Justice League vol. 2, recensione New 52 Limited RW Lion

Pubblicato il 14 Aprile 2015 alle 15:45

Non perdete il secondo volume di Justice League che ripropone le prima storie post-reboot scritte da Geoff Johns e disegnate da Jim Lee! La più potente squadra di supereroi del mondo deve affrontare un insidioso nemico ma anche i pregiudizi dell’opinione pubblica e del governo americano!

justice league 2 new 52 limited

Quando la DC annunciò la discussa operazione del reboot la serie dedicata alla Justice League fu una delle più attese a causa degli autori coinvolti. A scriverla fu infatti Geoff Johns, colui che, al pari di Grant Morrison, è stato lo sceneggiatore di punta della casa editrice negli ultimi anni; e a disegnarla l’acclamato Jim Lee. Il comic-book incentrato sulla più importante e potente squadra di supereroi del DCU si è rivelato di buona fattura e Lion ne ristampa ora i primi episodi in tp. Siamo giunti al secondo volume che include i nn. 7-12 della testata originale e, come avrete modo di scoprire, le cose si faranno preoccupanti per Superman, Batman e compagni.

Johns si era concentrato sui primi giorni di attività della squadra, quindi nel passato e non nel presente della DC post-reboot. Con questa sequenza, invece, siamo in un contesto differente, cioè nel momento attuale. Johns però non rivela tutto ciò che è accaduto in precedenza, costruendo abilmente un’atmosfera di mistero e paranoia e fornendo solo alcuni dettagli delle vite dei personaggi. Sappiamo che la Justice League è amata da buona parte dell’opinione pubblica e considerata alla stregua di un gruppo di divinità. Ciò preoccupa le autorità che vorrebbero esercitare un maggiore controllo su di essa e a questo scopo fanno pressioni su Steve Trevor.

Quest’ultimo gioca un ruolo importante nella trama. Reduce da una sfortunata storia d’amore con la splendida Wonder Woman, cerca di tenere a bada i superiori e nello stesso tempo di proteggere la Lega. Ma non sarà affatto facile perché c’è una minaccia in circolazione. Si tratta di David Graves, lo scrittore che aveva pubblicato un libro di grande successo sugli eroi e che aveva contribuito a farli ritenere déi. L’uomo sta morendo, vittima di un male incurabile, e per salvarsi ricorre ad arti esoteriche che coinvolgono potentissime entità denominate Asura. A farne le spese saranno proprio la Justice League e Steve Trevor.

Per una serie di circostanze, inoltre, la percezione della comunità mondiale nei confronti della Lega cambierà in senso negativo e i protagonisti dovranno venire a patti con pregiudizi e sospetti, accentuati dai media. Johns scrive un fumetto tipicamente supereroico, costruendo in maniera egregia le psicologie dei character. Al di là dei classici scontri con i criminali, Justice League è interessante proprio per le dinamiche interpersonali. Non tutti i membri della League vanno d’accordo tra loro e non mancano contrasti. Lanterna Verde si diverte a punzecchiare Batman che, dal canto suo, è più vicino a Superman che agli altri compagni del team. Flash lega molto con Hal Jordan e ha rapporti freddi con Aquaman e aggiungo che tra Superman e Wonder Woman ci saranno inaspettati sviluppi.

Malgrado il pathos e l’intensità, tuttavia, Johns alleggerisce tutto con l’ironia, rilevabile nei dialoghi sarcastici e incisivi, e gioca con il DCU, facendo apparire Freccia Verde e impostando le premesse che porteranno alla nascita della Justice League America. In appendice c’è poi una breve storia dedicata a Pandora, la donna che nell’Universo DC del New52 è stata al centro di numerose trame e sottotrame.

Quanto ai disegni, Jim Lee costruisce tavole di innegabile impatto visivo. L’unico elemento negativo è la mancanza di evoluzione. Il tratto di Lee, in fondo, non si è modificato nel corso degli anni e il penciler coreano si limita a riproporre le identiche pose e prospettive che i suoi fan ormai conoscono a memoria, a volte con effetti statici e poco dinamici. Da questo punto di vista, quindi, non ci sono sorprese. Un paio di episodi sono illustrati dall’ottimo Gene Ha e dal meno efficace Carlos D’Anda, con un contributo del bravo Ivan Reis; mentre la storia di Pandora è disegnata da Ethan Van Sciver, sull’anonimo andante. Nel complesso, comunque, il tp è da tenere d’occhio.

 

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