Kriminal Omnibus vol. 17, recensione Mondadori Comics

Pubblicato il 21 Aprile 2015 alle 10:20

Le rocambolesche avventure del terribile Anthony Logan, alias Kriminal, continuano e stavolta il Re del Delitto dovrà fare i conti con le minacce del suo passato! Non perdete questo nuovo volume della classica serie realizzata da Magnus & Bunker!

kriminal 17

La riproposta da parte di Mondadori Comics delle classiche storie di Kriminal scritte da Max Bunker, alias Luciano Secchi, e disegnate dal compianto Magnus procede e, come hanno avuto modo di scoprire coloro che la stanno leggendo regolarmente, questa pietra miliare del fumetto italiano è ancora oggi, a tanti anni di distanza, attuale. Vale specialmente per il ritmo narrativo, rocambolesco e sincopato e per le story-line avvincenti che hanno il pregio di catturare l’attenzione del lettore. Partendo infatti da un semplice pretesto Secchi è in grado di delineare trame complesse e articolate, benché sempre leggibili e comprensibili.

Gli episodi inclusi in questa diciassettesima uscita furono originariamente pubblicati in un arco di tempo che va dall’aprile 1970 al marzo 1971, in pratica in un periodo in cui le istanze utopiche, libertarie e rivoluzionarie sessantottine perdevano colpi, dando il via ad atteggiamenti più disincantati. E tale disincanto Secchi riesce a coglierlo perfettamente. Sebbene buona parte delle vicende di Kriminal siano ambientate in Gran Bretagna e in paesi diversi dall’Italia, l’autore alludeva sovente alle vicende nostrane.

La piaga della corruzione, per esempio, che compromette la società italiana si riflette in quella che coinvolge i massimi esponenti della politica e dell’economia British. E’ con loro che Anthony Logan dovrà vedersela nel primo episodio del volume. Ma, con il pretesto di una trama thriller/noir, Secchi riprende tanti punti narrativi delle storie precedenti, risolvendo parecchie questioni in sospeso come quelle di Mister Atom o dell’organizzazione chiamata Triangolo Isoscele. Nelle altre avventure, invece, si diverte a prendere di mira, con intenti satirici, il misticismo orientaleggiante dei figli dei fiori, ben presente in Europa e negli Stati Uniti.

Secchi quindi introduce un sedicente mago tibetano e si collega alle suggestioni psichedeliche del Flower Power. Non mancano le sensuali e sexy donnine che, come al solito, sono pericolose e infide, sia che si tratti di mogli apparentemente devote o di nipotine scapestrate di nobili non proprio irreprensibili. Un altro elemento ricorrente è quello della droga che ormai incominciava a preoccupare l’opinione pubblica. L’universo descritto da Secchi è ambiguo e amorale e lo analizza con sguardo freddo e distaccato, senza ricorrere a una distinzione netta tra buoni e cattivi. Kriminal è perfido, certamente, ma non privo di un suo codice etico. E personaggi come il suo avversario Milton, rappresentante delle forze dell’ordine, non sono privi di lati discutibili.

Testi e dialoghi sono ironici, sarcastici, incisivi e di indiscutibile modernità. Secchi poi si diverte a fare citazioni. Un poliziotto, per esempio, legge un numero di Alan Ford; gli stessi Magnus e Bunker appaiono in una sequenza e in un episodio incentrato sull’occulto e sulla magia nera viene nominata Satanik, altro suo straordinario character. Per ciò che concerne l’aspetto grafico, i disegni di Magnus sono di grande livello. Gli sfondi sono, come nel caso dei volumi precedenti, spesso privi di dettagli e molte figure delineate solo dagli inchiostri, a causa della mole di lavoro che il disegnatore si sobbarcava in quegli anni. Ma la plasticità, l’eleganza, la fluidità e il dinamismo del tratto sono encomiabili e le tavole hanno una bellezza formale indiscutibile. Insomma, anche questo volume di Kriminal è da prendere in considerazione ed è consigliato agli estimatori del genere thriller/noir con qualche elemento ironico e grottesco.

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