrative delle saghe Marvel si basano sulle intuizioni di questi giganti della letteratura disegnata.
Panini Comics traduce ora lo speciale Marvel 75th Anniversary Celebration che, come è facile intuire dal titolo, celebra appunto i settantacinque anni di una compagnia ormai entrata nell’immaginario collettivo globale. E lo fa con un nutrito gruppo di artisti che rendono omaggio agli eroi di questo affascinante universo e ai maestri che ne hanno narrato le gesta nel corso dei decenni. L’albo si apre con i Fantastici Quattro, scelta obbligata poiché furono loro a sancire l’inizio della fenomenale era Marvel dei comics.
La storia è del bravissimo James Robinson che si occupa non solo del Favoloso Quartetto ma anche delle altre icone della Casa delle Idee con un riuscito escamotage. L’episodio inizia con il reporter Ben Urich impegnato nella stesura di un articolo. L’uomo cerca di rispondere alla fatidica domanda: dove eravate quando nascevano i Fantastici Quattro? Robinson riprende il viaggio nello spazio di Reed e soci ma ci mostra pure, in una splendida sequela di immagini, ciò che combinavano gli altri character destinati a diventare eroi: Don Blake, Hank Pym, Tony Stark, il giovane Peter Parker, i primi X-Men, Wolverine e così via. E Robinson cita persino eroi western come Rawhide Kid e la modella Millie, protagonista di un mensile romance di grande successo. Alle matite c’è Chris Samnee che con il suo tratto ruvido è altamente evocativo.
Si procede poi con un altro eroe fondamentale: Capitan America. Steve Rogers simboleggia le varie epoche Marvel, essendo rappresentativo sia della Golden Age, poiché creato negli anni quaranta, quanto della Silver Age, grazie alle riuscite rielaborazioni di Stan Lee e soci. L’episodio è importante perché si basa su un racconto in prosa di Stan. Fu uno dei primissimi incarichi professionali dell’allora giovanissimo signor Leiber. Ad adattarlo è l’ottimo Bruce Timm che con il suo stile cartoon ci regala una divertente storia di Cap e Bucky alle prese con dei malintenzionati al campo militare Lehigh. L’avventura ha un tocco piacevolmente retrò in linea con lo stile Marvel del passato.
L’era contemporanea è invece rappresentata da Brian Michael Bendis che ci narra un’indagine della detective Jessica Jones. Ma dal momento che si tratta di un albo celebrativo, l’autore di punta della Marvel odierna rievoca la figura carismatica della Torcia Umana Originale. Una signora anziana si reca da Jessica chiedendole di rintracciare un pompiere che l’aveva salvata tanti anni fa durante la prima apparizione ufficiale del celebre androide creato dal professor Horton. I testi sono evocativi e le matite oscure di Michael Gaydos efficaci.
Non poteva poi mancare l’Uomo Ragno. La storia è ambientata nel mitico periodo dell’università con il povero Peter alle prese con i delinquenti e impossibilitato a frequentare gli amici Harry, Flash, Gwen e Mary Jane. Ai testi c’è il veterano Tom De Falco, autore di tantissime storie di Spidey, che si avvicina allo stile classico di Lee utilizzando concetti fondamentali delle vicende ragnesche: per esempio, il mitico locale Coffee Bean e lo zar del crimine Kingpin. Alle matite c’è Stan Goldberg, nome leggendario della Marvel. Fu lui infatti a colorare buona parte degli albi Marvel nei fenomenali sixties.
E si finisce con un’altra icona Marvel e cioè Wolverine. Logan è in Australia e sperimenta il ‘dreamtime’, il tempo del sogno delle tradizioni aborigene. Durante questa esperienza mistica, rivive i momenti più salienti della sua vita: il primo scontro con il collerico Hulk, l’ingresso ufficiale negli X-Men, gli atroci esperimenti subiti nell’ambito del mostruoso Progetto Arma X e spunta anche la sua nemesi per eccellenza, il violento Sabretooth. La sceneggiatura è del creatore di Wolverine, Len Wein, e alle matite c’è lo straordinario Paul Gulacy.
L’albo è inoltre corredato da splendide illustrazioni riguardanti fantomatici progetti Marvel non realizzati con i commenti ironici di Brian Michael Bendis. Gli artisti coinvolti sono di altissimo livello: tra i tanti, cito Paolo Rivera, Alan Davis e Bill Sienkiewicz. Ci sono poi interessanti articoli sugli eroi Timely meno conosciuti ma non meno carismatici dei grossi calibri; sui personaggi di colore e sui rapporti che i fumetti della Casa delle Idee hanno avuto con il mondo reale (cosa che differenzia da sempre la Marvel dalla concorrente DC). Insomma, questo albo è essenziale per ogni Marvel fan che si rispetti e per coloro che volessero avvicinarsi a una delle realtà più rilevanti del fumetto americano e mondiale.