Recensione: I guardiani del sigillo

Pubblicato il 22 Dicembre 2010 alle 09:00

Autore: Naono Bohra
Editore
: Magic PressMX
Provenienza
: Giappone
Prezzo
: € 5,90


Per far fronte alla distruzione portata dalle entità della dimensione Juukai, i pochi terrestri sopravvissuti generarono una nuova forma di vita dai grandi poteri: le uova. Queste, unendosi ad alcuni esseri umani selezionati, diedero origine ai Gaito, una stirpe incaricata di proteggere la Terra.

Sullo sfondo di questo mondo preso di mira da una dimensione malvagia, quattro Gaito Guardian, in viaggio per raggiungere il Paese che li ha assoldati, si trovano a soggiornare in un territorio molto provato dalle continue apparizioni delle creature del Juukai.  Or Aile, Jade Zanna, Platin Por e Atrum Mane incontrano così  Weiss Wiese, l’unica donna Arneirla, ossia una Gaito in grado di riparare il sigillo della terra santa e impedire che gli abitanti del Juukai si manifestino.

Si intrecciano così le strade dei cinque protagonisti, che porteranno i Guardian a proteggere Weiss nei suoi pericolosi incarichi.

Magic Press porta in Italia I guardiani del sigillo (Tamago No Hi), shojo manga scritto e disegnato da Naono Bohra.

Il tratto della Bohra è spesso e netto, a volte approssimativo, e anche nel modo in cui è modulato è senz’altro vicino allo stile tipico degli shonen. Questa caratteristica rispecchia l’esperienza dell’autrice che ha avuto modo di confrontarsi con molti generi diversi nel corso della sua carriera, e che proprio con “I guardiani del sigillo” debutta nel mondo shojo.

Il disegno nel complesso è accurato, e la ricerca di dettagli non si traduce mai in un appesantimento delle figure. I retini sono utilizzati in modo equilibrato e funzionale alla resa di sfumature e profondità. Ulteriore elemento stilistico che allontana quest’opera dai canoni classici del genere shojo è l’uso del tratteggio piuttosto marcato per rendere le ombreggiature.

Le tavole sono ben strutturate e scorrevoli, con poche vignette disposte in modo dinamico ma non disordinato, che garantiscono sempre la leggibilità delle pagine, anche in occasione delle sequenze d’azione, ben strutturate e piuttosto complesse, che rendono questo manga un’opera difficile da classificare, per via della forte tendenza a tradursi in uno shonen vero e proprio.

Per quanto riguarda la caratterizzazione dei protagonisti e la struttura narrativa, “I guardiani del sigillo” è certamente erede di un certo modo di narrare che è tipico di Kazuya “Saiyuki” Minekura.

Innanzitutto il gruppo dei Guardian presenta quattro personalità che si bilanciano reciprocamente secondo lo schema del celebre gruppo di Sanzo, presentando dei protagonisti maschili forti e dal passato doloroso. Ci sono comunque importanti differenze rispetto all’opera della Minekura, a partire dal fatto che i rapporti di forza all’interno della comitiva non rispecchiano il peso che in questo primo numero è dato ai poteri di ciascuno, per una trama ancora tutta da scoprire.

Il personaggio di Weiss ha anch’esso poco a che vedere con la tipica protagonista di uno shojo. Per di più il carattere spensierato e capriccioso è in contrasto con il suo ruolo di entità superiore incaricata di contenere l’avanzata del Juukai.

Lo stile della Minekura si ritrova poi a livello grafico nelle figure slanciate e sinuose ma mai troppo aggraziate. A livello narrativo, invece, nel legame che unisce Atrum a Weiss e in ciò che si intuisce del passato di Or.

Lo stesso mondo in cui è ambientata la storia ricorda lo scontro tra gli umani e i demoni che è alla base di “Saiyuki”. Tuttavia, ne “I guardiani del sigillo”, le leggi che regolano la Terra da quando sono stati creati i Gaito non sono sempre chiare, non permettendo al lettore di comprendere al meglio il funzionamento dell’universo creato da Naono Bohra.

L’edizione italiana è buona. Rilegature solide, carta bianca e resistente, inserto a colori su carta lucida. Sulla cover rigida è raffigurata una gag in stile deformed, anziché riprodurre l’illustrazione della sovraccoperta. Le onomatopee non sono state adattate e, pertanto, sono state mantenute le originali giapponesi. Il lavoro di traduzione è adattamento in generale è buono, anche se in alcuni punti i dialoghi non sono molto scorrevoli.

In conclusione, “I guardiani del sigillo” è una lettura che si mantiene piacevole e divertente, grazie anche alle numerose gag. Nonostante risulti ancora un po’ acerba e non particolarmente originale, è un’opera trasversale che potrà facilmente piacere a un pubblico ampio, per via della sua natura ibrida.


VOTO: 7-

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