Mandrake il Mago vol. 2, recensione Mondadori Comics

Pubblicato il 23 Aprile 2015 alle 15:30

Arriva un nuovo volume dedicato a uno dei classici indiscussi del fumetto: Mandrake Il Mago! Non perdete le avventure del primo illusionista della storia dei comics scritte dal maestro Lee Falk e disegnate dal leggendario Phil Davis!

mandrake il mango 2

Mondadori Comics non sta solo proponendo ottime opere di provenienza francofona ma ha recuperato pure alcuni classici personaggi del fumetto americano, nati sulle pagine dei quotidiani, che in un certo qual modo anticiparono gli eroi dei comic-book. Mi riferisco all’Agente Segreto X-9, le cui storie furono scritte dal romanziere hard-boiled Dashiel Hammett, e a Phantom, da noi conosciuto come Uomo Mascherato, e Mandrake, entrambi creati dall’abile Lee Falk. Questi ultimi due occupano un posto importante nella storia del fumetto tout court. Phantom fu il primo eroe a indossare maschera e costume e possiamo reputarlo antesignano dei giustizieri in calzamaglia che dominano il mercato statunitense.

Mandrake, invece, fu il primo mago della letteratura disegnata e la sua influenza si fece sentire nel corso del tempo (malgrado la diversità di ispirazione, il marvelliano Dottor Strange di Lee e Ditko, per esempio, gli deve qualcosa). Mesi fa era uscito un volume con le storie iniziali del character e ora ne arriva un altro con episodi sempre scritti da Falk e disegnati dal leggendario Phil Davis, realizzati in un arco di tempo che va dall’aprile del 1937 al gennaio 1940.

Si trattò di anni cruciali per la storia americana e occidentale e, al di là delle situazioni immaginifiche e fantasiose delle story-line, si coglie il clima di un’epoca, quella che vedeva l’ascesa degli Stati Uniti come potenza mondiale. Mandrake agisce in un contesto che risente dell’immaginario collettivo del periodo, manipolato da un sistema comunicativo e mediatico imponente. Quando il mago è protagonista di avventure negli USA, infatti, ha a che fare con ballerine di Broadway oppure con attrici di Hollywood. Quando invece giunge in luoghi esotici le trame sono influenzate dalla narrativa pulp o dai b-movies horror e avventurosi che in quegli anni andavano di moda.

Ma se Falk utilizza elementi fantascientifici si rifà alla realtà. Nell’episodio che vede Mandrake confrontarsi con presunti marziani si rilevano gli echi della famigerata trasmissione radiofonica di Orson Welles che sconvolse gli americani. Se affronta la classica nemesi Cobra e il sacerdote vudù Besa è come se Falk cercasse di delineare trame degne di un film con Boris Karloff o Bela Lugosi. Tuttavia, gli eventi paranormali sono quasi sempre fittizi e l’autore fornisce di solito una spiegazione logica. Mandrake, del resto, è più che altro un illusionista e un ipnotizzatore.

Le storie sono ancora oggi coinvolgenti, sebbene vadano analizzate secondo lo zeitgeist degli anni trenta/quaranta e possano risultare ingenue. Non ci sono poi istanze politically correct. Il fedele Lothar, servitore di Mandrake, è un nero stereotipato e ha una posizione subalterna rispetto a quella dell’eroe principale. Lo stesso dicasi per le donne, tutte riconducibili ai canoni delle bellezze hollywoodiane. Sono ingenue bisognose di protezione, simili a Claudette Colbert o Jean Harlow; oppure vipere losche e infide, reminiscenti di Marlene Dietrich. A volte hanno un fascino esotico ed è il caso della principessa Narda, il grande amore di Mandrake. Il loro legame è contrastato, sovente a causa del superficiale ed egoista fratello della donna. Lo straniero è comunque in genere descritto come un poco di buono mentre Mandrake simboleggia il coraggio e l’abnegazione dell’americano. Lo ripeto, tutto è stereotipato ma le storie sono godibili, con testi e dialoghi vivaci.

I disegni di Phil Davis sono splendidi. Considerando che le storie erano destinate ai quotidiani, bisogna ammettere che le vignette sono incredibilmente accurate con sfondi dettagliati di notevole impatto visivo. Basta osservare le tavole ambientate in giungle tenebrose, in intimidenti sotterranei o nei labirintici vicoli delle metropoli per accorgersene. La caratterizzazione dei personaggi è sopraffina e quelli femminili, in particolare, hanno elegante sensualità, accennata ma percepibile. Insomma, se volete scoprire o riscoprire un classico non lasciatevi sfuggire questo volume.

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