God Mazinger (volume 1) di Go Nagai – una recensione

Pubblicato il 23 Marzo 2015 alle 09:52

Tra i tanti anime scaturiti nell’età d’oro del cartoon nipponico, solo alcuni divennero celebrità acclamate in tutto il mondo. Pochissimi si guadagnarono lo status di vere e proprie leggende. In questa ristretta cerchia di opere pionieristiche, svettano, alte come i suoi protagonisti, le creazioni di Go Nagai, manga e anime incentrati sulle straordinarie lotte tra robot giganti che hanno appassionato intere generazioni.

God Mazinger Nagai 1 Jkt 300 RGB

Chi, ancora oggi, quarant’anni dopo la loro prima apparizione, non ha mai sentito parlare di Mazinga Z, Grande Mazinga e Ufo Robot Goldrake? Dal 1972 in poi, anno della prima apparizione degli eroi di acciaio, la storia degli anime e della fumettistica giapponese non è stata più la stessa; un nuovo canone si è imposto, un nuovo stile di narrare a cui fare riferimento con devozione.

Le storie di Go Nagai spopolarono infatti ben oltre i confini dell’impero del Sol Levante, raccogliendo enormi consensi in tutto il mondo occidentale, Italia compresa. Gli appassionati italiani, tuttavia, forse non sanno che una quarta serie animata fu prodotta dopo l’intimenticabile trilogia: 23 episodi, andati in onda a partire dal 15 aprile 1984, ma mai sbarcati in Italia. God Mazinger (Goddo Majingā) rappresentò una rivoluzione nell’universo mecatronico generato dalla prorompente fantasia dell’autore giapponese. Per la prima volta, infatti, vennero abbandonate le tecnologie futuriste dei mastodontici mecha (i robot comandati da piloti) per immergersi in un mondo fantasy che trae spunto dalla mitologia più ancestrale, chiamando in causa, infatti, il leggendario continente perduto di Mu, “cugino” d’oltreoceano di Atlantide.

Consapevole della grandiosa opportunità, Edizioni BD ha deciso di colmare questa tremenda lacuna nei cuori dei fans pubblicando, per la prima volta, God Mazinger, il manga dedicato alla serie televisiva mai trasmessa in Italia, arricchendo con un pezzo di pregiatissimo valore la sua collana J-POP.

La storia di God Mazinger si apre con un tuffo nel passato più remoto, ventimila anni prima dell’era moderna. Il continente di Mu, nel cuore del Pacifico, è sconvolto da una tremenda guerra. La pacifica ed evoluta civiltà che lo ha sempre abitato è posta sotto assedio da un popolo barbaro e sanguinario, i Dragoniani, forti del loro esercito di dinosauri e guidati dal terrificante Dorado, il re dalla maschera d’oro.

Giorno presente. Ovvero, Giappone della metà degli anni ’80. Yamato Hino è un giovane studente indisciplinato e ribelle, che vive assieme ad un padre autoritario con cui è sempre in lite e alla giovane matrigna. Ma Yamato non è uno studente come tutti gli altri: è dotato infatti di eccezionali poteri di telecinesi, che sfrutta spocchiosamente per realizzare ogni tipo di scherzo, compreso tormentare la sua amica d’infanzia Kaoru. Proprio durante una delle sue esibizioni di prepotenza, Yamato riceve una visione soprannaturale e stupefacente: prima gli appare un spaventoso volto di pietra, poi un’incantevole fanciulla. È Aira Mu, la regina del popolo scomparso, che, valicando i millenni, gli invia un accorato messaggio d’aiuto: solo Yamato, il guerriero divino, è in grado di salvare il suo regno e la sua gente e per questo ha un disperato bisogno che giunga presto a Mu.

Sconvolto dall’incontro, Yamato non ha più pace, rapito dalla visione della splendida donna che lo supplica di venire in suo aiuto. Ma come fare? Come percorrere al contrario l’irrefrenabile flusso della storia? La risposta giunge nel momento meno atteso. Con un balzo dimensionale, un varco tra i secoli che inghiotte l’intero pullman dove stanno viaggiando insieme a tutti i loro compagni di classe, Yamato e Kaoru vengono scaraventati nel bel mezzo della sanguinosa battaglia per il dominio del continente di Mu.

È l’occasione che Yamato attendeva da una vita: ora potrà dimostrare ciò che aveva sempre sostenuto, ossia che era nato per un mondo ben più avventuroso del Giappone moderno. Potrà dare prova del suo valore, salvando Aira Mu e rendendosi degno di combattere a fianco del titanico God Mazinger.

La trama di God Mazinger è di quelle che fanno storia. Un ragazzo solitario, coraggioso e determinato, fornito di capacità latenti pronte a manifestarsi appieno, viene (pre)scelto per portare a termine una missione per tutti gli altri impossibile, le cui conseguenze influenzeranno il destino del mondo intero. Ecco il nucleo centrale della sconfinata letteratura shōnen, che ha in Go Nagai uno dei suoi padri fondatori. Traendo spunto da miti e leggende condivise da gran parte delle culture del mondo e fondendole con le atmosfere del Giappone antico e di quello contemporaneo, occidentalizzato ed ipertecnologico, l’autore riuscì a parlare ad un pubblico vastissimo, che andasse ben oltre i confini ristretti della sua patria e che mietesse successi tanto negli Stati Uniti quanto in Europa e in Medio Oriente.

