Ecco perché sarà molto difficile vedere Dylan Dog in TV

Pubblicato il 27 Marzo 2015 alle 18:00

Una frase ambigua, una notizia poco chiara…basta una piccola scintilla per far esplodere la fantasia dei fan. Sono in tanti a volere una serie tv su Dylan Dog, ma quali ostacoli incontrerebbe una produzione televisiva di tale genere?

Pochi giorni fa trapela una notizia: Recchioni sta lavorando ad un remake del primo numero di Dylan Dog, il quale probabilmente uscirà su un Color Fest assieme ad altre rivisitazioni degli albi più famosi.
Come se non bastasse si vocifera di un’altra misteriosa e incredibile iniziativa editoriale.
E’ bastato questo a scatenare la curiosità e soprattutto la fantasia dei fan, speranzosi che questa sorpresa potesse essere proprio il prodotto che tutti gli appassionati dell’indagatore dell’incubo aspettano e sperano di vedere: una serie televisiva.

Ebbene si, vedere una serie tv incentrata sul noto personaggio di casa Bonelli è il sogno di molti, anche del sottoscritto, ma con questo articolo vorrei spiegare perché sarà molto difficile veder realizzato tale desiderio.
Prima però cerchiamo di capire le ragioni della legittimità di questa aspirazione.

Tralasciando l’amore per il personaggio, sempre più serie televisive vengono realizzate prendendo spunto da un fumetto. Certo sarà molto difficile che un colosso americano punti su un personaggio italiano, ma produzioni nostrane quali Romanzo Criminale e Gomorra, targate Sky, facevano sperare che anche l’inquilino di Craven Road 7 potesse avere una serie televisiva tutta sua, visto l’enorme successo delle produzioni menzionate.
In più si parla, ormai da due anni, che Sky stia producendo una serie su un altro personaggio fumettistico italiano, ovvero Diabolik, con un budget importante: circa 22 milioni di euro.

Insomma le speranze di vedere Dylan Dog su Sky Fox o su Sky Atlantic sono lecite, ma allo stesso tempo con scarse probabilità di successo e ne elencherò i motivi.

Leggi il primo motivo girando pagina

MANCANZA DELL’ATTORE PROTAGONISTA

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Dylan Dog non è solo una camicia rossa. E’ questo che gli appassionati ricordano ad ogni trasposizione, che sia un progetto a scopo di lucro o un semplice fan art.
Ad oggi i fan non hanno individuato nessun attore che potrebbe, verosimilmente, vestire i panni dell’indagatore dell’incubo.
Ho sentito qualcuno che si “accontenterebbe” di Stefano Accorsi e qualcun altro che vedrebbe bene Vinicio Marchioni (il Freddo della serie televisiva Romanzo Criminale) in camicia rossa e giacca nera.

Eppure interpretare Dylan Dog è davvero un’ardua impresa. Il recente fan movie Dylan Dog Vittima degli eventi ha dimostrato a tutti cosa si può fare semplicemente con la passione. La pellicola di Claudio Di Biagio cura i dettagli del fumetto in maniera abbastanza precisa, ma sebbene apprezzabile, il protagonista Valerio Di Benedetto non è stato indimenticabile.

Ci avevano fatto sognare quando oltreoceano è uscita la produzione americana di Dylan Dog, ma senza parlare della disastrosa sceneggiatura, Brandon Routh è stato a dir poco imbarazzante.
Il Dylan Dog perfetto sarebbe stato Rupert Everett (per chi non lo sapesse Sclavi si è ispirato proprio a lui quando ha ideato Dylan Dog) già visto in Dellamorte Dellamore, pellicola cult di Michele Soavi e tratta giustappunto da un romanzo di Sclavi. Tuttavia Everett ha quasi 55 anni e non sarebbe appropriato nei panni dell’Old Boy.

PROBLEMI DI DIRITTI D’IMMAGINE

Untitled-3Un’altra problematica sicuramente più pressante è legata ai diritti; quelli di sfruttamento cinematografico e televisivo sono in mano agli americani di Dead of Night, ma anche se tornassero alla Bonelli (e ci vorrebbero, pare, diversi milioni di Euro) ci sarebbero ostacoli per i diritti d’immagine di alcuni elementi cardine dell’universo di Dylan Dog. Sarebbe molto difficile vedere Dylan guidare un maggiolino bianco poiché la Disney detiene i diritti per l’apparizione cinematografica di questa autovettura dal 1968, cioè dai tempi di Un maggiolino tutto matto.
Vi pare impossibile? Beh, sappiate che la Coca Cola invece detiene i diritti di Babbo Natale! E ogni volta che in un film o in una pubblicità appare un anzianotto paffuto vestito di rosso l’azienda della nota bibita ha un introito.

