I Vivi e i Morti, la recensione dell’avvincente graphic novel di Di Virgilio e Gizzi

Pubblicato il 13 Maggio 2015 alle 16:20

Star Comics propone I Vivi e i Morti, intreccio tra il fumetto e la narrativa di genere

IViviEIMorti

“Più aumentano i morti, più aumentano le possibilità dei vivi.”

Luigi Alfredo Ricciardi possiede un dono che viene chiamato “Il Fatto”: riesce a vedere i morti ammazzati con ferocia, mentre ripetono all’infinito i gesti e le parole dei loro ultimi istanti di vita. Un potere che ha acquisito da bambino e che ha contribuito a renderlo un uomo un po’ triste e solitario nell’ambito della sua vita privata, ma sul lavoro un brillante e astuto investigatore che risolve sempre con successo le sue indagini. Ricciardi è infatti un commissario della Regia Questura di una Napoli in piena epoca fascista.

I Vivi e i Morti, è un graphic novel tratto dall’avvincente saga letteraria nata dall’estro dello scrittore napoletano Maurizio di Giovanni, adattamento del romanzo omonimo, nonché prequel de Il senso del dolore. Scritto da Alessandro di Virgilio e illustrato da Emanuele Gizzi, il graphic è ambientato in una Napoli cupa e piovosa, ritratta nei suoi rioni più poveri e affollati, e popolata da un universo di personaggi grotteschi, corrotti e potenti. Il commissario Ricciardi, un uomo solitario e scapolo che vive ancora con la tata Rosa essendo rimasto orfano di entrambi i genitori in tenera età, è incaricato delle indagini riguardanti il particolare omicidio di un prete, Don Raffaele. L’uomo è stato ritrovato morto all’interno della sua canonica con un punteruolo conficcato in fronte. Questo omicidio è il primo di altri due: quello di donna Wanda, la padrona di un bordello, e quello di un buttafuori, due “mezze figure”, come vengono definite dai questurini. Grazie al suo dono e una fitta rete di intrighi che affondano le radici nel sordido di una Napoli messa in ginocchio dalla fame e dall’ignoranza, Ricciardi riuscirà a sbrogliare la matassa di omicidi solo in apparenza non collegati, e la verità che salterà fuori sarà più che amara.

Thriller avvincente, ben sceneggiato da Di Virgilio e sapientemente illustrato da Gizzi, I vivi e i Morti racconta di una Napoli pagana, bagnata costantemente da una pioggia di inchiostro, nella quale presenze reali e impalpabili si alternano davanti agli occhi del commissario Ricciardi, il quale è guidato dall’istinto e dalla precisione, crede nella giustizia e mette tutto se stesso per risolvere i casi, convinto che chi uccida lo faccia animato sempre da due motivi: la fame e l’amore. Un personaggio in bianco e nero; che brilla di una luce fulgida quando risolve i casi e si oscura ogni volta che di fronte a lui il confine tra i vivi e i morti perde ogni contorno. L’indagine che conduce si svilupperà fino a sfiorare personalità intoccabili e verità insondabili. Più che il caso in sé e il suo intreccio, a catturare l’attenzione del lettore è tutto il microcosmo che pullula attraverso le tavole: un labirinto di vicoli, facce, case, un mondo nel quale convivono miseria e nobiltà, così come giustizia e ingiustizia; un mondo in cui vige la legge del più forte, popolato dagli affanni dei vivi e dalle speranze tradite dei morti.

Visionario e coinvolgente, per i lettori  appassionati del genere poliziesco condito da atmosfere noir.

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