Ultraman, recensione manga Star Comics

Pubblicato il 23 Aprile 2015 alle 17:00

Edizioni Star Comics propone ai lettori italiani la più recente incarnazione dello storico personaggio protagonista, fin dagli Anni 60, di una serie di telefilm entrata nell’immaginario fantastico di generazioni di appassionati.

Ultraman1

Correva il lontano 1966 quando sui teleschermi nipponici apparve per la prima volta un personaggio, Ultraman, che sarebbe diventato un’icona assoluta dei tokusatsu, ovvero le caratteristiche produzioni dal vivo ricche di effetti speciali che tanti estimatori hanno anche tra i creatori di manga e degli anime — basti pensare alla dichiarata passione di Hideaki Anno, regista di ‘Neon Genesis Evangelion’.

Prodotta da quella Tsuburaya Productions fondata dal mago e pioniere degli effetti speciali Eiji Tsuburaya, colui che ha dato forma al primo Godzilla negli Anni 50, la serie originale di 40 episodi è ambientata nel vicino futuro (i primi Anni 90) e racconta le battaglie di Shin Hayata, un membro della Squadra di Ricerca Speciale Scientifica (SSSP) che diventa il difensore della Terra contro mostri e alieni (uno diverso a settimana, secondo la formula del monster of the week) intenzionati a conquistare il Pianeta Azzurro grazie ai poteri superumani derivanti dalla fusione con un’entità extra-terrestre — il Gigante di Luce — ribattezzata Ultraman.

Alla fine della serie, arrivata anche in Italia nei primi Anni 80 ma non nella sua interezza, il Gigante di Luce, conclusa la sua missione, si separa da Hayata per tornare sul proprio pianeta e l’umano perde i ricordi degli eventi occorsi durante l’assimilazione. E da queste premesse, riassunte nell’efficace prologo che apre l’opera, prende il via la più recente declinazione manga di ‘Ultraman’ che Eiichi Shimizu e Tomohiro Shimoguchi (autori dell’ottimo quanto sfortunato in Italia ‘LineBarrels of Iron’) serializzano dalla fine del 2011 su Gekkan Hero’s della Shogakukan e che al momento conta 5 volumi.

Protagonista di questo seguito diretto è l’adolescente Shinjiro Hayata, figlio di Shin, che fin da bambino presenta delle misteriosi doti fuori dal comune, quali forza e resistenza fisica straordinarie. Quando una forza oscura torna a minacciare la pace sulla Terra scoprirà non solo che suo padre è Ultraman, ma che i suoi poteri derivano dai geni del Gigante di Luce assimilati dal genitore: una pesante eredità con la quale dovrà presto imparare a fare i conti. Lo aiuteranno suo padre, al quale è tornata la memoria, e la nuova Squadra di Ricerca Speciale Scientifica che ha continuato a vigilare in segreto sviluppando un suit potenziato che affiderà a Shinjiro, il nuovo Ultraman.

Parte davvero molto bene questa inedita interpretazione del personaggio. Gli autori confermano di sapere il fatto loro e dimostrano ancora una volta di trovarsi perfettamente a proprio agio con le ambientazioni fantascientifiche a base di armature potenziate, minacce aliene e strutture segrete a baluardo della Terra, inserendo tutti quegli elementi che non possono mancare in una storia di superumani che si rispetti. Tengono, insomma, ben alta la bandiera della ricca tradizione giapponese del genere — da Kamen Rider agli eroi Tatsunoko.

Ritmo incalzante, tanta azione, la giusta dose di mistero e personaggi ben tratteggiati — tra cui un protagonista sicuramente combattuto interiormente per non essere un adolescente come tanti, ma che non si perde in inutili dissertazioni psicologiche da drammone preferendo buttarsi nella mischia senza troppi pensieri quando la vita del padre è in pericolo, rendono la lettura assolutamente godibile. Non mancano le chicche: su tutte la sequenza che porta Shinjiro a utilizzare uno dei colpi più famosi di Ultraman…

Non delude nemmeno il comparto grafico, caratterizzato da forte dinamismo e spettacolarità espresso in tavole ora dai contrasti bianco-nero più netti ora più sfumati dal grigio del retino. Particolare attenzione nell’ideazione e nella resa delle tute potenziate che, nel rispetto della tradizione, abbandona l’aspetto da ‘pigiamone’  del passato in favore di un look più graffiante e aggressivo che rinnova la statura iconica di Ultraman. I personaggi storici sono ritratti con tratti più realistici per renderli più vicini agli attori che li hanno interpretati.

Star Comics presenta Ultraman nell’originale formato 13×18 cm con sovraccoperta in una buona edizione italiana, sia per confezione — volume morbido, brossura resistente, carta che tiene bene il bianco e nero — sia per adattamento, dai dialoghi scorrevoli e dall’intelligente uso delle note (ultimamente altri editori hanno invece preso la pessima abitudine di piazzarle a ogni occasione, anche per sottolineare l’ovvio…). Apre il volume una ricca gallery di tavole a colori che, purtroppo, essendo stampate sulla stessa carta usata per le tavole in b/n non rendono come potrebbero e meriterebbero.

In conclusione il manga riesce a reggere il peso dell’importante eredità di uno dei classici per eccellenza della televisione nipponica grazie alle attenti cure dell’affiatato duo di autori che non nasconde la passione per il personaggio, ma che al contempo riesce a dare una connotazione e una identità personali all’opera. Una lettura fresca e avvincente, in grado di coinvolgere sia chi conserva il ricordo dell’originale visto da bambino sia chi si avvicina al personaggio e al suo mondo per la prima volta; questi ultimi stiano sereni che, grazie alla bravura degli autori a fornire tutte le informazioni necessarie, non proveranno la sgradevole sensazione di essere arrivati a film già iniziato. Consigliato anche a chi non legge abitualmente manga, ma segue i supereroi americani: questo Ultraman potrebbe rivelarsi una piacevolissima scoperta!

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