Batman vs. Robin – Recensione
Pubblicato il 11 Aprile 2015 alle 22:11
Damian Wayne, figlio di Batman, è il nuovo Robin ma è insofferente alle regole restrittive del padre che frenano i suoi istinti omicidi e lo costringono a vivere da recluso. Durante una ronda, Robin viene avvicinato ed incoraggiato da Talon, primo sicario della Corte dei Gufi, una pericolosa e potente loggia segreta che vuole controllare Gotham City. Convinto di aver trovato un nuovo mentore, Robin si ribella a Batman e lo affronta.
Sequel diretto di Son of Batman, uscito un anno fa in USA, il nuovo film d’animazione direct-to-video della collana DC Universe trae spunto dalle story-arc a fumetti La Corte dei Gufi e La Notte dei Gufi, scritte da Scott Snyder per la serie regolare Batman subito dopo il grande reboot editoriale del 2011.
In Son of Batman, Bruce Wayne scopriva di aver avuto un figlio da Talia al Ghul. Addestrato dalla Lega degli Assassini, il giovanissimo Damian è un letale assassino ed un genio precoce condotto sulla buona strada dal padre che lo ha reso il nuovo Robin. Tuttavia il rapporto conflittuale tra i due è appena iniziato e Bruce scopre che il ruolo di genitore può essere più complicato che combattere il crimine a Gotham.
Talon si pone come figura paterna alternativa per Damian che si trova così a dover operare una scelta tra i valori etici di Batman e la sanguinaria sete di vendetta del sicario della Corte dei Gufi. Il dilemma interiore del ragazzino però non ha risvolti particolarmente drammatici. Si tratta di un semplice pretesto per una breve scazzottata con Batman dagli esiti scontati e buonisti. Nightwing, in veste di fratello maggiore, è presente solo per arricchire le sequenze di combattimento.
E’ soprattutto l’immagine del Cavaliere Oscuro ad uscire con le ossa rotte dal film. Il più grande detective del mondo si fa abbindolare dall’inizio alla fine senza accorgersi di nulla, laddove lo spettatore intuisce subito cosa sta accadendo. Come nel fumetto, finisce prigioniero dei Gufi che lo imprigionano in un labirinto di allucinazioni, ma qui non è lui a venirne fuori con le proprie forze, bensì dev’essere tratto in salvo (in maniera neanche troppo chiara). Non è Batman a sconfiggere la Corte dei Gufi e non riesce nemmeno ad avere la meglio su Talon.
E’ tutto eccessivamente semplificato, dalle dinamiche investigative all’analisi introspettiva dei personaggi. Anche la Corte dei Gufi non ha la presenza carismatica del fumetto. Il livello d’animazione dei film DC Universe non sembra evolversi granché e le scene d’azione denotano poca inventiva. Inoltre, in una serie di film con una continuity così stretta, sarebbe il caso di comporre un tema musicale fisso per il personaggio anziché comporne ogni volta uno nuovo con risultati sempre meno memorabili. Debole.