I racconti dell’era del Cobra – Recensione
Pubblicato il 26 Maggio 2015 alle 10:10
Tunué presenta un fumetto pervaso dal mistico fascino orientale, scritto e disegnato dal talentuoso Enrique Fernández.
Accorrete, gente! Lasciate che la vostra anima venga cullata da una storia tessuta con i fili di cento altre storie, modellata sull’amore e sull’odio, sulla vita e sulla morte. Come dite? Avete già sentito parlare di questo tipo di storia!? Oh, ma questa non è come tutte le altre. Questa è una fiaba dal sapore de Le mille e una notte, e le notti d’oriente, si sa, hanno sempre un fascino particolare. Lasciate, dunque, che vi parli de I racconti dell’era del Cobra di Enrique Fernández .
Dopo L’sola senza sorriso, l’artista spagnolo si cimenta di nuovo in un racconto fiabesco originale, deliziandoci ancora una volta con il suo talento narrativo-grafico.
Nell’immaginaria terra dei sette Regni, durante il quinto anniversario della notte dei fuochi, un narratore misterioso racconta ad un pubblico teatrale la storia d’amore tra due giovani: Irvi, uno scaltro spirito libero soprannominato ‘la scimmia’ per le sue doti atletiche, e Sian, un’affascinante ragazza costretta dalla famiglia crudele a diventare una cortigiana a servizio della casa delle principesse. A causa delle differenze sociali e di un inaspettato tradimento di Irvi, i due si vedono costretti ad andare ognuno per la propria strada, rimanendo inevitabilmente vittime degli eventi. Le tormentate vicende dei due amanti si intrecciano con quelle di due figure stravaganti: ‘Il Cobra’, un energumeno sanguinario dalla forza bruta intenzionato ad uccidere tutti i principi (per questo fine corromperà anche l’anima di Irvi) e a conquistare il potere su tutti i regni, e Maluuk, un simpatico artista di strada dalla bassa statura determinato a vendicarsi insieme ad Irvi sul Cobra e sulle sue pretese egemoniche.
Le notti d’Oriente, fra le spezie e i bazar, son calde lo sai, più calde che mai, ti potranno incantar. Le notti d’Oriente, con la luna nel blu, non farti abbagliar, potresti bruciar di passione anche tu : così recitava la prima canzone contenuta nel film d’animazione Aladdin, uno dei classici del rinascimento Disney più amati dal pubblico. Perché vi parlo di Aladdin? Perché il graphic novel di Fernández , pur avendo toni molto più maturi, ha dei punti di contatto abbastanza espliciti con questo iconico cartone animato e, quindi, anche con Le Mille e una notte; basti pensare all’ambientazione arabeggiante, alla componente animalesca, al design esotico cartoonesco e alla storia dei due innamorati. Sian, come la principessa Jasmine nel lungometraggio Disney, è una fanciulla attraente e ribelle che, a causa del volere della sua famiglia, viene obbligata a sposare principi facoltosi. Irvi, come Aladdin, è un diamante allo stato grezzo, un ragazzo che, al di là delle abilità fisiche e della sua furbizia, si dimostra coraggioso e altruista.
A parte queste similitudini, i personaggi de I racconti dell’era del Cobra presentano una caratterizzazione curatissima; tutti hanno uno scopo e i propri scheletri negli armadi, ma il modus operandi di ognuno di loro cambia bruscamente nel corso dell’avventura, lasciando piacevolmente sorpreso il lettore. Dopo il loro iniziale distacco e con la speranza reciproca di ricongiungersi, Sian sposa il viscido principe Numbasa e diventa una fredda assassina di amanti fugaci; mentre Irvi, prima si trasforma letteralmente in un demone nero al servizio del perfido Cobra, poi riesce a scappare per dedicare la sua vita alla contemplazione della bellezza. Lo stesso Cobra, che oltre alla sua animalesca forza fisica comincia ad utilizzare pozioni magiche, si dimostra una figura ambigua, che non sembra sapere fino in fondo ciò che desidera veramente.
Dal dinamismo della storia sembra quasi che il racconto intenda giocare con i principali stereotipi delle storie fiabesche, rovesciando di continuo il ruolo del buon con quello del cattivo.
L’autore riesce nel non facile compito di gestire un numero notevole di personaggi, conferendo il giusto spazio anche a comprimari minori come Barasi, il subdolo alchimista al servizio del Cobra, e un anonimo taciturno (ma carismatico) esperto di polvere esplosiva.
Come sostenuto dallo stesso Fernández , in questo racconto si vengono a scontrare molteplici concezioni opposte sull’amore: da quello passionale di Sian ed Irvi, a quello negativo del Cobra per il potere assoluto, fino a quello genuino di Maluuk per lo spettacolo e l’arte. È presente l’amore nelle sue infinite declinazioni, che move il sole e le altre stelle, che trasforma in demoni le persone, che unisce e divide.
La forza coattiva dei sentimenti, l’efficacia evasiva dell’arte, il vicolo cieco della vendetta: temi, certo, non originalissimi, ma veicolati con estrema delicatezza e con un pizzico di sano divertimento.
Il ritmo narrativo si dimostra piuttosto dinamico, grazie all’escamotage metanarrativo del “teatro nel teatro” (tecnica celebre per essere stata utilizzata ne Le Mille e una notte), che ci permette di assistere ad una scena in cui il pubblico si lamenta per il tono troppo tragico della storia raccontata dal narratore mascherato.
Il comparto grafico è sublime sotto ogni punto di vista. Il tratto di Fernández è cartoonesco, espressivo e ai limiti del caricaturale, con menti pronunciati, nasi allungati e teste quasi sproporzionate. Il layout muta continuamente: ai campi lunghi di grande impatto visivo si alternano primi piani serrati ed empatici, scanditi dalla presenza di strette gabbie verticali e orizzontali. L’autore fa valere tutta la sua esperienza acquisita negli studi d’animazione (El Cid, la leyenda, Nocturno), attraverso un disegno morbido e vicino all’estetica Disney, che, quasi in antitesi, rappresenta anche ruvide scene di sesso e di violenza. I pittoreschi bazar, l’eccessiva opulenza dei palazzi reali, i costumi dallo stile persiano: il design risulta accattivante ed estremamente fedele alla classica rappresentazione della tradizione orientale.
La bellezza delle tavole viene messa in risalto da un autentico tripudio di colori, per effetto dell’utilizzo di una tavolozza ampiamente variegata. La resa curatissima delle luci e delle ombre, che permette di distinguere con naturalezza le scene ambientati di giorno da quelle notturne, riesce a donare tridimensionalità alle pagine.
Romanticismo, dramma, misticismo e avventura sono messi in scena attraverso un’esperienza visiva che non ha nulla da invidiare ai migliori film d’animazione.