La collina dei Pesci Rossi di Peach-Pit, recensione manga Star Comics
Pubblicato il 18 Maggio 2015 alle 11:30
Edito da Star Comics il nuovo lavoro del famoso duo di Rozen Maiden
“Come i pesci che seguono la corrente là dove sono nati, io cerco frammenti sul letto del fiume.”
Là dove oggi sorgono delle colline un tempo scorrevano canali: erano stati scavati attorno al fiume Hakusui e tanti artigiani ne sfruttavano l’acqua. Poi furono interrati e trasformati in strade, e le colline ne conservano i nomi per ricordo. È proprio risalendo queste colline che Nishiki è certa di riuscire a raccogliere i frammenti di un’estate che ha dimenticato e a ricostruire così il mosaico del suo passato.
La collina dei pesci rossi è la nuova proposta shojo del famoso duo mangaka delle Peach-Pit ( pseudonimo di Banri Sendo e Shibuko Ebara che deriva dall’omonimo locale della serie TV americana degli anni ‘90 Beverly Hills 90210), già autrici di successi come Rozen Maiden, DearS e Shugo Chara. Un’opera che loro stesse definiscono sperimentale e che infatti si discosta un po’ dai toni delle precedenti. La vicenda narrata è intrisa di mistero già dall’incipit: Nishiki, la protagonista, esordisce riferendosi a dei frammenti che deve recuperare per completare il puzzle di un’estate lontana. La ragazzina è una studentessa che vive da poco con la nonna, che gestisce un negozio, e nel tempo libero sale in sella alla sua bicicletta e veste i panni dell’’auitatrice’, donando in cambio dei graziosissimi origami fatti a mano da lei. Nishiki vive a Masato, una città piena di colline, ognuna delle quali ha un nome particolare. Oltre alla nonna ritrova con gioia un amico d’infanzia, Soma, che nel corso della vicenda diventa il suo aiutante. Tutto scorre tranquillo, tra la scuola e gli ‘impegni lavorativi’, finché un giorno la giovane incontra due fratelli dolcissimi: Kon e Akai che sembrano nascondere un magico segreto. Nishiki ha la sensazione di aver già conosciuto Kon, quando entrambi erano più piccoli, ma nello svolgersi della trama il lettore scoprirà che le certezze di Nishiki sono in realtà pochissime.
La collina dei pesci rossi è uno shojo dai toni delicati e i disegni bellissimi. I personaggi sono tutti graziosi, persino quelli di contorno, e i fondali lasciano senza fiato. Ogni pagina sembra uscire fuori da una tavolozza di acquerelli: i pesci rossi a cui fa riferimento il titolo sono quelli di cui pullulava il fiume che scorreva lì dove adesso sorge una collina. Nishiki li vede riflessi nei frammenti dei ricordi che le si materializzano davanti ed è stupendo come le Peach-Pit riescano a rappresentare il suo mondo di memorie sommerse tra correnti marine e pesci fluttuanti tanto che a volte sembra quasi di galleggiare tra le pagine. I protagonisti sono dotati ognuno di un certo spessore, tra i quali spicca la figura del venditore di pesci rossi, dedito alla sua attività che vanta una storia centenaria e per bocca del quale il lettore scopre tante curiosità legate al magico mondo di queste piccole creature acquatiche.
Chi sono in realtà i fratelli Kon e Akai? Quale storia racconteranno i ricordi che Nishiki sta recuperando un frammento dopo l’altro? E lei, chi è in realtà?
Vale più che la pena di continuare la lettura per scoprirlo. Consigliatissimo.