Breaking Bad – Recensione
Pubblicato il 13 Aprile 2015 alle 17:55
Un professore di chimica. Sangue. Metanfetamine. Lacrime. Determinazione. Soldi. Ferocia. Tutto questo è Breaking Bad.
Walter White è un professore di chimica che conduce una vita assolutamente normale.
Casa, lavoro, famiglia. Casa, lavoro, famiglia. Casa, lavoro, famiglia.
Poi a Walter White viene diagnosticato un cancro ai polmoni. E dopo, tutto cambia.
Vince Gilligan, l’ideatore della serie, ha creato una vera e propria epopea moderna dove ogni personaggio è caratterizzato splendidamente.
Un incredibile Bryan Cranston/Walter White ci porta all’interno di un mondo sotterraneo, spietato e brutale. Il mondo dei trafficanti di droga.
Perché il mite professore protagonista di Breaking Bad, messo con le spalle al muro dalla società in cui vive, decide di lasciarsi alle spalle tutto quanto per cucinare metanfetamine.
La decisione avviene in pochissimo tempo. Perché non si può indugiare. Se ti fermi… sei morto.
E così, anche grazie all’aiuto di Jesse Pinkman (un giovane ex allievo di Walter) il viaggio comincia.
Breaking Bad, a differenza di moltissime serie tv, si prende molto tempo per raccontare lo svolgersi degli eventi.
Bisogna quindi avere un minimo di pazienza per apprezzare al meglio la serie, perché stagione dopo stagione, il ritmo aumenta in modo vertiginoso.
Lo spettatore si ritrova davanti a una vera e propria escalation senza fine, dato che Walter White non si pone limiti.
La serie intreccia le vite dei vari personaggi in modo semplice ma al tempo stesso geniale. Ogni scena, ogni inquadratura, ogni dettaglio è funzionale alla storia.
Con il susseguirsi degli episodi iniziamo a conoscere sempre meglio il protagonista, vittima e carnefice al tempo stesso.
Perché l’opera di Gilligan fornisce tutti gli elementi necessari per comprendere al meglio cosa ha portato Walter a compiere una scelta tanto estrema.
E così, un semplice professore di chimica (mite e sottomesso) si riprende pian piano la sua personale rivincita contro una società che lo ha semplicemente annientato.
Walter White è un personaggio tremendamente umano, pieno di dubbi, paure e contraddizioni, capace di prendere decisioni estremamente difficili in pochissimo tempo.
Heisenberg (pseudonimo adottato da Walter per proteggere la sua vera identità) non si fa problemi a scontrarsi con i vari signori della droga (come Gustavo Fring) per il monopolio del traffico di metanfetamine. Ma al tempo stesso è anche un padre di famiglia. Ed è proprio questo dualismo uno dei punti di forza della serie.
Walter si muove sempre sul filo del rasoio ed è perfettamente cosciente che una singola parola fuori posto può far crollare il suo immenso castello di carte. Deve continuamente mentire, ideare in breve tempo delle spiegazioni logiche per coprire le sue azioni illegali e tenere a bada suo cognato Hank (che lavora nella DEA).
Deve rischiare, esporsi o nascondersi a seconda della situazione. È un personaggio in continuo mutamento, che deve adattarsi in maniera rapidissima alle spietate leggi del nuovo mondo che vuole conquistare.
Ma quando ti spingi troppo oltre, arrivi al punto di non ritorno. E dopo… è impossibile tornare indietro.
Quando Heisenberg prende possesso di Walter White anche nel contesto familiare, la situazione può degenerare da un momento all’altro.
Il protagonista continua comunque a convivere con il suo lato oscuro, ripetendo ossessivamente che sta facendo tutto solo e soltanto per il bene della propria famiglia.
E anche se non c’è nulla di moralmente accettabile nelle azioni di Walter, lo spettatore è comunque portato in certi casi a tifare per lui.
La narrazione presenta una struttura non lineare, in grado di alternare sapientemente vari flashback/flashforward, in modo da regalare al pubblico una serie di tasselli all’apparenza scollegati che in realtà fanno parte di un unico, immenso (ed estremamente complesso) puzzle emozionale.
Tutti i personaggi, dalla moglie Skyler a Saul Goodman, si comportano in modo credibile senza seguire mai uno sviluppo monodirezionale ma anzi cambiando spesso punto di vista, in modo da rendere imprevedibile qualsiasi situazione.
E mentre Walter sfrutta ogni secondo del suo tempo per scalare la gerarchia criminale, il suo socio Jesse Pinkman non può che assistere impotente al cambiamento (lento ma inesorabile) del suo ex professore.
Breaking Bad è una serie televisiva che è riuscita in breve tempo ad aggiudicarsi (giustamente) moltissimi premi e riconoscimenti positivi.
Qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte al ritmo della narrazione sicuramente non velocissimo o ad alcune trovate forse un po’ troppo forzate, ma si tratta di semplici dettagli.
Breaking Bad è in definitiva un’eccellente serie tv da guardare con calma, lasciandosi trasportare dalla storia di un uomo come tanti che decide di cambiare drasticamente (e in modo irreversibile) la sua vita.
La storia di un professore. La storia di un criminale. La storia del signor Walter White.