Forti proprio della commistione di tradizioni folkloriche a cui si richiamavano (oltre ai miti di Mu, Go Nagai infuse anche nelle sue opere moltissime suggestioni della mitologia greca, così come della fantascienza di stampo nordamericano), gli anime e i manga della serie di Mazinga ebbero il merito di aprire le porte del Giappone al mondo intero, come forse non era stata in grado di fare nessuna riforma politica o trattato commerciale. Tramite i capolavori dell’arte fumettistica giapponese, l’Occidente entrò finalmente in contatto con quel mondo così distante e differente, imparò a conoscerlo e ad amarlo nelle sue mille sfaccettature e a comprenderne la storia così importante.

Molto traspare del sostrato sociale e culturale del Giappone degli anni ’80 dalle pagine di God Mazinger. Dalle skyline dei grandi grattacieli e dalle abitudini scolastiche dei giovani protagonisti (il campo da basket, i discorsi degli studenti, le gite di classe nei classici scuolabus) percepiamo con forza l’influenza statunitense nella società nipponica, in quegli anni in cui la Guerra Fredda si avvicinava alla conclusione e lo stile di vita occidentale e capitalistico raggiungeva l’apice della propria auto-esaltazione. Tuttavia, nello spirito indipendente e ribelle di Yamato, nel suo desiderio viscerale di rivivere l’epoca sengoku, (l’era delle guerre feudali giapponesi) e nei riferimenti a pratiche più “tradizionali” come il kendo, leggiamo la volontà dell’autore di affermare anche le proprie origini e i propri valori, che, tuttavia, non si pongono in contrasto con quelli occidentali, ma con essi possono convivere.

La frenesia della battaglia, gli atti di eroismo, il giuramento di fedeltà alla bella fanciulla che chiede aiuto, il fascino delle arti magiche, così come quello suscitato dai colossali guerrieri in movimento, sono infatti elementi che superano le barriere culturali, riunendo in un’unica passione lettori (e spettatori) di qualunque nazione.

Go Nagai affermò ancora una volta l’unicità e potenza del suo stile costruendo una storia dalle basi solide e capaci di intrigare il pubblico per la ricchezza dei richiami, ma, al contempo, tutt’altro che noiosa e lenta, grazie al rapido, rapidissimo susseguirsi di scene d’azione, i combattimenti, le prodigiose manifestazioni di potere da parte tanto di God Mazinger come dei suoi avversari.

Vignette che esplodono in stelle dalle molte punte, tuoni, boati, schianti, sibili di frecce che accompagnano ogni scena con i caratteri giapponesi sferzati a china così difficili da rendere nella grafia occidentale, completano la grande forza d’impatto di questo manga derivato dalla televisione, di cui conserva l’impianto scenico, il ritmo frenetico, la forza violenta di ogni inquadratura ed immagine.

Tutto ciò sostenuto da disegni che Go Nagai vuole immediati, freschi, semplici eppure realistici e ben proporzionati, capaci di rendere tanto le curve sinuose delle ragazze di Mu sorprese dalla guerra mentre fanno il bagno, quanto gli aspri sfregi della battaglia,gli occhi stralunati e selvaggi dell’esercito di Dragonia, le fauci fameliche dei loro mostri e l’impassibile, spietato volto di pietra di God Mazinger. Un linguaggio grafico e testuale, quello di Go Nagai, che va dritto al cuore ed allo stomaco del lettore, che si libera di tutto il superfluo affinché non rallenti mai il flusso della narrazione e che raggiunge il culmine ogni qualvolta entra in campo lui, il grande guerriero, il dio distruttore.

A questo punto, sorge spontanea la domanda: perché sono occorsi trenta, interminabili anni per portare quest’ennesima prova del talento narrativo di Go Nagai in Italia? Forse perché, dopo tre serie legate ai prodigiosi combattenti robotici, si pensava che il pubblico fosse già sazio, che “il mercato” fosse saturo e che non valesse la pena investire energie e risorse su una strada battuta, preferendo rivolgersi ad altri generi ed altri stili, anche a scapito della qualità reale dell’opera. A Edizioni BD con J-POP va dunque il merito di aver infranto questa sorta di tacito “bando” ai lavori più tardi di Go Nagai, permettendo ad affezionati lettori, vecchi e nuovi, di godere di un immenso patrimonio di manga dedicati agli eroi Mazin, rimasto finora privilegio di pochissimi.

L’accurata traduzione di Juan Scassa e l’editing di Valerio Manenti, sono i “ferri del mestiere” capaci di spezzare le catene che tenevano relegato God Mazinger nella sua terra d’origine. Ora il dio è libero e non c’è dubbio che un vastissimo pubblico lo accoglierà con entusiasmo anche nel nostro paese!

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