Tormenta Nera di Yoshihiro Tatsumi – recensione
Pubblicato il 16 Marzo 2015 alle 10:08
Una storia semplice ma avvincente ed angosciante, due vite il cui destino è legato e non solo in maniera figurata…una pietra miliare del fumetto giapponese!! Vogliamo ricordare cosi Yoshihiro Tatsumi scomparso qualche giorno fa.
Tormenta Nera, di Yoshihiro Tatsumi, è un fumetto fondamentale nella storia dei manga, un vero e proprio pezzo di storia che ancora oggi appassiona nella lettura, e che ogni appassionato e interessato al fumetto in generale dovrebbe leggere.
La storia narrata è quella di Susumu, giovane pianista che ha commesso un omicidio, di cui all’inizio non sapremo le cause e le modalità, e che quindi è stato arrestato e sta per essere portato in prigione su un treno. Qui viene legato con delle manette ad un altro criminale, Shinpei: i due sembrano quindi destinati a finire in prigione.
Accade però l’impensabile: un incidente fa deragliare in treno, e i due protagonisti riescono a fuggire, coperti anche dalla “tormenta nera”, un’ enorme tempesta di neve. Tempesta di neve che però rischia di farli morire di freddo, e li costringe a trovare riparo.
Ben presto si presenta un dilemma: le manette che li legano ostacoleranno qualsiasi tentativo di fuga, e forse la soluzione sarebbe che uno dei due accettasse di tagliarsi la mano. Ovviamente, entrambi i protagonisti si dimostrano molto affezionati al loro arto, e così comincia un gioco di tensione che si trascinerà alla fine del fumetto: Susumi e Shinpei, uniti da una catena chen on si può spezzare, non posso fidarsi l’uno dell’altro nemmeno per un secondo.
Momentaneamente al sicuro, Susumu decide di raccontare la propria storia: un lungo flashhback ci farà conoscere la sua amata, da cui ora è ovviamente separato, e che cosa l’ha portato a commettere l’omicidio. La parte finale del fumetto invece è al cardiopalma: non è il caso di raccontare nulla per non rovinare la lettura, ma Tatsumi seppe creare un finale degno di un thriller hollywoodiano.
Tormenta Nera si legge davvero tutto di un fiato, come tradizione per i manga, e pur essendo stato realizzato ormai molti anni fa, si parla del’56, regge davvero il confronto del tempo.
I disegni ovviamente sono figli del periodo, ma l’espressività dei personaggi e l’impostazione delle vignette, cinematografica e perfetta nella gestione del ritmo, farebbero invidia ancora oggi a qualsiasi mangaka moderno.
In particolare la scena finale, in cui si deciderà chi dei due dovrà tagliarsi la mano, rimane decisamente a lungo nella memoria del lettore.
Il finale non sarà magari dei più imprevedibili, ma chiude bene la storia e lascia soddisfatti: è importante ovviamente contestualizzare l’opera, che diede inizio al genere del gekiga, fumetto caratterizzato da temi maturi e adulti, e che punta ad avere una sua dignità rispetto agli altri strumenti narrativi.
Tatsumi fu influenzato, e influenzò molto a sua volta con questo suo nuovo genere Osamu Tezuka, il “dio” del manga.
Basta forse dire questo per capire l’importanza di questo autore. Per chi fosse interessato a saperne di più, la stessa Bao Publishing che pubblica questo fumetto ha già pubblicato “Una vita tra i margini“, auto-biografia dello stesso Tatsumi che consiglio caldamente.
Insomma, davvero lodevole questa iniziativa, da parte di Bao, di proporre questo fumetto, che come già detto è stato una tappa fondamentale per il fumetto giapponese e per quello che è, oggi, il genere seinen.
Il volume è inoltre impreziosito, nella parte finale, da un’intervista all’autore stesso, che parla della genesi dell’opera e di tutte le sue influenze.
Un acquisto consigliato, per gli appassionati di fumetto in generale.