Manga in USA: il mercato si riprende, il digitale decolla. E in Italia?
Pubblicato il 17 Aprile 2015 alle 16:00
…Boh. Data la difficoltà di conoscere la situazione italiana, vediamo come le case editrice di manga USA stanno uscendo dalla crisi.
Ogni settimana condividiamo con voi la classifica dei manga più venduti in Giappone secondo le stime di Oricon. Ogni mese arriva dagli USA quella dei comics, ottenuta grazie ai dati del detentore del quasi-monopolio della distribuzione Diamond. E in Italia? A parte qualche annuncio in casi di cifre eccezionali (ma spesso si parla di tirature, di copie stampate) è raro che si sappiano i numeri dei fumetti. Per rispondere alla domanda nel titolo, quindi, boh. Ovviamente non si pretende di fare i conti in tasca agli editori, ma per portare avanti una sana discussione sullo stato di salute della Nona Arte (e nello specifico di quest’articolo, del manga) sarebbe bello e utile conoscere, anche solo ogni tanto, qualche fatto concreto che vada oltre agli scambi di confidenze e impressioni durante le fiere.
Comunque: Publisher Weekly (il settimanale USA dedicato a tutti i tipi di pubblicazioni) ha recentemente pubblicato un lungo pezzo sullo stato del mercato nordamericano del manga; le parole dei maggiori editori di fumetto giapponese, raccolte dalla giornalista Deb Aoki, offrono molti spunti di riflessione che meritano di essere evidenziati.
Tutti gli intervistati si sono detti soddisfatti dell’attuale volume di affari che sta tornando a crescere dopo i duri colpi della crisi e lo scoppio della “bolla del manga” (e in Italia, come è messa la bolla?), e ottimisti per il futuro; in opposizione proprio al periodo della bolla, la parola chiave sembra essere sostenibilità.
Prima di continuare è forse opportuna una breve panoramica sul panorama statunitense: oltre ad editori “indipendenti” USA come Yen Press e Seven Seas, tra i maggiori attori del mercato ci sono le case editrici giapponesi Shiueisha, Shogakukan e Kodansha con entità controllate direttamente ( Viz per le prime due, Kodansha Comics e Vertical per la terza. Non che l’esito finale per i lettori sia migliore: lentezza e titoli persi per strada sono eventi comuni anche oltreoceano).
Motivo dell’ottimismo sono l’aumento delle vendite della Viz e il 2014 da record di Yen Press e Kodansha, che pur lasciando fuori dalle statistiche la mega-hit Attacco dei Giganti (oltre 2,3 milioni di copie in circolo) ha registrato un miglioramento rispetto all’anno precedente di oltre il 10%. Oltre ad Attack on Titan altri titoli Kodansha di grande successo sono stati Fairy Tail, Say I Love You e Noragami.
Il maggiore cambiamento nel mondo dei manga USA identificato da Deb Aoki è però la sempre maggiore espansione del mercato digitale, una delle soluzioni alla crisi in cui versava allora il settore prefigurate in quest’articolo di 3 anni fa da Jason Thompson: seppur le cifre siano ancora basse rispetto a quelle del cartaceo (per AoT e Fairy Tail le vendite digitali sono state il 10% del totale) molti editori stanno puntando forte su offerte che permettono (o permetteranno) ai lettori statunitensi di leggere gli ultimi capitoli tradotti dei loro manga preferiti contemporaneamente all’uscita giapponese in modo legale. Esempi ne sono l’edizione digitale Viz di Weekly Shonen Jump, Jump Start, l’accordo di Kodansha con Crunchyroll o quello di Squaresoft con Yen Press, che renderà disponibili oltre 200 serie alcune delle quali simultaneamente al Giappone. Anche le grosse piattaforme come ComiXology stanno gradualmente aumentando il proprio parco di titoli.
Gli ostacoli più grandi sulla strada dei manga digitali sono, ovviamente, pirateria e scan: perché pagare per avere qualcosa che puoi scaricare o leggere gratuitamente e con facilità, su qualunque dispositivo e spesso anche con traduzioni di qualità? I grandi editori giapponesi sembrano in ogni caso determinati a seguire questa strada (ancora inesplorata qui in Italia) anche se sono decisi a gestire in prima persona le operazioni; esponenti di case editrici “intermedie” come Dark Horse e Udon Entertainment testimoniano come i detentori nipponici siano molto cauti nell’amministrare i diritti digitali delle loro opere, ponendo veti su determinate piattaforme o negozi online.
La conclusione tratta da Deb Aoki è che, pur rimanendo molto lontano dai fasti dei primi anni 2000, il mondo manga in USA sta tornando in salute dopo anni bui. Una consolazione, anche se piccola, mentre il mercato del Giappone sta subendo duri colpi: le vendite dei magazine (es. Weekly Shonen Jump) sono calate del 50% tra il 1996 e il 2011. Cifre che fanno riflettere. E in Italia?