Suicide Squad / Harley Quinn n.1 – Recensione
Pubblicato il 25 Maggio 2015 alle 16:15
Debutta un nuovo antologico Lion dedicato alla folle spalla del Joker, Harley Quinn, e alla squadra di assassini di cui fa parte, la Suicide Squad ! A queste si affianca una bat-testata nuova di zecca, Arkham Manor, che ci mostra il nuovo volto del manicomio Arkham dopo gli sconvolgimenti di Batman Eternal !
Harley Quinn è un personaggio creato da Bruce Timm e Paul Dini per la celebre serie animata di Batman del 1992. Si tratta di un’avvenente e sfrontata ragazza con un debole per le menti disturbate, motivo per cui inizierà a provare un amore quasi morboso e incondizionato nei confronti del Joker, divenendo la sua fida assistente.
L’idea di affiancare al Pagliaccio del Crimine una ragazza svampita e agghindata con sgargianti costumi da arlecchino poteva sembrare inutile o forzata, ma invece il pubblico ha subito dimostrato di apprezzare molto questo personaggio, che smorzava in qualche modo la crudele follia del Joker e lo metteva di fronte a un terreno finora quasi mai esplorato: quello dei sentimenti e della passione. In sostanza, Harley Quinn si è dimostrata il perfetto contraltare del Pagliaccio del Crimine, esattamente come Robin lo è per il Pipistrello.
La folle assistente del Joker rappresenta dunque uno di quei rari casi in cui un personaggio creato per una serie televisiva ha talmente successo da irrompere successivamente anche nell’universo ufficiale a fumetti. Prima del reboot dei New 52 Harley è stata protagonista anche di una serie in assolo di 38 numeri e ha diviso la scena con Catwoman e Poison Ivy in Gotham City Sirens. Nel nuovo universo Dc invece ha cambiato completamente look, sostituendo gli sgargianti costumi da clown con succinti corpetti e shorts colorati, che coprono pochi centimetri di pelle e mettono in risalto il suo lato sexy e spregiudicato, insieme a trucco pesante e capelli bicolore, da vera bad girl.
Nonostante la sua convocazione nella Suicide Squad di Amanda Waller, solo nel 2014 la Quinn è riuscita nuovamente a ritagliarsi uno spazio tutto suo, con una serie nuova di zecca scritta dalla coppia ( non solo professionale ) Jimmy Palmiotti e Amanda Conner, che sta riscuotendo grossi consensi negli USA.
Con questo rilancio infatti Harley Quinn ha dimostrato di essere un personaggio dalle mille potenzialità, in grado di esistere autonomamente, anche senza il suo “pasticcino” di fianco o l’ombra dell’Uomo Pipistrello. Questo perché i due nuovi scrittori hanno saputo cogliere a pieno lo spirito eversivo e fuori dalle righe della protagonista, che permette loro di mollare il freno a mano e dare libero sfogo alla fantasia, andando oltre stereotipi e manierismi tipici del fumetto mainstream americano, in quanto le regole non valgono più quando si ha a che fare con un personaggio fuori di testa, per di più con tendenze omicide…!
Questa sua “anarchia” di fondo, contornata da una buona dose di humour nero e violenza, accomuna la nostra Harley ad un altro personaggio di grande successo come Deadpool, il mercenario chiacchierone della Marvel. Entrambi infatti fanno della loro pazzia e imprevedibilità il principale punto di forza, infrangendo qualsiasi schema o barriera, a cominciare dalla cosiddetta “quarta parete”, che il mercenario dal fattore rigenerante scavalca regolarmente, mentre Harley se lo concede solo nell’esilarante numero zero, intavolando un serrato dialogo con i due attuali scrittori per decidere quale sarà il nuovo disegnatore della sua serie.
Sarà l’occasione per ammirare varie interpretazioni della nostra bad girl, affidate a talentuosi artisti come la stessa Amanda Conner, Becky Cloonan, Adam Hughes, Sam Kieth, Jim Lee, Darwyn Cooke e molti altri, tra cui il nuovo disegnatore regolare Chad Hardin e il creatore di Harley, Bruce Timm. Un excursus grafico e narrativo completamente folle e spassosissimo, oltre che una vera gioia per gli occhi, che di certo renderà felici i fan della Quinn e fungerà da introduzione alla nuova serie, nella quale la nostra ( ex ) dottoressa Quinzel si trasferirà a Coney Island, a New York, per riscattare un palazzo lasciatole in eredità da un suo misterioso ex paziente. Ovviamente guai e brutte sorprese non tarderanno ad arrivare….
Come avrete capito, Harley Quinn è una serie molto leggera e divertente, che ha il merito di presentarci un personaggio femminile scorretto e libero da stereotipi, e per questo molto accattivante, anche per il sempre crescente pubblico femminile. Hardin ai disegni svolge un ottimo lavoro, con una buona dinamica nella costruzione della tavola ed un tratto morbido e flessuoso davvero impeccabile, che ben si adatta alle forme sensuali ed energiche della protagonista.
