Recensione: Bianca vol. 1-3

Pubblicato il 9 Dicembre 2010 alle 11:23

BIANCA VOL. 1-2

Autore: Cerruto Costa Gabriele.
Casa editrice:
Absoluteblack.
Provenienza:
Italia.
Prezzo:
3,00 Euro vol.1, 6,00 Euro vol.2.


Proposta fuori dai soliti canoni questa “Bianca”, opera originale di Cerruto Costa Gabriele, che per l’attenta Absoluteblack, piccola realtà editoriale dedita alle produzioni molto “personali” di autori sconosciuti o emergenti, imbastisce una storia di difficile lettura cui man mano sta (forse) svelando la reale portata ma che per ora può vantare solo una certa atmosfera abbastanza suggestiva e degli intenti probabilmente “eretici”.

Il primo volumetto, che introduce il personaggio, è “Il Regno d’Inverno” uscito come spillato di 32 pagine nel 2008 a Lucca Comics, una storia che per partire col piede giusto è muta dall’inizio alla fine e si regge solo sui disegni, acquerelli e pastelli nero e bianco, riprodotti come consuetudine della casa editrice votata “assolutamente al nero” appunto in b/n, scelta in questo caso quanto mai azzeccata in quanto dona ai disegni quella particolare oscurità che per questa prima parte è decisamente appropriata, coprendo però tutto il resto.

La trama è l’altro punto dolente, o meglio l’oggetto misterioso di quest’opera, visto che in queste prime 32 pagine si vede questa buffa ma anche sinistra dea bambina, Bianca, creatura senza età, naso e bocca (perché non ha bisogno di respirare né di parlare per comunicare) con due segni circolari sul petto come un secondo paio di occhi, in grado di vedere e catalizzare i flussi vitali del pianeta, emanazione “panica e silvana” della Natura stessa, che si pone al di là dei concetti di bene e male e vive in simbiosi con il mitico albero Yggrasyl, la quale si incammina nella foresta, circondata da animali con curiosi oggetti dalle diverse fogge triangolari posti sulla testa, probabilmente componenti meccaniche, giungendo alla fine al suo cospetto.
La piccola protagonista si unisce all’albero dotato di oscuri meccanismi tecnologici (!?) e compie un rito, dopodichè si risveglia in pieno inverno (infatti questo albo sarebbe il “primo rituale” e il titolo appunto “Il regno d’inverno”); da lì si avvia verso un’altra meta…

Il secondo volume “Eisprinzessin”, o forse dovremmo dire più correttamente “secondo rituale”, è uscito invece all’ultima kermesse lucchese, stavolta brossurato per 64 pagine, sempre in un b/n che in questa seconda parte oltre a tratti di oscurità ammanta di glaciale lividezza tutta la narrazione, la quale resta però ancora nebulosa, sebbene ci sia evidente un simbolismo che rimanda alla tradizione pagana e nordica, abbinate a una più o meno velata critica alla chiesa (alle chiese?) tradizionali, le radici del simbolismo pagano infatti sono palesi sia nella storia, sia nei titoli sul volume e sia chiaramente espresse dall’autore sul forum della absoluteblack (appassionato anche di Black Metal, altra sua fonte d’ispirazione, oltre che dalla storia e cultura slava).

L’antagonista è l’Imperatore Gibbone, capo della Chiesa dell’Iride, una scimmia anch’essa dotata di componenti cibernetiche, diretto discendente del Messia che donò nell’antichità i segreti della Meccanica e della Distillazione dell’energia ai suoi seguaci in modo da spazzare via tutti gli altri culti, la missione della Chiesa è quindi quella di estinguere tutti i pagani (ovvero chi non aderisce alla Chiesa ufficiale), “Lamina è un mondo interamente popolato di esseri dal volto animale e dalla corporatura umana, etnie di uomini dal volto di lupo, popolazioni di falchi e cittadini scimpanzè” tutti dotati di parti meccaniche; Bianca giunge nel mezzo di una cerimonia sacrificale di una creatura giudicata eretica, emergendo dal corpo della vittima attraverso un rituale di passaggio, in tavole surreali e oniriche, lo scontro con l’Imperatore Gibbone però sembra portare Bianca al cospetto nientemeno che del Messia dell’Unico Occhio.

Insomma, un personaggio atipico e strano, che unisce “tematiche pagane, estetica black, toni ad acquerello e…storia muta”, i disegni assolutamente singolari offrono bei paesaggi ma personaggi tratteggiati in maniera forse non molto particolareggiata, su tutto un’oscurità forse troppo incombente e che soprattutto copre spesso il resto, il testo è esilissimo e quindi tutto si regge principalmente sulla parte grafica, non è una lettura per tutti, ma rimane comunque una proposta interessante nell’ambito delle autoproduzioni.

