Recensione: Witchcraft (volume unico)

Pubblicato il 14 Dicembre 2010 alle 12:07

Autore: Yamatogawa.
Casa editrice:
Black Magic, sotto etichetta Magic Press.
Provenienza:
Giappone.
Prezzo:
6,90 Euro.
Note:
236 pagine, b/n e inserto a colori, brossurato con sovracopertina, per un pubblico adulto, solo per fumetterie.


Primo titolo questo Witchcraft, opera in un unico volume, col quale la Magic Press ha varato la sotto-etichetta dedicata ai manga vietati ai minori, ovvero Black Magic.

Sembrerà paradossale, o forse solo ironico, ma in effetti bisogna ammettere che oltre alle “abbondantissime” scene di sesso, decisamente spettacolari, c’è anche uno straccio di trama, non troppo esile, divertente e sicuramente surreale, cosa che dato il genere non poteva essere diversamente; d’altro canto, proprio il fatto che ci sia un collegamento logico tra un amplesso e l’altro, per quanto sopra le righe, non può che essere apprezzabile (sia detto sempre tenendo ben presente il particolare contesto del genere, dove lo scivolare nella stupidità più assurda è quasi sempre una certezza).

Kagami Kyoko è una bizzarra studiosa, in grado di leggere nel pensiero toccando il proprio interlocutore (e per questo erroneamente ritenuta in grado di prevedere il futuro, visto che per mestiere fa oltretutto l’indovina), la quale pensa bene di ipnotizzare il malcapitato Kaoru per sottoporlo a particolari esperimenti sessuali; la situazione sfugge di mano e il ragazzo diventa una sorta di super-arrapato dal membro di ragguardevoli dimensioni, che la stessa Kyoko difficilmente riesce a tenere a bada.

Tutto si complica quando arriva una sua ex-amica/collega/rivale Sara, ovviamente giovane e bellissima pure lei, che a catena trascina con sé dei mafiosi della Yakuza; in particolare un loro boss vorrebbe appropriarsi dei servigi divinatori di Kyoko e per questo incarica una sua amante, l’ancora più giovanissima idol Megumi, di sedurre il sempre più ingrifato (ma perchè “più o meno” ipnotizzato e quindi costretto contro la sua volontà!) Kaoru.

Finale al cardiopalma con l’entrata in scena della vera super-cattiva della situazione, quella gran sporcacciona di Alice, una sorta di strana e viziosa maga in origine maestra sia di Kyoko che di Sara, e le sue bambole sessuali; il tutto si chiude con una mega-orgia veramente esagerata di cui, scusate, evito di andarvi a spiegare i contorti retroscena che pure ci sono, se non per puntualizzare che perlomeno la trama segue un andamento che va in escalation garantendo un buon finale, dove oltretutto abbonda anche una certa dose di sentimento (dove andremo a finire dico io, se negli hentai cominciamo a introdurre elementi shojo, soprattutto in momenti così cruciali?! Inaudito, scandaloso veramente!).

Una menzione particolare meritano sicuramente i disegni, perché se alla fine il risultato è effettivamente notevole, il merito è soprattutto dell’incredibile perizia grafica, sia per le anatomie ultraparticolareggiate, ultradettagliate, e in definitiva assolutamente bellissime, che per le pose/posizioni varie assunte durante i vari atti sessuali (un plauso anche alle trovate incredibili con cui l’autore riempie la storia, che denotano una certa qual dose di fantasia), tutti elementi che contribuiscono a fare di questo volume un piccolo capolavoro del genere (e va ribadito, “del genere”).

Edizione, come nel caso del già recensito Secretarial Section Drop, sicuramente di pregio, graficamente curatissima;  come per l’altro titolo però c’è da rimarcare come il volume sia venduto senza cellophane, nonostante i contenuti assolutamente pornografici che non contemplano oltretutto nessuna censura (e forse non era proprio il caso di lasciarlo fruibile da tutti, anche se poi “stranamente” è scomparso dagli scaffali in un batter d’occhio).


Voto: 8 e 1/2

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