Jonah Hex: i Cavalieri del Verme e Simili, recensione Vertigo Library RW Lion
Pubblicato il 18 Marzo 2015 alle 10:30
C’è qualcosa in comune tra il cacciatore di taglie Jonah Hex, lo scrittore Oscar Wilde e mostruosi vermi provenienti dal sottosuolo? Forse sì se a scrivere questa miniserie Vertigo è il maestro del pulp Joe R. Lansdale!
Il cacciatore di taglie Jonah Hex è uno dei più noti personaggi western della DC e le sue storie hanno di solito a che fare con indiani, cowboys e tutti i più tipici elementi di questo particolare genere narrativo. Ma nel corso del tempo non sono mancate avventure con lo sfregiato pistolero inserito in contesti horror e sci-fi e si possono altresì ricordare i suoi incontri con vari supereroi del DCU. L’attuale comic-book a lui dedicato, All Star Western, scritto da Jimmy Palmiotti e Justin Grey, ha proprio questa impostazione. Ma in precedenza ci sono già state miniserie analoghe di Jonah Hex caratterizzate da atmosfere macabre e immaginifiche uscite per la linea editoriale Vertigo.
A scriverle è stato chiamato Joe R. Lansdale, celebre per i suoi romanzi acclamati da pubblico e critica e che spesso si è occupato di sceneggiature fumettistiche. L’autore è versatile e ha scritto horror, fantascienza, noir e thriller con uno stile contrassegnato da estrema violenza, acre ironia e un’attitudine tipicamente texana. In questo tp che include la miniserie Jonah Hex Riders of the Worm i suoi estimatori non avranno difficoltà a ritrovare la sua notoria ispirazione violenta, trasgressiva e sopra le righe.
In principio la trama è tradizionalmente western con Jonah ricercato per una lunga serie di omicidi. Per una serie di circostanze, in compagnia di un giovane avventuriero, entra in contatto con un gruppo di cowboy che lavorano per uno strano inglese, un tipo raffinato che, dopo aver conosciuto Oscar Wilde, ha deciso di portare la cultura, l’arte e la poesia nel Far West. Ma non è lui il problema. La minaccia è infatti rappresentata da vermi giganteschi e famelici che sembrano usciti da un racconto di Lovecraft nonché dalla sua progenie metà umana e metà vermiforme. E la story-line di colpo si trasforma in un horror dai toni grotteschi e pulp.
Lansdale fa un buon lavoro sebbene sia difficile trovare analogie tra l’espressività raffinata di Wilde e le ambientazioni grezze del sud degli Stati Uniti e i riferimenti colti paiano piuttosto forzati. Ma Lansdale è così: eccessivo, esagerato e propenso a mettere insieme cose disparate. I testi hanno un innegabile sarcasmo alla Tarantino e in diversi momenti risultano volgari. Ma anche questo fa parte del suo stile. A volte la trama fa venire in mente il Garth Ennis di Preacher e non c’è da stupirsi poiché lo scrittore irlandese non ha mai nascosto la sua ammirazione nei confronti di Lansdale. In definitiva, la miniserie è di buona fattura pur non essendo un capolavoro e si fa apprezzare per il suo intrigante citazionismo (ci sono persino richiami al DCU canonico con riferimenti a Cave Carson, l’esploratore dell’Universo DC, e il viaggiatore del tempo Rip Hunter).
I disegni sono dell’ottimo Timothy Truman che aveva già illustrato le altre mini di Jonah Hex. Il suo tratto è sporco e oscuro e appropriato per il tono cupo e opprimente della vicenda. Nelle sue mani Jonah ha un’aura minacciosa e intimidente e lo stesso vale per i rozzi cowboy in essa presenti. Truman è impeccabile nella raffigurazione delle mostruose creature partorite dalla deviata fantasia di Lansdale così come in quella dei vasti paesaggi del Texas. Sono da tenere d’occhio, inoltre, la particolare costruzione delle tavole e i colori crepuscolari del bravo Sam Parsons. Se avete quindi un debole per le commistioni di generi narrativi questo è il fumetto che fa per voi.