Recensione: Dibbuk
Pubblicato il 17 Dicembre 2010 alle 11:11
Autori: Andrea Cavaletto (testi), Luca Maresca (disegni)
Casa Editrice: Edizioni BD
Provenienza: Italia
Prezzo: € 9,00, 17 x 24, pp. 96
Coloro che leggono (forse) le mie recensioni con regolarità, sanno ormai che non amo il fumetto italiano, salvo qualche sparuta eccezione. Più che altro non apprezzo lo stile degli sceneggiatori nostrani che, e probabilmente sbaglio, mi sembrano convenzionali, ripetitivi e, soprattutto, conformisti.
L’avrò scritto un centinaio di volte, al punto da diventare anch’io ripetitivo. Tuttavia, quando ne ho la possibilità, cerco di leggere qualche opera italiana, nella speranza di trovare qualcosa che mi entusiasmi e che magari mi faccia gridare al miracolo. Rare volte è accaduto. Perché, in linea di massima, dopo aver chiuso il volume di turno provo una sensazione di insoddisfazione e di malessere.
E nel caso di Dibbuk, one shot pubblicato da Edizioni BD? Qual è il mio responso? Prima di rispondere, introduciamo il fumetto in questione: trattasi di un horror scritto dallo sceneggiatore Andrea Cavaletto e disegnato da Luca Maresca. In verità, è una storia basata su un’idea di Stefano Santarelli che avrebbe dovuto essere utilizzata per la rivista ‘Mostri’, pubblicata anni fa dalla casa editrice Acme.
Poi, per una serie di circostanze, non se ne fece nulla e ora il duo Cavaletto/Maresca è riuscito a realizzarla. Come ho già scritto, Dibbuk è un horror ed è ambientato a Watts, violento quartiere di Los Angeles. Sullo sfondo della vicenda c’è quindi il tema della guerra tra bande, simili a quelle che si possono vedere nella realtà odierna di certe metropoli statunitensi.
Il protagonista della storia, un ragazzo di origine ebraica, fortemente suggestionato dai racconti e dagli insegnamenti cabalistici del nonno, soffre per una ragazza, con la quale aveva timidamente iniziato una storia, che lo ha lasciato per mettersi con lo spietato capo di una gang.
Fin qui potremmo pensare a una tipica storia d’amore tormentato con elementi ‘all action’; ma poi irrompe l’horror, rappresentato dal Dibbuk, demone della cosmologia ebraica, che giocherà un ruolo importante nella vicenda, tra azione, stragi e mutilazioni di vario tipo.
Sinceramente, l’idea sarebbe pure originale, a suo modo (perlomeno non abbiamo a che fare con i soliti zombi e vampiri), se impostata meglio. Ma, in tutta franchezza, i testi di Cavaletto non mi pare si discostino più di tanto dagli stilemi consueti; per giunta, la story-line in sé mi ha annoiato, con i suoi flashback che, più che altro, appesantiscono il flusso della narrazione. La trama è debole e nemmeno i personaggi sono caratterizzati in maniera approfondita.
Per quanto concerne i disegni, non posso affermare che Maresca non sia bravo. Ma, anche in questo caso, il suo stile è convenzionale, di chiara impronta bonelliana e nazional-popolare che avrò visto non so più in quante occasioni.
Di conseguenza, a malincuore, anche stavolta mi trovo costretto a bocciare una proposta italiana e me ne dispiace. Ma sono onesto e non potrò mai scrivere qualcosa che non corrisponde al mio pensiero. Per quanto mi concerne, Dibbuk è trascurabile.
Voto: 4