Empire USA n. 6 – Le Colpe dei Padri, recensione Mondadori Comics
Pubblicato il 1 Aprile 2015 alle 10:21
Si conclude la seconda stagione di Empire USA, l’intensa spy story di Stephen Desberg pubblicata da Mondadori Comics! Il tormentato agente Jared Gails troverà una risposta ai misteri che lo ossessionano e niente sarà più come prima!
Con questo sesto albo si conclude la seconda stagione di Empire USA, intrigante serie di spionaggio ideata dal bravo Stephen Desberg e concepita in cicli sulla falsariga dei serial televisivi americani. Benché si tratti di un fumetto di provenienza francofona deve infatti molto all’immaginario narrativo statunitense; tuttavia, l’intricata story-line è caratterizzata da una molteplicità di ambientazioni. Empire USA è un’avvincente spy story e sebbene sia collocata a qualche anno di distanza dal nostro tempo risente molto del clima di tensione sociopolitico attuale. Non mancano infatti riferimenti al pericolo del terrorismo ormai sotto gli occhi di tutti e i contrasti e le contraddizioni presenti nei paesi dell’ex blocco sovietico costituiscono una parte importante della trama.
Come sanno i lettori della collana, tutto ruota intorno alla figura di Jared Gails, ex agente dei servizi segreti americani che viene a conoscenza dell’uccisione del suo migliore amico, Duane Els, assassinato a Londra da un killer misterioso. Almeno in principio, l’enigma sembra di facile risoluzione ma, come scoprirà Jared a sue spese, la morte di Duane è il tassello di un complicato puzzle che coinvolge una pletora di personaggi. Tra questi spiccano Marlin Deckard, un miliardario che forse ha parecchie informazioni sul conto di Duane; e l’oligarca russo Illya Patakarsky. Tra i due c’è una faida e può darsi che la soluzione di tutti i misteri si trovi proprio nei loro trascorsi.
Ma nella partita c’è un gruppo di ex funzionari del KGB che non vedono di buon occhio il nuovo corso ‘occidentalizzato’ della Russia odierna e rimpiangono il periodo della guerra fredda; e sono implicate pure Janet, un’agente della CIA che nasconde parecchie colpe e la splendida e letale Daria. Uno spazio rilevante della trama di Empire USA è occupato appunto dai character femminili. Le donne sono tutte sexy, infide, pericolose e sessualmente disinibite, vittime di giochi di potere e strumenti di manipolazione. Ciò che colpisce di Empire USA è il clima di ambiguità morale, necessario per una spy story degna di tal nome. Non esistono buoni e cattivi ma ogni attore di questo dramma ha lati positivi e negativi che emergono a seconda delle situazioni: autentiche pedine di quel complesso sistema chiamato realpolitik che condiziona la società globale a ogni livello.
Il ritmo della story-line, magistralmente organizzato da Desberg, è a volte lento ma la dilatazione narrativa accentua la suspense e in molti momenti fa pensare allo stile dei migliori romanzi di Le Carré. Ma nelle sequenze d’azione le cose si modificano e la velocità si fa predominante. Desberg scrive dialoghi secchi e intensi, di impostazione hard-boiled e influenzati da un certo cinema all action statunitense e nel complesso funzionano.
La parte grafica di questo albo è appannaggio degli ottimi penciler Erik Juszezak e Daniel Koller. Entrambi optano per una costruzione classica della tavola, quasi tradizionale, valorizzata da inquadrature dal taglio cinematografico che risultano comunque coinvolgenti. Il primo ha un tratto fluido ed elegante, anche se a volte troppo mainstream, ma efficace. Il secondo, invece, è più ruvido e grezzo e i suoi disegni sono impreziositi da indovinati chiaroscuri. In definitiva, Empire USA non è un prodotto rivoluzionario ma neanche banale ed è realizzato con gusto e professionismo innegabili.