Mazinkaizer SKL Versus 1 – Recensione
Pubblicato il 24 Marzo 2015 alle 09:50
La sua spada è un fulmine devastatore, i suoi proiettili non mancano mai il bersaglio. Quando scende in battaglia è il flagello di ogni nemico e lo pilotano due spiriti potenti e rivali come il Gelo e l’Inferno.
Il suo nome è MAZINKAIZER ed è IL PIÙ CATTIVO!
Come tutti i grandi maestri, anche Go Nagai, il geniale “papà” dei robottoni Mazin, ha avuto una folta schiera di discepoli. Le sue innovazioni letterarie, il suo schema narrativo e le sue atmosfere in bilico tra fantasy e fantascienza hanno suscitato ammirazione e spirito di emulazione nei cuori di innumerevoli disegnatori e sceneggiatori in tutto il mondo. I suoi indimenticabili protagonisti, i colossali guerrieri ultratecnologici e pilotabili, rappresentano tutttora un modello insuperato, una fonte inesauribile di ispirazione per centinaia di manga e anime.
Tra i più autorevoli rappresentanti della scuola fumettistica “nagaiana”, possiamo annoverare senza dubbio Kazumi Hoshi, creatore della saga Mazinkaizer SKL Versus, pubblicata in Italia da Edizioni BD nella sua fornitissima collana J-POP dedicata alle vignette del Sol Levante.
La trama della serie è tanto schietta quanto immediata e il suo primo volume scaraventa il lettore nella più brutale “medias res”. In un remoto futuro post-apocalittico, la Terra si è trasformata in un unico, infernale campo di battaglia. Bande di selvaggi mercenari, fanatici isolati, un “Governo Nemico” dai generali ammantati d’ombra e l’Esercito Internazionale Alleato che tenta di riportare la pace si scontrano in un vortice di violenze che non sembra avere fine, armati dei rispettivi giganti robotici. Per anni la Professoressa Uzuki, collaboratrice dell’Esercito Alleato, ha cercato il pilota giusto da affiancare al glaciale Magami Ryo alla guida del più potente robot da combattimento mai costruito, il terribile Mazinkaizer. Poi, finalmente, ecco l’uomo perfetto, colui che è in grado di domare le fiamme del Kaizer. Il suo nome è Kaido Ken e dentro di sé ha la forza di un demone. Ma i problemi sono tutt’altro che terminati: far convivere due personalità così diverse, l’impassibile e cinico Magami con l’esplosivo e istintivo Kaido, sarà l’impresa più difficile di tutte. Eppure la loro collaborazione è indispensabile per liberare le piene potenzialità del Mazinkaizer e poter così far fronte ad avversari che, scontro dopo scontro, si fanno sempre più agguerriti e spietati e mirano a dominare il mondo intero.
Il primo impatto con il manga scritto e disegnato da Kazumi Hoshi è di quelli che rischiano di mandarti K.O. prima ancora di salire sul ring.Turbini taglienti di linee confondono e sgomentano l’occhio del lettore fin dalle primissime battute, trasmettendo certo il senso di velocità supersonica dei titanici duelli, ma smembrando anche le pagine, che barcollano a volte sul filo dell’incomprensibile. La disposizione vignettistica abbatte ogni schema, presentando frammenti di immagini irregolari, spezzate e incastrate l’una con l’altra a viva forza, specialmente durante i più accesi combattimenti. Il tratto di Kazumi Hoshi, ben curato e plastico nei (rari) momenti di tregua, si scatena in forme affilate e aguzze durante le sequenze più movimentate, sbizzarrendosi in esplosioni di segmenti neri d’inchiostro accompagnate dalle tante onomatopee graffianti e dalle vignette squarciate, poligonali o disintegrate a seconda dello stato d’animo dei personaggi.
Uno stile ipercinetico e quasi accecante, quindi, in linea con l’ “ecocardiogramma” del fumetto, talmente fitto di picchi d’intensità da rendere ben più sorprendente un’intera pagina senza collisioni robotiche. Mazinkaizer SKL Versus, infatti, pur rievocando i fasti delle storiche e ormai mitiche serie che, dagli anni ’70, hanno reso celebre nei cinque continenti il nome di Go Nagai – Mazinga Z, Grande Mazinga, UFO Robot Goldrake, solo per citare le più famose – non sembra conservare però (almeno nei suoi primi capitoli) un’ eguale profondità letteraria, quell’impegno nel creare storie ben costruite, articolate e pregnanti di significato che tradiva l’amore di Go Nagai per le mitologie classiche, dell’Oriente come dell’Occidente.
L’esibizione di forza bruta tra le enormi macchine pilotate da personaggi dalle personalità piuttosto monocromatiche (l’incandescente Kaido, l’altezzoso Magami, l’imperturbabile Capitano Scarlet…) prendono decisamente il sopravvento rispetto a qualunque altro aspetto della narrazione.
In un manga in cui ogni pagina è un assalto a tradimento da parte di un nuovo nemico, risulta paradossalmente difficile non prevedere come andrà a finire e questa è forse la pecca che non permette a Mazinkaizer SKL Versus di lasciare il novero dei “seguaci” per emergere come vera opera indipendente.
In conclusione, la saga del Mazinkaizer appare come un omaggio da parte di un autore comunque meritevole, Kazumi Hoshi, al suo grande ispiratore, di cui però non riesce ad eguagliare le doti narrative; un manga, però, che sarà capace di appassionare e divertire chi è cresciuto fantasticando all’ombra di uno sfavillante Mazinga pronto a scatenarsi nella lotta contro il male.