Recensione: Chew vol. 2

Pubblicato il 20 Dicembre 2010 alle 09:00

Autore: John Layman & Rob Guillory
Casa Editrice: Bao Publishing
Paese: USA
Prezzo: 13,00€
Note:  Colori. Tavole di studio.


Siamo al secondo round di questa opera che aveva così tanto promesso nel primo numero.

E le aspettative, fortunatamente non  muoiono. non cadono, non si addormentano dietro soluzioni facili o piccoli aggiustamenti commerciali, o dovrei dire melodici.

Chew è un’opera fondamentalmente disturbata. Ha un’attitudine narrativa ed estetica sotterraneamente punk che sboccia in una sfumatura acida nel suo fluido svolgersi.L’acido della digestione.

Il gioco ironico, la satira, lo splatter si scambiano i ruoli e si appoggiano l’uno all’altro mantenendo fluida e fremente la narrazione.

Chew 2 si sposta di poco dagli schemi e dalla formula già esperienzata nel primo volume. I ritmi, l’estetica, il tenore medio delle conversazioni, la capacità di far convergere diverse linee narrative ed esilaranti intermezzi, aumentano la loro precisione e calibro.

Le tavole son tagliate sempre in maniera meccanica, in un gioco di inquadrature che comunica una velocità cinematografica anfetaminizzata. E le idee, che ci dobbiamo aspettare in questo volume??

Le inquiete  e gustose visioni  non mancano ai due creatori: John Layman  (storia), Rob Guillory (disegni e colori). La contaminazione è il loro lavoro e il loro cervello, nudo, pulsa di radiazioni cinematografiche. B-Movie, fantascienza spicciola, horror da quattro soldi, personaggi brutti, odiosi, fastidiosi. Feccia e prolet avidi e patetici. Dittatori nani, innesti cyberpunk e vampiri usciti dalle grandi architetture di Gotham City. Figure che cadono da un angolo all’altro della storia, presentandosi, spiegando il loro ruolo con un’anima sfiziosamente  trash per gli amanti della “brutta” pellicola e  mostrando una cifra stilistica sempre al rialzo. La credibilità dell’opera e della storia si regge su un  topo allevato dai servizi segreti e modificato geneticamente, una spia sporca piccola e dal pelo sparpagliato,che dorme tra le linee del seno dell’agente del U.S.D.A; sulla coprofagia continuamente accennata come risorsa d’indagine finale; e sulla droga, che lentamente avanza.

Una droga che si può mangiare. Commestibile e nutriente. Dall’empatia cosmica. E dal sapore aviario.

Dobbiamo attendere il prossimo volume. E nel frattempo, se ancora ce ne fosse bisogno, grazie alla Bao Publishing per averlo portato in Italia.


Voto:7

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