Il Grande Diabolik: La colpa di Gustavo Garian – Recensione

Pubblicato il 30 Aprile 2015 alle 16:15

Un ulteriore tassello nel passato di Diabolik, Eva Kant e Ginko.

Il Grande Diabolik_La colpa di Gustavo Garian

C’è un periodo dell’anno in cui ogni amante dell’inafferrabile criminale aspetta con trepidante attesa l’uscita dello speciale Diabolik primaverile, ad Aprile appunto. Ormai è dal lontano 2003 (e ancora prima dal 2002 con lo speciale per il quarantennale “Il re del terrore: Il Remake”) che il primo Grande Diabolik dell’anno è incentrato sulle vicende riguardanti il passato di uno o più dei protagonisti.

Il Grande Diabolik primaverile può tranquillamente essere considerato una collana a sè e negli anni ha saputo sempre innovare se stessa e il personaggio in generale, portando una ventata d’aria fresca all’ormai cinquantennale serie a fumetti.

Nel 2015 il titolo dell’albo speciale è “La colpa di Gustavo Garian” e tratta di un evento avvenuto nel passato dei protagonisti della serie compreso per l’appunto Gustavo, scomparso dalla serie nell’albo speciale dell’estate 2012.

Un evento mai narrato prima, di cui nè Diabolik nè Eva e tantomeno Ginko erano a conoscenza e che il fedele amico dell’ispettore giudicherà essere un grande tradimento proprio nei confronti di quest’ultimo.

Senza scendere ora nei dettagli di una storia cui si lascia al lettore il piacere di scoprire si può certamente dire che “La colpa di Gustavo Garian” funziona nel suo insieme e funziona anche perchè difficilmente Il Grande Diabolik primaverile delude essendo il frutto di una coppia di soggettisti ormai affermata e collaudata quali sono il duo Mario Gomboli-Tito Faraci (di cui quest’ultimo è anche sceneggiatore) che di anno in anno continuano a regalarci storie sempre più belle e affascinanti.

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Diciamolo subito: la storia ci mette un po’ ad ingranare (e questo, almeno per il sottoscritto, non è certo un difetto) ma dopo l’ampia introduzione iniziale dei vecchi e nuovi personaggi che entreranno in scena ci si trova di fronte a una storia in pieno stile da speciale primaverile quale ormai si è abituati; eccoci dunque in una Clerville in un passato alternativo post-anni 60 con un Diabolik e un Ginko ancora agli inizi della loro eterna lotta; non esistono ancora telefoni cellulari, computer e tecnologia in generale e questo conferisce alla vicenda un piacevole e sempre affascinante gusto vintage pagina dopo pagina.

Si faceva prima riferimento a dei nuovi personaggi introdotti in quest’albo; uno di questi è proprio il villain della storia Marcello Fontaine, credibile e ben tratteggiato anche se la sua figura non compare più di tanto, questo anche grazie all’esperienza della casa editrice con un altro celebre personaggio della serie quale è King, che Fontaine ricorda a grandi linee. Piccola nota per l’elemento che si potrebbe definire “crudo” per alcune scene e che potrebbe in qualche modo spiazzare (positivamente si intende) il lettore.

I disegni sono affidati per quando riguarda prologo ed epilogo a Pierluigi Cerveglieri, per la parte ambientata nel passato a Giuseppe Palumbo. Ecco parliamo proprio di questa parte; come ogni anno questa viene affidata al già citato disegnatore insieme solitamente alla copertina e ogni anno il risultato è sempre ineguagliabile e, parliamoci chiaro, se Il Grande Diabolik primaverile è uno dei fumetti italiani più attesi dell’anno nonchè albo di grande successo, questo è anche e soprattutto grazie alle illustrazioni di Palumbo; il suo tratto asciutto, slanciato, affascinante regala forti emozioni (soprattutto per come riesce a rendere le emozioni stesse dei personaggi su carta) a ogni singola scena ed è un piacere da vedere.

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