Invincible vol. 18 – La recensione
Pubblicato il 26 Maggio 2015 alle 15:10
La resa dei conti per Mark Grayson, una serie di eventi che potrebbe cambiare gli equilibri della sua vita e della serie: cosa ne sarà di Invincible?
Se il precedente volume era stato un gradevole intermezzo, con molti approfondimenti sui personaggi secondari, un ritmo tutto sommato calmo e tante premesse per eventi futuri, questo nuovo volume della serie di Robert Kirkman è esplosivo nel vero senso del termine, perché porta a termine molte story-line lasciate in sospeso e segna una sorta di nuovo inizio nella vita di Mark.
Non si può non segnalare l’importante traguardo che segna questo volume: anche Invincible infatti tocca quota 100 numeri originali: che piaccia o non piaccia, va riconosciuta la capacità di Robert Kirkman nel gestire, autonomamente, due serie longeve che hanno tagliato il traguardo del numero 100 e non accennano a volersi fermare.
Come sappiamo, Invincible è sostanzialmente la storia di Mark, della sua crescita come ragazzo e come supereroe: i personaggi di contorno sono tanti e ben caratterizzati, ma alla fine il fulcro della storia dipende sempre dalle sue scelte e dalle sue vicende.
Questo volume 18 apre parlandoci del nuovo Invincible, Zandale Randolph, finalnmente costrett oa rivelare ai suoi genitori la sua nuova identità.
Ma ben presto il focus della storia si sposta su Mark, non prima di un cambiamento di tono notevole e di una seriedi eventi violenti. Mark è ancora afflitto dai dubbi, non riesce a trovare una giustificazione alla sua attuale mancanza di superpoteri.
Ma ben presto sarà costretto a rimettersi la tuta, a ridiventare l’unico vero Invincible in circolazione, perché lo attende uno scontro con Dinosaur, personaggio con cui aveva strett ouna pericolosoa e fragile alleanza. Il nuovo arco narrativo si intitola “La Morte di Tutti” e di certo fa presagire grandi cambiamenti.
Senza spoiler non necessari, non bisogna attendere molte pagine prima che arrivi l’azione con le prime morti: tutte le storie create precedentemente sembrano volersi risolvere in questo arco in una maniera violentissima, e non poteva essere altrimenti.
I disegni di Otley come al solito fanno il loro dovere, e l’autore deve essersi parecchio divertito nel realizzare le numerose splash-page di questo volume: la scelta magari non rende scorrevolissima la lettura, ma sicuramente rende ottimamente l’idea del fluire turbinoso di questi ultimi eventi, che non possono che essere rappresentat ia tutta pagina.
Il tanto agognato numero 100 è qualcosa di catastrofico, uno scontro finale tra Invincible e Dionsaur che però è anche molto profondo, pieno di dialoghi e sopratutto non manca la grande riflessione sulle zioni di Mark, sul suo venire a patti con figure pericolosi e sulla sua effettiva utilità per il mondo: ha salvato la Terra o portato solo più pericoli sul pianeta?
Spetta ai lettori valutare in maniera retrospettiva questa cosa: sta di fatto che il cambiamento di status-quo dopo i catastrofici eventi non sembra essere, dalle pagine finali del volume, eccessivo: Kirkman, come in The Walking Dead, ha chiaramente una sua idea di equilibrio, che prevede di movimentare le sue serie con occasionali morti e catastrofi ma senza attaccarne il nucelo, e riuscendo in un modo o nell’altro a farle proseguire senza snaturarle.
Chi, viste le premesse, ci si aspettava che Kirkman resettase l’universo di Invincible per intraprendere nuovi binari probabilmente resterà deluso, ma ormai conosciamo bene l’autore americano, che anche giustamente non vuole abbandonare strade che funzionano narrativamente ma anche, va detto, commercialmente.
La parte finale del volume ovviamente fa i conti con le conseguenze di tutta la distruzione avvenuta. Sostanzialmente, la tempesta sembra essere passata senza fare troppi danni, il cuore della serie sembra essere intatto e ritornano della situazioni che ricordano molto i primi volumi della serie. Rimane, a mio parere, un tono di leggere dissonanza, come se si sia tornati a delle situazioni apparentemente canonoche, ma che hanno portato alla fine dei conti a molti problemi. Un ritorno alle origini che, sembra, gli stessi personaggi sanno non essere la soluzione definitiva.
E le pagine finali del volume confermano questa sensazione, perché Mark verrà gettato al centr odi eventi più grossi di lui, che sembrano voler ancora una volta togliere certezza ad Invincible ed ai lettori, ed aprire a grandi e nuovi sviluppi.
Insomma, questo volume 18 è l’essenza di Invincible: esplosioni, meta-narratività, molti dialoghi e riflessioni sul ruolo del supererore, un cliffhanger finale che da nuovi spunti narrativi: un volume che penso sia impossibile trovare noioso, che magari non porta ventate di freschezza al genere come i primi volumi avevano saputo fare, ma piuttosto continua a portare avanti una formula che sembra non sentire assolutamente il peso dei numeri.