Vanno segnalate infine altre due storie brevi, “Mond” presente solo all’interno dell’edizione limitata di “Eisprinzessin” (ormai esaurita), e “Foresta di Spettri” presente su Concrete 3, che continuano la tradizione muta del personaggio come in “Il Regno d’Inverno”, nella prima è il fiume ad esser protagonista mentre la seconda si tinge dei toni di un vero e proprio incubo, entrambe le storie sono legate tra di loro.


Voto: 6 e 1/2.

BIANCA VOL. 3

Autore: Cerruto Costa Gabriele.
Casa editrice:
Absoluteblack.
Provenienza:
Italia.
Prezzo:
10,00 Euro.
Note: 64 pagine, b/n, carta ad alta grammatura, formato A4, brossurato.


Continua la insolita e stravagante saga di Bianca, la piccola e glaciale “dea pagana” ideata da Cerruto Costa Gabriele, che dal 2008 non fa mancare il suo appuntamento coi fans lucchesi; la proposta, per quanto come vedremo decisamente non per tutti, è partita un pò in sordina nel 2008 con un piccolo spillato di 32 pagine, aumentate a 64 l’anno scorso con l’aggiunta della brossura, giungendo fino ad oggi, quasi a sottolineare la fase di “espansione” (anche narrativa evidentemente) del personaggio, con un sontuoso volume, sempre di 64 pagine brossurate, ma in grande formato rivista (il doppio quasi di quello precedente, simile al comic-book).

Avevamo lasciato la piccola e muta divinità, nello scorso rito intitolato “Eisprinzessin”, alle prese con l’Imperatore Gibbone, capo della Chiesa dell’Iride, un primate dotato di componenti cibernetiche, e nientemeno che il Messia dall’Unico Occhio; Lamina, il luogo surreale e lontano, teatro di tutte queste avventure, è infatti un mondo popolato “da esseri dal volto animale e dalla corporatura umana, etnie di uomini dal volto di lupo, popolazioni di falchi e cittadini scimpanzè” tutti dotati di parti meccaniche, governati da una Chiesa che tenta di sterminare tutti gli altri culti (ovviamente pagani).

La nuova avventura si apre, quasi senza soluzione di continuità (almeno apparentemente), con Bianca e un Ranger alloggiati in una sperduta locanda immersa nella natura, lontana dalla Chiesa dell’Imperatore Gibbone in cui apparì alla fine dello scorso volume, nel bel mezzo di uno strano rituale; ora sullo sfondo, si muovono le armate degli Inquisitori Iridescenti, guidati dal duca Strige, portatori di una misteriosa reliquia, sulla quale anche qualcun altro ha messo gli occhi, tra i due contendenti, Bianca compie l’ennesimo rituale immersa nella natura selvaggia.

Sempre più difficile comprendere la reale portata delle storie di Bianca, rette tutte dagli acquerelli, per il 90% muti e pure in bianco e nero, dell’autore, che se non altro dimostra una sorta di idea di fondo che, con una certa coerenza, cerca di portare avanti; certo, l’atmosfera decisamente surreale e i continui avvenimenti che si susseguono senza che sia esplicata parola, non rendono la lettura, paradossalmente, delle più agevoli, ma come detto in principio e ribadito anche nelle precedenti recensioni, questa non è un’opera per tutti, pur presentando sicuramente degli spunti di un qualche interesse (comunque, la stringatissima introduzione è alquanto utile a fugare qualche dubbio).

La pubblicazione è senza scopo di lucro, e tutti i proventi servono per rientrare dei costi e eventualmente coprire quelli per il volume successivo, la cui continuità pare quindi abbastanza garantita, il che non è certo poco per un prodotto di nicchia come questo (un plauso, sicuramente meritato, per la passione infusa in questo progetto); complimenti anche all’Absoluteblack, questa piccola realtà editoriale che propone sempre volumi di qualità, che nulla hanno da invidiare a quelli di case editrici ben più note, e sempre di autori sconosciuti o emergenti, o come in questo caso, anche ideatori di progetti dal taglio decisamente insolito e “personale”.

Solo per il coraggio di osare e per la perizia con cui confezionano i loro volumi, sicuramente molto professionale, meriterebbero 10, purtroppo il tipo di messaggio proposto non è sempre di così facile comprensione presso gran parte dei lettori.


Voto: 6 e 1/2

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