Suicide Squad Vol. 7, recensione DC Galaxy RW Lion

Pubblicato il 10 Marzo 2015 alle 10:30

La Suicide Squad dovrà affrontare le conseguenze di Forever Evil! Cosa succederà alla volitiva Amanda Waller e alla più letale squadra di criminali al soldo del governo americano? Scopritelo in questo nuovo volume!

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Tra le serie del New52 quella dedicata alla Suicide Squad è una delle più intriganti, grazie a un variegato cast di personaggi e all’imprevedibilità delle situazioni narrative. In effetti, un team di criminali al soldo del governo americano che annovera tra le sue fila personalità disturbate e schizoidi del calibro di Harley Quinn, Re Squalo e James Gordon jr., giusto per citarne alcune, non può passare inosservato. Guidato dalla spietata e volitiva Amanda Waller, il gruppo è stato finora coinvolto in missioni ad alto rischio e le story-line caratterizzate da atmosfere ironiche e pulp.

Il tp precedente era di un livello sopraffino a causa delle sceneggiature di Matt Kindt, uno degli scrittori più eversivi e anti-convenzionali degli ultimi anni, che ha svolto una raffinata analisi psicologica dei character, collegandosi alle vicende di Forever Evil. In questa nuova uscita che include i nn. 29-30 del comic-book originale e il one-shot Suicide Squad: Amanda Waller le cose però cambiano. Kindt purtroppo conclude la sua breve run ma le vicende da lui immaginate sono deflagranti.

Come sanno i DC fan, il Sindacato del Crimine ha preso momentaneamente il potere e la comunità supereroica è in difficoltà. La Suicide Squad, dal canto suo, oltre a fare i conti con questa situazione, deve fronteggiare la minaccia del Pensatore che, come si è scoperto nel precedente volume, ha manipolato in segreto Amanda. Per giunta, ha preso possesso dell’inarrestabile O.M.A.C. e di conseguenza Deadshot, Capitan Boomerang, il Soldato Fantasma e gli altri sono costretti a vedersela con lui. Inutile dire che dopo questo fragoroso scontro nulla sarà più lo stesso, specialmente per Amanda.

L’episodio del n. 29 segna la fine di un’epoca e nel n. 30 giunge lo scrittore Sean Ryan che dà inizio a un nuovo story-arc. Per il momento si limita a impostare le premesse di una sequenza che si preannuncia ricca di novità. Amanda non avrà vita facile e dovrà rendere conto del suo operato al governo americano. Le sue decisioni verranno infatti messe in discussione con esiti poco graditi per lei. Come se non bastasse, si unisce alla Squadra Suicida un nuovo, pericoloso villain: nientemeno che Manta Nera e, considerando il suo notorio istinto omicida, non c’è da stare tranquilli. I testi di Ryan sono ben curati, sebbene, almeno per il momento, non possano essere paragonati a quelli di Kindt; ma nel complesso funzionano.

L’episodio tratto da Suicide Squad: Amanda Waller si colloca prima del quinto volume della serie e si concentra, come è facile intuire, sulla leader del gruppo alle prese con un meta-umano folle e disperato creato da uno scienziato senza scrupoli e la trama è ambientata in una zona desolata e nevosa che ricorda quella del film La Cosa di John Carpenter. L’autore è Jim Zub che firma dunque una storia imperniata sull’azione adrenalinica ma non priva di malinconia e introspezione.

La parte grafica del volume è appannaggio di Jim Fern che illustra il primo episodio con un tratto efficace ma non eccezionale. Gli altri due sono invece disegnati da Andre Coelho che si dimostra funzionale, in linea con gli standard visivi del fumetto mainstream ma senza possedere particolari tocchi inventivi. Per concludere, direi che Suicide Squad continua ad essere una proposta interessante ma questa settima uscita è più che altro di transizione e meno d’impatto delle precedenti.

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