1992: recensione degli episodi 1 e 2 della serie tv targata Sky
Pubblicato il 4 Aprile 2015 alle 12:16
“Lo so cosa pensate tutti, gli anni 80 sono finiti, bei momenti, tutto era possibile, fatturato alle stelle, ci siamo divertiti, siamo andati a letto tardi.. Oggi c’è la crisi è vero (…) ma gli anni 80 sono uno stato mentale, possono tornare e durare per sempre, dipende solo da voi, la crisi per voi è un’opportunità”
Leonardo Notte (Stefano Accorsi)
Nel 2014 Gomorra – La serie ha dato uno scossone al mondo delle serie tv italiane; ha dimostrato che anche in Italia si possono confezionare serial di qualità ottima, se non eccellente, capaci di diventare nel giro di pochissimo tempo un fenomeno di costume, esportato in tutto il mondo, perché Gomorra – La serie è un piccolo miracolo tutto italiano che è stato visto in qualcosa come 60 Paesi con una seconda stagione praticamente già scritta e in arrivo nel 2016. Tutto questo grazie al coraggio di Sky Italia che ha voluto e potuto osare là dove, forse, nessuno aveva mai osato.
1992 – La serie venne girata circa due anni fa, con una release fissata per la fine del 2013, poi rimandata alla primavera di quest’anno. La serie, con l’intento palese di seguire l’ondata di successo-entusiasmo di Gomorra e l’obiettivo di replicarne il successo seguendone anche lo stile incalzante e concitato dall’inizio fino ai titoli di coda di ogni episodio, segue le vicende di svariati personaggi, tutti diversi tra loro per ruolo e condizione sociale, che si muovono nella scena di uno dei periodi più controversi e cupi della storia italiana; siamo nel 1992, Milano, con l’arresto dell’ingegner Mario Chiesa, colto in flagrante mentre intascava una tangente dall’imprenditore monzese Luca Magni, scatta un’operazione su larga scala, in tutta Italia, volta a smantellare un sistema di profonda corruzione politica, sociale, istituzionale, che prenderà il nome di “Mani Pulite”: signore e signori benvenuti a Tangentopoli.
Si diceva di molti e svariati personaggi che, per i motivi più disparati, si ritrovano travolti da questo scandalo senza precedenti che involontariamente e inesorabilmente finirà per fargli incontrare, interagire, scontrare (come per esempio, giusto per fare un paragone, accade in film come “Traffic” o “Syriana”); Luca Pastore (Domenico Diele), ufficiale di polizia giudiziaria che fa parte della squadra di Di Pietro, Veronica Castello (Miriam Leone), scalatrice sociale senza scrupolo alcuno, amante di Michele Mainaghi, in seguito allo scandalo arrestato per corruzione, Leonardo Notte (Stefano Accorsi), pubblicitario di successo con qualche fantasma passato sulle spalle, Pietro Bosco (Guido Caprino), veterano di guerra che finirà per entrare in Parlamento, Beatrice “Bibi” Mainaghi (Tea Falco), figlia di Michele Mainaghi, vittima degli eventi che travolgono la sua famiglia.
Soffermiamoci un poco sui personaggi, protagonisti involontari di Tangentopoli. Tra tutti ne spiccano alcuni veramente ottimi; Stefano Accorsi è semplicemente magnifico nel suo ruolo, che in realtà non è solo uno perché il suo Leonardo Notte ha mille facce, nel lavoro, nella vita pubblica e privata, entrando e uscendo dagli episodi in maniera naturale e sensata; la sua interpretazione, i suoi sguardi, ghigni, la sua espressione a tratti quasi spettrale merita la visione tutta d’un fiato.
Troviamo poi una Miriam Leone (a cui viene dato parecchio spazio, c’è da dirlo) a tratti sorprendente; deve destreggiarsi tra essere scalatrice sociale, ragazzina viziata e superficiale, amante e ci riesce. Sicuramente un altro dei personaggi dal ruolo rilevante è quello di Luca Pastore; seguiremo le sue indagini, le sue ricerche “pubbliche” ma ha anche dei segreti, una storia da raccontare, staremo a vedere. Ovviamente ci sono anche personaggi meno riusciti, vedi Pietro Bosco, non del tutto convincente.
1992 – La serie, forse, ha un po’ la fortuna-sfortuna di arrivare dopo quel Gomorra – La serie che ha stupito l’Italia e il mondo intero con gli inevitabili paragoni tra le due serie che ne possono scaturire e ne scaturiranno un po’ ovunque ma, è chiaro, sono due serie separate (pur con molti aspetti in comune) anche se è altrettanto chiaro come Sky Italia voglia creare un filone di serial tutto suo che si discostino dalla media della comune serie italiana da generalista, capace di osare e invogliare lo spettatore a curiosare e riflettere su temi che riguardano noi come Paese e come società; tematiche e fatti di ormai 23 anni fa ma ancora terribilmente attuali. Un plauso dunque al coraggio e alle capacità di Sky Italia di proporre questi prodotti.
Il tutto è tenuto in piedi da un’ottima colonna sonora e sigla d’apertura/chiusura, splendida la fotografia e la scenografia che ricrea fedelmente la Milano di più di un ventennio fa e in generale l’Italia, altrettanto per la sceneggiatura ben scritta e quasi mai banale.