Passiamo poi alla nuova Suicide Squad, ovvero la squadra di assassini messa insieme dal governo americano per affrontare missioni particolarmente rischiose, con la promessa di uno sconto di pena. La fautrice di questo progetto di “riabilitazione” era Amanda Waller, che però ha perso fiducia e credibilità per non aver saputo fronteggiare in maniera adeguata l’arrivo del Sindacato del Crimine e tutto ciò che ne è conseguito. Per questo adesso è stata affiancata ( e di fatto surclassata ) da un altro funzionario del governo, Vic Sage, che ridefinirà a modo suo la Suicide Squad, mantenendo alcuni elementi e sostituendone altri.
La sua politica in sostanza non è quella di assemblare personalità completamente diverse e farle collaborare, ma piuttosto cercarne alcune affini da mettere a confronto, affinché la competizione che scatterà tra di loro possa migliorare ancora di più le prestazioni del gruppo . Ecco quindi che agli “storici” Deadshot e Harley Quinn verranno affiancati un altro killer infallibile come Deathstroke e una fanatica del Clown del Crimine che indossa addirittura la sua faccia scarnificata, ovvero la Figlia del Joker. E’ facile quindi immaginarsi che la convivenza non sarà facile con personalità di questo tipo, a cui si aggiunge un outsider di sicuro talento come Manta Nera, nemesi storica di Aquaman.
Questa nuova serie della Suicide Squad scritta da Sean Ryan parte con l’acceleratore schiacciato, catapultandoci immediatamente nell’azione, grazie anche a una sceneggiatura serrata, che alterna continuamente parti dialogate a sequenze action, sfasate temporalmente. Peccato che non gli renda abbastanza giustizia il disegno un po’ statico e legnoso di Jeremy Roberts, che ha uno stile piuttosto anonimo e inespressivo, anche se preciso e pulito. Nel complesso, comunque, i fan della Squadra Suicida troveranno pane per i loro denti, in quanto ritmo e adrenalina non mancano, ma soprattutto possono contare su un cast di prima scelta, che promette scintille…!
Due parole infine su Arkham Manor, una nuova bat-testata molto particolare, che prosegue direttamente gli eventi raccontati su Batman Eternal e purtroppo da noi non ancora pubblicati. Gli spoiler in questo caso sono inevitabili, per cui non proseguite la lettura se non volete anticipazioni su ciò che avverrà prossimamente sulla serie settimanale da noi pubblicata sull’antologico Batman Il Cavaliere Oscuro.
L’elemento centrale di questo thriller dalle tinte noir è infatti il famigerato manicomio Arkham, andato distrutto su Eternal e successivamente ricollocato nientemeno che a Villa Wayne ( Wayne Manor ), proprio quella che un tempo era la casa dell’Uomo Pipistrello e sotto le cui fondamenta si celava il suo quartier generale, la bat-caverna. I tanti folli assassini che popolano Gotham City hanno bisogno di una nuova “casa” e Bruce Wayne decide così di dare il suo contributo, forse nella maniera più inaspettata. Quando però inizieranno a verificarsi una serie di omicidi misteriosi, Batman sarà costretto ad indagare, dall’interno….
Gerry Duggan, lanciatissimo scrittore che abbiamo conosciuto su serie decisamente più leggere, come Deadpool o Nova, stavolta si cimenta con il Cavaliere Oscuro in un giallo molto tetro, sia nei toni che nell’ambientazione, che purtroppo parte da un’idea di fondo piuttosto discutibile, in quanto scardina in maniera superficiale e fin troppo repentina un punto fermo della mitologia batmaniana, magari con la scusante che qualcosa di simile era già avvenuto anche ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan.
Siamo appena all’inizio del racconto, per cui è troppo presto per formulare un giudizio critico sulla storia, ma la sensazione è che Duggan stia tentando di cimentarsi in un genere che non gli appartiene o che comunque non è troppo nelle sue corde. Azzeccata invece la scelta di Shawn Crystal alle matite, visto il suo stile molto particolare e stilizzato, a volte forse un po’ grezzo e impreciso, ma in linea con le atmosfere cupe e alienanti del manicomio criminale.
In conclusione, questo nuovo titolo Lion si dimostra sicuramente una lettura interessante e dal contenuto molto variegato, che di certo scontenterà chi mal sopporta la formula “minestrone” proposta dagli antologici. Si spazia infatti dall’ironia folle e scorretta di Harley Quinn al noir più puro di Arkham Manor, passando per l’adrenalinica Suicide Squad. Tanti stili e approcci diversi, sicuramente tutti validi e meritevoli di attenzione.