As the Gods Will 2 vol.1, recensione manga Star Comics
Pubblicato il 22 Maggio 2015 alle 15:16
Edito da Star Comics il sequel dello sconvolgente e amatissimo As the God Will, dall’estro e dalla mano dei maestri Muneyuki Kaneshiro e Akeji Fujimura
Talvolta la quotidianità si sgretola facilmente… La fine della calma ne è il segnale. Il futuro non è quello auspicato. Tuttavia si va avanti o almeno si prova a farlo…
Dopo aver rifiutato di calciare un rigore per paura – fingendosi infortunato – con la conseguente eliminazione della sua squadra dal campionato nazionale, Akashi lascia il calcio. Questa decisione è motivo di scontro con il compagno di scuola e squadra Aoyama, il quale distingue gli uomini in due categorie : beef e chiken/ coraggiosi e codardi. Dopo l’ultima violenta lite tra i due, Akashi esce di scuola senza avere la minima idea di quello che sta per accadere. All’inizio delle lezioni la testa del professore Tanuma esplode venendo rimpiazzata da un daruma – tradizionale bambola di legno che rappresenta il monaco fondatore dello zen – che enuncia una specie di formula; chi si muove dopo che l’ha pronunciata viene colpito da una sorta di raggio. Ci si può muovere solo quando il daruma parla. Il gioco si chiama daruma san ga koronda che è il corrispettivo italiano di un, due, tre, stella.
La classe viene presto decimata e la polizia non appena informata del fatto attribuisce la colpa al terrorismo planetario. Quando Akashi viene a sapere dell’accaduto si precipita a scuola dove trova l’amico Aoyama moribondo, con un vestito da topo, che lo invita a giocare di nuovo a calcio con lui. Akashi è sconvolto, una volta a casa, viene costretto dal padre a chiudersi dentro. Akashi però riceve l’inquietante visita della statua parlante di Kinjiro Ninomiya – economista dell’800 la cui statua si trova spesso davanti agli ingressi delle scuole giapponesi – che gli comunica che è lì per portare con sé coloro che quel giorno non si sono recati a scuola. Nino chiama tutti spazzatura e per questo dice che gli assenti devono essere raccolti nel bidone e che bisogna separare le cose utili da quelle inutili. Gli utili sopravvivranno, gli inutili moriranno. Senza incappare nello spoiler si può solo dire che le cose per Akashi e per quelli che come lui hanno saltato le lezioni si metteranno molto male, con il profilarsi all’orizzonte di un super preside.
Dopo la sconvolgente conclusione di As the Gods Will, Star Comics presenta la seconda fatica dei maestri Kaneshiro e Fujimura che introduce al tempo stesso un sequel e una storia indipendente dalla prima serie. Le vicende partono infatti da quello stesso giorno in cui avevano preso il via quelle di As the Gods Will, ma questo nuovo volume ci propone una prospettiva alternativa al daruma game, che ha sconvolto le pagine della prima serie. Dopo un inizio simile, infatti, la trama si discosta e introduce la sconcertante figura di Nino, la statua parlante che guida gli studenti rei di aver bigiato scuola e li conduce in un istituto surreale dove il terrore la fa da padrone.
I personaggi sono ben caratterizzati in quanto l’incipit descrive a fondo il rapporto che lega Akashi e Aoyama coinvolgendo il lettore nella loro storia, senza metterlo subito di fronte all’orrore che turberà il prosieguo delle vicende. I disegni sono buoni, sarebbero perfetti se quei buchi che devastano i corpi delle vittime non fossero troppo precisi e allo stesso tempo carenti di particolari macabri ( dove finiscono muscoli, ossa e organi interni?) Il punto forte del manga è la tensione che riesce a suscitare in chi legge, che non sa mai se voltando pagina vedrà morire questo o quell’altro personaggio. Un brivido ai limiti del grottesco, considerato che costringe il lettore a evitare di legarsi a un protagonista se non vuole soffrire per la sua dipartita. Una trama sospesa in bilico su un equilibrio drammatico e capriccioso; sembra davvero che gli autori provino un gusto sadico nel proporre al pubblico queste opere spaventose. D’altronde è questa la magia che si cela dietro il grande successo di questa serie il cui primo corso ha goduto anche di un adattamento cinematografico nel 2014.
Consigliatissimo agli amanti del brivido, dell’incertezza e dell’inafferrabile.