Tuttavia è un problema aggirabile: il maggiolino potrebbe essere di un altro colore o Dylan Dog potrebbe guidare un’auto diversa, anche se simile. A me, per esempio, non dispiacerebbe vederlo guidare una vecchia cinquecento!
Un inconveniente più serio sarebbe quello di rinunciare a Groucho. Difatti, attualmente, gli eredi di Groucho Marx non sono intenzionati a concedere né l’uso del nome né delle sembianze del personaggio.
Ovviamente ostacoli di tale natura si presenterebbero solo per le produzioni a scopo di lucro e non per i fan movie.

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L’INSODDISFAZIONE DEI FAN

Questo, ritengo, sia lo scoglio più imponente. Come è facile immaginare, una produzione televisiva deve tenere conto di tante cose e non solo del volere dei fan.

Dinamiche commerciali legate a budget e a come far piacere il prodotto, sono priorità rispetto alla soddisfazione dei fan.
D’altronde, se ci basassimo sui dati di vendita degli albi di Dylan Dog, gli appassionati delle storie dell’indagatore dell’incubo non supererebbero i 200.000 ed una serie vista da così poche persone non durerebbe più di una puntata.

Quindi si dovrebbe raggiungere un equilibrio fra commercialità della produzione e fedeltà all’originale ed in questo caso, con un prodotto privo di Groucho o altri elementi essenziali, ci sarebbe il rischio reale che proprio i fan del fumetto snobberebbero la serie televisiva.
Un fenomeno che si è già verificato con la trasposizione hollywoodiana dove, senza parlare dei limiti di sceneggiatura e via dicendo, era già considerata un fiasco ancora prima di uscire. Dylan Dog: Dead of Night ha incassato circa 4,6 milioni di dollari, una cifra notevolmente inferiore rispetto al budget stanziato che lo ha fatto classificare tra i peggiori flop del 2011.
Tuttavia molti fan hanno considerato quel film una boiata pazzesca senza neanche vederlo.

COMPLESSITA’ DELLA STORIA

E’ vero, Dylan Dog piace proprio perché presenta una trama inusuale, ma questo potrebbe rivelarsi la più grande difficoltà di una produzione televisiva.
Innanzi tutto, l’assenza di una qualche forma di continuity penalizzerebbe molto un’ipotetica serie tv. Dylan Dog non è Jessica Fletcher (La signora in giallo) e una serie televisiva ha bisogno di una trama di fondo per funzionare.

Avere ogni episodio a sé stante può giovare solo per le produzioni a lunghissima durata e non sarebbe questo il caso. Poi, persino in Don Matteo si può intravedere una sorta di continuity.
Inoltre, proprio per il fatto che una serie tv su Dylan Dog deve essere vista anche da chi non conosce questo personaggio, bisognerebbe introdurre in qualche modo il protagonista e le sue motivazioni, ma in 342 albi sono davvero poche le informazioni che abbiamo sull’indagatore dell’incubo. Sarebbe difficile quindi utilizzare flashback per descrivere ciò che apprendiamo in albi come il n.74, 121 o 200. Più facile vedere un pilot che descrive le sue origini così come raccontato nel n.200.

La problematica più grave risulterebbe però quella riferita alla storia, in sé, poco commerciale. Gli albi di Dylan Dog più apprezzati sono quelli dove l’elemento soprannaturale è solo accennato, un elemento di sfondo (Gli uccisori, Il settimo girone…), oppure quelli che giocano col mondo onirico, l’immaginazione e le duplici realtà (Memorie dall’invisibile, Storia di nessuno…). Ciò però rischierebbe di essere rappresentato come un polpettone filosofico e gli sceneggiatori punterebbero la loro ispirazione verso altri albi, rischiando di far diventare Dylan Dog un semplice cacciatore di mostri, non discostandosi poi tanto dalla sceneggiatura americana.
E cacciatori di mostri in tv ce ne sono già abbastanza.

 

Nonostante tutti questi ostacoli sarei il primo ad esultare alla notizia di una produzione televisiva su Dylan Dog, ma come abbiamo visto gli scogli sembrano davvero insormontabili.

E voi, come risolvereste questi problemi? Riuscireste a portare Dylan Dog in tv?

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