Piera Degli Spiriti di Davide Toffolo – Recensione

Pubblicato il 22 Maggio 2015 alle 10:51

A vent’anni di distanza dalla sua uscita torna in una nuova e lussuosa edizione una delle opere più acclamate di Davide Toffolo: Piera Degli Spiriti. Cosa succede a una ragazzina che ha perso la nonna e vuole suonare in una rock band? Scopritelo in questo volume targato Panini 9L.

Davide Toffolo può vantare un folto numero di estimatori e molte sue opere hanno ottenuto notevoli riscontri da parte del pubblico e della critica. Fra i suoi lavori più celebrati c’è senz’altro Piera Degli Spiriti che Panini Comics ripropone in una nuova versione a venti anni di distanza dalla sua uscita. Originariamente era in bianco e nero ma in questo volume inserito nella divisione 9L il lavoro è impreziosito dai colori dell’ottimo Alessandro Baronciani, assistito da Elisa Menini e Gianluca Valletta. La scelta del colore contribuisce a valorizzare il tratto di Toffolo e il formato gigante del libro rende pienamente giustizia ai disegni.

Piera Degli Spiriti ha rappresentato per molti una lettura importante, se non addirittura fondamentale per la formazione di coloro che all’epoca della sua pubblicazione erano adolescenti. Toffolo racconta la vicenda di Piera, una ragazzina come tante che deve affrontare la perdita della nonna. Frequenta due amiche e sogna di suonare in una rock band e nel complesso la sua vita si svolge tra discorsi con le coetanee, incontri con ragazzi e situazioni normali. Tuttavia, parla regolarmente con il fantasma della nonna e non sappiamo se si tratti di realtà o di allucinazione. E lo spettro della donna la conforta nei momenti malinconici.

Toffolo delinea una story-line che potrebbe essere considerata di formazione, dal momento che a un certo punto Piera maturerà e avrà il coraggio di prendere una decisione importante. L’autore ha voluto descrivere e rappresentare i disagi, le insicurezze, la confusione tipiche dell’età adolescenziale ed è stato forse tale aspetto ad aver coinvolto parecchi lettori. Ma l’opera in sé, dal punto di vista della trama e della sceneggiatura, è piuttosto risaputa. E’ pur vero che la vita quotidiana è così ma francamente quando leggo qualcosa non mi va di confrontarmi con il tran tran di tutti i giorni, a meno che non ci sia una carica innovativa e immaginativa in ciò che si racconta e qui invece non si percepisce niente di tutto questo.

Anzi, Piera Degli Spiriti è l’apoteosi dei luoghi comuni. I personaggi, a cominciare dalla stessa protagonista, sono scazzati, pigri, studiano poco o per niente, fumano canne, come se fosse ancora qualcosa di trasgressivo, e definiscono ‘fichetti e fascisti’ tutti quelli che hanno una mentalità diversa dalla loro. Tante frasi dei dialoghi vorrebbero essere profonde ma risultano banali in maniera imbarazzante: ‘Leggere è un modo di vivere’, ‘Non si può vivere senza emozioni’, ‘La musica non è moda, è un linguaggio universale’ e così via, affermazioni per giunta fatte con la sicumera tipica di certi teenager che credono di saperla lunga. E non basta citare Henry Miller o nominare Virginia Woolf per nobilitare un’opera che in sé non è più profonda dei libri di Moccia.

Dal punto di vista dei disegni le cose vanno meglio e lo stile di Toffolo è fluido e dinamico con tavole impostate in maniera efficace. Ma la parte grafica non basta a eliminare la patina negativa di Piera Degli Spiriti, opera a mio parere sopravvalutata. Da evitare.

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